Ma questo Eliseo pare autoritario di Paolo Patruno

Ma questo Eliseo pare autoritario Ma questo Eliseo pare autoritario Una serie di episodi e di polemiche appesantisce in Francia il clima politico e sociale, suscita inquieti interrogativi, fa tramontare in un'atmosfera di malessere diffuso lo «stato di grazia» che aveva accompagnato i primi mesi della presidenza mitterrandiana. Il governo socialista, ad esempio, ha congedato bruscamente pochi giorni fa il direttore generale degli Charbonnages. il comunista Hugon, perché pubblicamente aveva criticato le decisioni governative in tema energetico. Ma allora, come conciliare questo «licenziamento» con l'asserita libertà e indipendenza di cui i pairons degli enti statali, delle nuove società nazionalizzate dovrebbero fruire per dare slancio e dinamismo imprenditoriale al settore pubblico? Poi, un magistrato di Marsiglia, il procuratore capo Vilatte è stato improvvisamente trasferito (e promosso) a Parigi perché aveva tardato troppo a mettere in molo la macchina della giustizia nell'inquietante caso-Lucet. Come difendere, allora, l'indipendenza della magistratura dalle pressioni ministeriali? E ancora: il governo Mauroy ha varato un insieme di provvedimenti sociali (settimana a 39 ore, pensionamento a 60 anni, statuto fdei lavoratori ecc.) che invece di essere accolto dall'entusiasmo';, dei,' sindacati suscita reazioni controverse se non ostili, tanto che il leader- della Cfdt (vicina al partito socialista) Maire lamenta: «Il governo deve dire la verità, non deve nascondere la gravità dei problemi». Forse, per far bene e in fretta il potere non ha finito per sacrificare la promessa «concertazione» sociale? E infine: il governo ha presentato mercoledì il progetto di legge per riformare in profondità radio e tv. Quando era all'opposizione, la sinistra aveva sempre accusato il potere di aver asservito pesantemente i mezzi radio-televisivi. Aveva ragione. Ma ora che è al governo, la sinistra delega a un consiglio (definito «alta autorità») il compito di vegliare all'indipendenza e all'equità delle nuove strutture, di nominare i nuovi dirigenti. Ma l'alta autorità è un collegio di nove «saggi» nominato per un terzo dal capo dello Stato, per un terzo dal presidente dell'Assemblea Nazionale e per il resto dal presidente del Senato. Insomma da due socialisti su tre. Tutti i giornali rilevano che è un collegio «politicizzato», sulla falsariga di quel consiglio costituzionale che Mitterrand e la sinistra non si stancano di criticare (perché nominato dal precedente regime). Di fronte a tutte queste dimostrazioni, l'opposizione di destra accusa l'Eliseo di malcelato autoritarismo, il governo di colpevole settarismo. Raymond Aron, l'intellettuale di stampo liberale portavoce dell'opposizione, segnala «i pericoli dell'estremismo». E anche un commentatore benevolo nei confronti socialisti come Jean Daniel, direttore del Souvel Observateur, deve ammettere che dopo l'insuccesso elettorale la «forza tranquilla» di Mitterrand è oggi" messa' alla prova perché', '«la pratica del socialismo pone dei problemi». Il bilancio del lavoro compiuto dal governo in questi primi mesi resta nel giudizio di molti positivo, la Francia si è mossa, è mutata. Ma nei ministeri, nel partito dominante a volte ha prevalso l'incoerenza, il nervosismo, la divisione, il settarismo. E dall'Eliseo Mitterrand dà a volte l'impressione di essere portatore di un neo-gollismo, di sinistra. Paolo Patruno Francois Mitterrand: malessere dopo lo «stato di graziai)

Persone citate: Eliseo Mitterrand, Francois Mitterrand, Hugon, Jean Daniel, Maire, Mauroy, Mitterrand, Raymond Aron

Luoghi citati: Francia, Marsiglia, Parigi