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mi Mi mi Mi certo ordine, temporale, variabile, ciascuno secondo certe rattcristichc, variabili essenzialmente con l'ambiente, con nicchia che una nascita casuale ci ha imposto? Si può forse dire che esistiamo come individui quat niente, di ciò che ci costituisce come individui, ci appartici Quando l'individuo rappresenta solo una confluenza, un f ticolate punto di incontro «degli altri»? la nostra morte r è forse, in definitiva, la morte degli altri? Questa idea viene espressa perfettamente dal dolore < proviamo per la perdita di una persona cara. Abbiamo int dotto, nel corso degli anni, questa persona cara nel nos sistema nervoso, essa fa parte della nostra nicchia. Le ini mcrcvoli relazioni stabilitesi fra lei e noi, e da noi interia zate, la rendono parte integtante di noi stessi. Sentiamo dolore per la sua perdita, come un'amputazione del nostro cioè come la soppressione brutale e definitiva dell'atti^ nervosa (di upa parte, si può dire, del nostro sistema ner so, dato che la sua attività è sostenuta dalla materia biolog che avevamo ricevuto da lei. Non piangiamo lei, ma : stessi. Piangiamo quella parte di lei cne era in noi e che. necessaria al funzionamento armonico del nostro sistema r voso. Il dolore «morale» è il dolore di un'amputazione sei anestesia. Henry Labori

Persone citate: Henry Labori