Il Führer e il Messia

Il Führer e il Messia Il Führer e il Messia DURI a morire i cattivi, i perfidi, gli infami. Non si sa più quante volte Adolf Hitler è stato immaginato, nella narrativa cosiddetta d'evasione, come non morto suicida e bruciato nell'ultimo bunker. Fantapolitica e fantascienza hanno impegnato le loro coorti nel ripristinare l'orco della favola nera. E, in genere, le coorti fantastiche hanno puntato sulla decrepitezza e sul persistente orrore del Fuhrer. L'ebreo George Steiner non fa eccezione che parzialmente alla regola: l'orco viene ritrovato, ancora incredibilmente vivo, sebbene malandato, in una palude brasiliana, o qualcosa del genere, da una pattuglia di fanatici cacciatori ebrei; sin qui tutto esatto, nessuna variante, le varianti cominciano dal ritrovamento in poi... In realtà, il tempo è passato persino per gli ebrei, almeno per un ebreo come Steiner poliglotta e desideroso di dir la sua, di diventare protagonista lui del dibattito su nazismo e olocausto. A forza di occuparsi dell'argomento come saggista e moralista, ancora insoddisfatto delle conclusioni raggiunte o comunque dell'accoglienza a queste conclusioni, Steiner ha finito per rivolgersi alla narrativa d'evasione con ♦// processo di San Cristobal» (Rizzoli, pagine 164, lire 10.000). Evasione non è poi un brutto concetto, diceva il vecchio John Ronald Reuel Tolkien, dipende da cosa si evade. A esempio, evadere dalla prigione di Hitler non è certo un disonore. Notare che l'autore del «Signore degli anelli» è considerato con simpatia e cupidigia di possesso dalle destre di tutto il mondo. Ebbene per il più giovane, ed ebreo, Steiner l'evasione è il movimento dalla prigione .della democrazia verso Hitler. L'Hitler di Steiner non appare ai suoi cacciatori una preda temibile da cacciare come, per fare un altro esempio, l'Hitler di Henry Slesar in un memorabile racconto di fantascienza sull'argomento. Sin dal primo incontro l'Hitler di Steiner appare in qualche modo seducente o almeno seduttore, sebbene una bellezza non sia mai stato e, data anche la notevole età e l'ingrata permanenza nella palude, non possa essere migliorato. Ecco come lo vede uno dei cacciatori: « Vide gli occhi dell'uomo, per la prima volta. Vide le pupille grigioverdi sotto le palpebre gonfie e la vena che le orlava come un filo livido. Gli occhi erano spenti, ma improvvisamente ■ nella cenere fredda si accese una minuscola aguzza scintilla di luce...». L'Hitler di Steiner acquisterà sempre più autorità sui cacciatori che tra le insidie della palude tentano di portarlo verso la civiltà, per celebrare un memorabile processo. Li salva persino dall'assalto di un serpente: «Il braccio di Hitler si alzò di scatto, rigido, il dito puntato. Una ghirlanda d'argento circondava il ramo ondeggiando, formando e distruggendo la propria immagine nell'acqua morta. Il cappuccio viola si apriva e chiudeva palpitante. Vedendo il dito dell'uomo che gli si avventava contro il serpente si immobilizzo. In un attimo la lunga coda si srotolò e sparì in un unico guizzo nella profondità verde...». Un sortilegio da incantatore di serpenti o un miracolo da capo divino o semi? Il gioco di Steiner si fa sempre più beffardo, mentre descrive, alternata a quella dei cacciatori, l'attività degli altri nel mondo, allarmati e frenetici per la notizia del ritrovamento di Hitler vivo. Tutti si preparano a strapparlo ai cacciatori e a usarlo e abusarlo ai propri fini. Sempre più in difficoltà, i cacciatori o, per l'esattezza, i superstiti della pattuglia decidono di processare Hitler prima di perdere la loro preda. E Hitler allora riprende e mette in parodia, disinvoltamente e ispiratamente, il Grande Inquisitore dei «Fratelli Karamazov» di Fedor Dostoevskij. Se Cristo tornasse sulla Terra, la chiesa dovrebbe soppri¬ merlo per difendere l'insegnamento cristiano, sosteneva il vecchio Dostoevskij. Anche lui non è considerato proprio un modello di rivoluzionario, comunque Steiner va avanti e fa dire a Hitler: «Forse sono davvero il nuovo Messia, il vero Messia, il nuovo Sabbatai le cui gesta infami sono state permesse da Dio affinché il suo popolo potesse tornare in patria. "L'olocausto era il mistero necessario perché Israele ritrovasse la sua forza". Non l'ho detto io; l'hanno detto i vostri visionari, quelli che stanno a sceverare il significato della parola di Dio il venerdì sera a Gerusalemme. Non dovreste piuttosto onorarmi, io che vi ho fatto guerrieri, che ho trasformato in realtà il lungo, vacuo sogno di Sion? Non dovreste essere il conforto della mia vecchiaia?...». Prudentemente, arrivano i nostri a chiudere il libro quando l'odio di Steiner per lo stato di Israele divampa di più. I nostri sono gli alleati di un tempo, magari ora nemici o i nemici di un tempo magari ora amici. Il primo elicottero incombe sulla radura. Poi ne sopraggiunge un secondo e il rombo continua. La cosiddetta civiltà alla riscossa. Sanno bene loro, cosa farsene, di Hitler. Funzionerà per ogni programma televisivo pubblico e privato. I mass media sono in festaOreste del Buono

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele