Per capire i «misteri d'Italia» di Lietta Tornabuoni

Per capire i «misteri d'Italia» Bisogna per forza affidarsi alla «dietrologia»? Per capire i «misteri d'Italia» ROMA — Ieri a Roma, e l'altroieri, sull'uccisione feroce di Aldo Semcrari, sulla morte della sua compagna e sul caso Cirillo s'è sentito di tutto: sgomento, «Altro che Turchia, altro die Argentina», disperazione civile, i sospiri dell'orrore incredulo, l'indifferenza dell'abitudine e, siccome siamo gente spiritosa, persino le battute atroci. Ma soprattutto si moltiplicavano, accavallavano e gonfiavano (anclie a Montecitorio, nei giornali, nelle sedi di partito o negli incontri politici, anche nei luoghi dove si crede che stia il segreto delle cose) gli interrogativi, le ipotesi magari ribattezzate «scenari» per nobilitarle e darsi arie, gli eterni dilemmi irrisolti dell'ultimo decennio i talìano del sangue. S'intrecciavano nella chiacchiera angosciata le illazioni più diverse, fantasiose, sfrenate o arrischiate: «Come nei telefilm americani: al momento in cui il testimone-chiave esce per presentarsi in tribunale a svergognare la mafia, tàc, lo ammazzano»; «Se veniva fuori chiara una verità sul riscatto di Cirillo addio, i dorotei perdevano il Congresso imminente e la guida del partito»; «Se è stata la camorra, ha agito come braccio armato della politica»; «Tutto per dimostrare che i servizi segreti continuano a deviare, an¬ che se da quasi un anno Spadolini ha voluto riservarne il controllo alla presidenza del Consiglio contro ogni parere de»; «Destabilizzazione e basta, nient'altro»; «E' il solito gioco al massacro che precede tutti i congressi democristiani»; «Cosi magari ì socialisti trovano la via per le elezioni anticipate, per la presidenza Craxi prossima ventura: e senza alcuna loro responsabilità»; «In più, pure la trappola tesa allunilo., per fregare la sinistra democristiana: fai apparire i comunisti come ignobili diffamatori della de, e ogni alleanza anche vaga va per aria». Balle, illazioni, invenzioni, alterazioni d'una politica partitocentrica o correntocentrica che riduce a propria misura ogni realtà complessa, tramismo da corte italiana del Cinquecento, dietrologia paranoica? Sulla «dietrologia», scienza dell'immaginare, cultura del sospetto, filosofia della diffidenza, tecnica dell'ipotesi doppia, tripla, quadrupla, s'è fatta nell'ultimo tempo molta ironia. Il termine, del resto così brutto, ha preso un'accentazione insultante oppure beffarda; i «dietrologi» sono stati descritti come maniaci inseguitori d'ombre o costruttori di castelli di carte; a forza di ripetersi senza trovare risposta, le domande classiche, «chi c'è die¬ tro?», «a chi giova?», sono state persino ridicolizzate, usale come battute cornicile, pronunciate con una bella riForse non era il caso. Forse della «dietrologia» bisognerebbe invece fare l'elogio. Dal 1969, dalla strage di piazza Fontana, attraverso dodici anni, infinite vittime, processi senza tempo, miliardi spesi in indagini e quintali di incartamenti, di molti misteri d'Italia c'è stato a volte svelato il «come», il «quando»: quasi mai il «chi», o l'esatto «perché». Ipotesi che parevano enormi si sono rivelate inferiori alla realtà. L'almanaccurc dei dietrologi, a volte confermato come vero, è divenuto nella nostra degradazione comunque verosimile. Non è colpa dei dietrologi se l'immaginazione, l'esperienza storica, la diffidenza, l'intelligenza, là malignità o il senso comune debbono sostituirsi a quelle chiare verità cut indagini o tribunali non arrivano mai.' Con tutti i rischi possibili, cercare di capire moventi e meccanismi dei fatti resta il modo di non rassegnarsi, di non accettare un'immagine insanguinala e umiliata del Paese che amiamo: anche perché, ormai risulta dimostrato, quasi sempre c'è qualcuno dietro, e sempre c'è qualcuno a cui giova. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Aldo Semcrari, Craxi, Spadolini

Luoghi citati: Italia, Roma, Turchia