Un morto, feriti, duemila arrestati durante una protesta a Buenos Aires

Un morto, feriti, duemila arrestati durante una protesta a Buenos Aires Indetta dalla centrale peronista, preso anche il Nobel Perez EsquiveI Un morto, feriti, duemila arrestati durante una protesta a Buenos Aires NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BUENOS AIRES — Il governo militare argentino ha brutalmente represso la manifestazione indetta dalla Confederazione generale del lavoro svoltasi nella capitale. Un maniiestante è rimasto ucciso, alcune persone (almeno tre) sono state gravemente ferite, quasi duemila gli arrestati, tra i quali tutti i dirigen¬ ti della centrale sindacale peronista, alcune «madri della Plaza de Mayo» e il Premio Nobel per la pace, Adolfo Perez EsquiveI. In un primo momento la Cgt aveva pensato di rinviare la dimostrazione a causa della tensione tra Argentina e Gran Bretagna per le isole Falkland-Malvine, poi l'aveva ugualmente fatta svolgere Insistendo sul suo carattere pacifico». Con la manifestazione, il sindacato intendeva protestare contro la politica economica del generale Galtierl e chiedere il ritorno immediato alla democrazia. Nel giorni scorsi, 11 governo aveva finto di ignorare l'appello lanciato dal sindacati peronisti; una settimana fa 11 ministro dell'Interno, generale Saint Jean, aveva addirittura dichiarato che il corteo non era stato vietato. Poi, lunedi sera, le autorità hanno annunciato che avrebbero adottato i provvedimenti necessari per garantire la stretta applicazione dello stato d'assedio». L'iniziativa della Cgt aveva l'appoggio dei maggiori partiti politici, delle organizzazioni per la difesa del diritti dell'uomo, di molte associazioni professionali e di un ex membro della Giunta, l'ammiraglio Eduardo Massera. Già di prima mattina un impressionante dispositivo militare controllava tutte le strade che portano alla capitale per impedire alle colonne di manifestanti che giungevano dalla periferia industriale di raggiungere la Plaza de Mayo, o si doveva svolgere il raduno. Il centro di Buenos Aires era bloccato dalle 13; le forze dell'ordine impedivano a chiunque l'accesso alla piazza. Alcune migliala di manifestanti sono però riusciti a concentrarsi nelle vie e nei corsi adiacenti, dove sono stati brutalmente dispersi dalle cariche della polizia a cavallo e dalle bombe lacrimogene. Poliziotti in borghese a bordo di Ford Falcon, pistola in pugno, hanno scatenato una vera caccia all'uomo e fatto arresti in massa. I manifestanti sono però riusciti più volte a radunarsi e a gridare: «Finirà la dittatura militare, finirà» al ritmo della marcia peronista. E' questa la prima volta dopo il colpo di Stato del marzo 1976 che 11 centro della capitale è teatro per ore e ore consecutive di violenti scontri. Chiaramente, con questa dimostrazione di forza 1 militari hanno voluto ricordare quelli che essi definiscono •los limites del disenso». E i sindacati e l'opposizione in generale certo trarranno una lezione da questa vicenda: che 11 balletto tra il dialogo e lo scontro non serve. Ma la protesta e la sua conclusione hanno anche dimostrato quanto il regime militare sia impopolare. Jacques Desprès Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa Buenos Aires. 1 soldati trascinano un dimostrante arrestato e forse ferito negli scontri

Persone citate: Adolfo Perez Esquivei, Eduardo Massera, Jacques Desprès, Perez, Saint Jean

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Gran Bretagna, Italia