Case Bastogi, il giallo si complica di Marco Borsa

Case Bastogi, il giallo si complica I palazzi di via Meravigli, valutati 80 miliardi, venduti per 15 Case Bastogi, il giallo si complica MILANO — Una nuova perizia è venuta nei giorni scorsi ad aumentare il numero delle armi del già fornito arsenale dei piccoli azionisti Bastogi che si accingono a dare battaglia alla prossima assemblea sulla questione delle operazioni immobiliari durante la gestione di Alberto Grandi, dimessosi di recente dal vertice Eni dove era approdato dopo aver lasciato la Bastogi. Si tratta di una perìzia effettuata sul lotto immobiliare di via Meravigli a Milano, ceduto dalla Bastogi a Lo¬ renzo Borlenghi nel giugno 1979 per 15 miliardi e 370 milioni. Sette mesi dopo quattro ingegneri romani depositarono presso la pretura la loro valutazione che indicava 80 miliardi e 400 milioni. A chiedere la perizia era stato l'Enpam. l'ente previdenziale del medici, che comprò il complesso immobiliare da Borlenghi sulla base del prezzo Indicato. La differenza tra 15 e 80 miliardi, sostengono i piccoli azionisti Bastogi. non si spiega certo con un rialzo dei prezzi di mercato che in quel periodo, oltretutto, non fu partico¬ larmente marcato. I rapporti tra Borlenghi. Immobiliarista e consigliere della Banca Popolare di Bergamo, il centro degli affari di Carlo Pesenti. azionista di maggioranza Bastogi. e l'Enpam. presieduto dal 1980 dall'onorevole liberale Ferruccio De Lorenzo, risalgono al 1976. Anche allora la Bastogi vendette a Borlenghi il complesso immobiliare di via Taramelli a Milano occupato dagli uffici Montedlson che pagava un fitto di due miliardi. Dopo alcuni mesi di trattativa in cui Borlenghi cercò di tirare sul prezzo addicendo difetti di costruzione, la vendita fu conclusa sulla base di 35 miliardi, con l'impegno da parte del compratore ad effettuare circa sette miliardi di lavori. Pochissimo tempo dopo l'Enpam iniziò una trattativa con Borlenghi per acquistare il tutto senza ristrutturazione a cento miliardi circa, un prezzo che provocò le immediate proteste di un consigliere Bastogi di allora. Raffaele Ursini. che si lamentò con la società che aveva ceduto a meno della metà di quello a cui l'Enpam pareva disposto a pagare. La Bastogi inviò all'Enpam tutta la documentazione necessaria a valutare il costo di costruzione e gli impegni che Borlenghi si era assunto di ristrutturazione per impedire che la transazione si concludesse su una base considerata eccessivamente elevata. Formalmente risulterebbe ancora la stessa società Immobiliare proprietaria delle case di vìa Taramelli ma, secondo fonti del settore immobiliare, la proprietà sarebbe passata in realtà all'Enpam. Marco Borsa

Luoghi citati: Bergamo, Milano