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B B B UENOS AIRES — Se la casa di un uomo è un po' 11 suo ritratto, quella dello scrittore argentino Ernesto Sabato — una vecchia villa nei dintorni di Buenos Aires — ne mostra chiaramente le molteplici facce creative, con tanti '. angoletti ed ambienti per «viverla» secondo i momenti, le attività e gli umori, nel corso delle sue giornate. Angoli raccolti e ombrosi, spazi luminosissimi, giardini e cortili in quantità, che parlano non di lussi, ma di'un vere amore per l'aria e il verde. In questa casa, assieme a Matilde, sua inseparabile compagna di vita. Sabato scrive, dipinge, pensa, sente. Credo che debba sentirsi a suo agtc, nell'ambiente giusto, perfino nei frequenti' momenti di tristezza o di angoscia del suo essere. Un essere che, benché si confessi pessimista e amareggiato, sa entusiasmarsi e discorrere di ideali e di progetti di vita a lunga scadenza. Un essere impegnato fermamente a seguire, nella misura del possibile e delle contraddizioni umane, 1 pochi, ma solidi principi che hanno delineato la sua vita: onesta, fervore umanistico e umanitario, generosità, coraggio, piena responsabilità dei propri atti. Egli è, infatti, un intellettuale che ha tenacemente tentato di essere coerente con sé stesso e con le proprie idee. Recentemente si è registrata una dura polemica tra alcuni intellettuali argentini ohe da tempo vivono a Parigi, come Julio Cortazar, ed altri che sono rimasti nel Paese, come Lei stesso, accusati di essere, oggettivamente, complici del regime. Eppure Lei, durante questi anni, ha protestato sistematicamente contro la violazione dei diritti umani, contro la censura e la «scomparsa» di persone. Che cosa ne pensa di questa polemica? «Mi hanno parlato di un articolo di Cortazar circa il "genocidio culturale in Argentina". Cosi come ebbi notizia di attacchi mossi contro noi che siamo rimasti qui, come se fossimo complici della dittatura e dei suoi crimini. Mi spiace che uno scrittore tanto importante come Cortazar si unisca a queste accuse, perché egli sa bene che in questo tragico periodo ha lottato per la libertà, correndo tutti i rischi che si possono immaginare. D'altra parte, Cortazar non è un emigrato politico giacché se ne andò dal Paese una trentina di anni fa. In quanto all'espressione "genocidio culturale", non risponde strettamente alla realtà. Che la Giunta abbia tentato di commetterlo è una cosa, un'altra cosa è che ci sia riuscita». La vita universitaria e l'Insegnamento in generale sono diventati mediocri e grigi, il giornalismo, e le case editrici soffrono la censura, parecchie decine di giornalisti "scompar- Polernica tra i due romanzieri: Cortazar aveva accusato gli intellettuali argentini rimasti in patria di rendersi complici della dittatura. Sabato ribatte: «Ho lottato per la libertà correndo tutti i rischi che si possono immaginare. La-nostra cultura è troppo profonda perché un regime di forza possa liquidarla. Qui nemmeno la malvagità è perfetta» Eugène Sue Ernesto Ferrerò Sand, quarti nobili insomma. Però Sue, o il feuilleton in genere, aveva scoperto qualcosa in più, cioè l'applicazione alla letteratura di un ritmo «naturale», la linea retta invece del cerchio concluso, nell'infinito rinvio da oggi a domani. C'è còme una coincidenza tra vita, o «natura», e racconto, un racconto che può essere interrotto più che chiuso, pronto a riprendere giorno via giorno. Grossa scoperta, astuta, riciclata oggi dai serial* televisivi e un poco dai fumetti, in una sequenza d'avvenimenti che potrebbero non finire mai. In più s'aggiunga* al conto l'abilità artigianale di Sue in un'operazione emotiva e consolatoria che passa attraverso i visceri, che li sfrutta, secondo le più antiche ricette catartiche o edificanti, la strada maestra, per far passare i «messaggi». E nulla è lasciato, in un accumulo di funzioni e di imprevedibili attese (almeno fino a quando il prodotto si industrializzerà), che è proprio il segno di riconoscimento stilistico del genere e dei Misteri. Basti pensare alla storia di Maria. Essa è si una prostituta, redimibile però e perciò redenta da. un operaio. Operaio? Macché, è il granduca Rodolfo travestito e lei... si scoprirà che lei è sua figlia, cui non resta, per obbligo di schema, che farsi monaca e morire. Dunque: travestimento (del granduca), agnizione (di padre e figlia), inseguimento (dei lenoni), allontanamento, pentimento, redenzione (nella morte)... Tutto così chiaro? Mica tanto se la sua abilità ambigua riuscì ad ingannare i padri del socialismo.

Persone citate: Cortazar, Ernesto Ferrerò Sand, Ernesto Sabato, Julio Cortazar

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Parigi