La dc del Salvador: abbiamo vinto non si può governare senza di noi di Igor Man
La dc del Salvador: abbiamo vinto non si può governare senza di noi Conferenza stampa, assente Duarte, per dire no a un governo di destra La dc del Salvador: abbiamo vinto non si può governare senza di noi Infuria la guerriglia: 215 morti negli scontri degli ultimi tre giorni tra esercito e ribelli DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAN SALVADOR — Dopo 36 ore di acceso dibattito a porte chiuse, la direzione della de salvadoregna si è, finalmente, decisa a dare una conferenza stampa. La massiccia partecipazione popolare alle elezioni, volute ad ogni costo da Duarte, premia il presidente il quale ha sempre detto come esse costituissero in realtà un referendum: prò o contro la guerriglia. Recandosi in tanti alle urne — si fa la cifra record di 1 milione e 200 mila votanti —, 1 salvadoregni hanno inflitto alla guerriglia una cocente sconfitta politica. Ma gli hostigamientos dei guerriglieri — che per altro continuano —, han finito col favorire più le destre nel loro insieme che la de, visto che la giunta si è dimostrata Incapace di contrastare validamente 1 ribelli. Il partito di Duarte non è riuscito a conquistare la maggioranza assoluta e 11 patto unitario d'azione sottoscritto dal cinque partiti di destra lo costringe, paradossalmente, In una posizione minoritaria. E' quindi all'insegna della frustrazione evidente e di un patetico ostinarsi a rivendicare un ruolo-guida, che si svolge la conferenza stampa della de. Tengono testa ai corrispondenti, asserragliati In uno squallido capannone alle spalle degli umidi uffici del partito, il segretario generale Julio Alfredo Samayoa, Julio Adolfo Rey Prendes, capoll sta, e il figlio di Duarte, Aquilino. Lui, Napito, non è presente. Non già perché abbia corso il rischio di un attentato — subito smentito — bensì per mantenersi fuori dalla mischia, almeno per il momento. •Senza la de non c'è governabilità — afferma Samayoa —, rappresentiamo il 45 per cento dell'elettorato. Siamo l'unico partito omogeneo del Paese, il partito delle riforme e della stabiliti democratica». E' vero che avete Intavolato trattative col «partito di Conciliazione nazionale» (15 deputati)? «E* completamente falso. Non abbiamo avviato contatti con chicchessia. Invitiamo al dialogo tutte le forze politiche». La de cerca dunque 11 dialogo con le destre ma queste non appaiono disponibili. •£' assurdo pensare che noi si passi all'opposizione col 45per cento». Quando pensate di avviare il dialogo? .Allorclié gli altri accetteranno di negoziare, ovviamente con realismo». Ma se 1 vostri approcci fallissero? 'Ripetiamo che sarebbe assurdo, antistorico, nocivo per il Paese emarginarci. Se, tuttavia, le destre non si arrenderanno alla ragione, alla logica della politica, passeremo all'opposizione. Ma la nostra assenza dal governo sarebbe destabilizzante». Con codesta profezia di sciagura si chiude la conferenza stampa della de. Va ora detto come non tutti In seno al partito considerino un disastro stare all'opposizione. Se già la presenza di Duarte nella giunta gli è valsa l'accusa di fantoccio del militari, argomentano alcuni dirigenti, cosa accadrebbe se andassimo al governo con uomini co me D'Aubuisson? E allora? La decisione più saggia sarebbe lasciare che le destre gesti scano un governo provvisorio, e guidate da uomini come D'Aubuisson, fino alle elezioni presidenziali del 1983. Impostare sin d'adesso la cam pagna presidenziale facendo tesoro degli errori che fatalmente compirà 11 governo di destra: quando Duarte sarà eletto presidente della Re pubblica (su questo la de non sembra nutrire dubbi), 'il discorso sarà un altro». E' anche vero, tuttavia, che le destre vogliono avere mano Ubera . per una politica che escluda qualsiasi trattativa con la guerriglia, laddove Duarte non ha abbandonato 11 disegno di una «conclllazio ne nazionale» altrimenti, co me ci disse quando lo Intervistammo nel febbraio scorso, •sarebbe il gioco al massacro che potrebbe rinnovare la tragedia della Spagna». Non c'è dunque via d'usci ta? Alla domanda rispondiamo con le parole di un autore¬ vole padre gesuita. «Il Dipartimento di Stato è cosciente che con questi muli (le destre) non si può arare il campo della democrazia. Gli americani sono i più preoccupati. Finora hanno adornato il vulcano, ma il vulcano potrebbe cominciare a eruttare lava terribile da un momento all'altro. Come dice la buona gente, tutto è costruito sulla merda e la merda puzza e imbratta ogni cosa. Occorre far pulizia». In che modo? «Nelle file dell'esercito c'è gente con coscienza, legata a quel colonnello Mujc.no in esilio che gli Stati Uniti sembrano tener da conto». L'unica soluzione sarebbe dunque quella di un golpe militare pulito con l'assenso degli americani? Il padre gesuita si stringe nelle spalle, sospira, infine dice: «La de non conta più nulla, il Venezuela è oramai fuori dal grande giuoco politico, il Messico segna il passo; arbitri della situazione possono essere solo gli Stati Uniti». Intanto la guerriglia infuria. Nel combattimenti degli ultimi tre giorni a Usulutan. città di 60.000 abitanti a 110 chilometri da San Salvador, sarebbero morti 200 guerriglieri e 15 soldati. Le due parti lamenterebbero inoltre una trentina di feriti. Lo ha comunicato l'ufficio stampa delle forze armate. Anche fra i civili vi sarebbero state delle vittime, ma non si hanno dati. Igor Man
Luoghi citati: Messico, San Salvador, Spagna, Stati Uniti, Venezuela
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