Nell'albergo di Terra abita l'avventura di Stefano TerraLorenzo MondoStefano Terra
Nell'albergo di Terra abita l'avventura Romanzo Nell'albergo di Terra abita l'avventura SI può dire di Stefano Terra quello che viene detto di Giovanni Rigamonti nell'ultimo romanzo dello scrittore torinese-ateniese che ha il titolo cosi catturante di Albergo Minerva: «Ogni volta riusciva a rinnescare l'avventura: E davvero non conosco un altro romanziere italiano che sia posseduto come lui da questo talento, da questa capacità di aderire alla vita come peripezia, seguendo un estro vagabondo e generoso: prima ancora che nei libri, nell'esperienza dell'uomo, cospiratore, giornalista, diplomatico e, appunto, personaggio di ventura. Anche se in lui la peripezia si dispone prevalentemente, come un .tatuaggio delia memoria. La lotta solitaria, nella quale si risolve il culmine di ogni avventura, ha quasi smarrito nei romanzi di Terra le lontane origini populistiche e anarchiche e si svolge accanita nella coscienza dell'eroe, che abbandona la compagnia degli energici avventurieri di Malraux per affiancarsi piuttosto a quelli declinanti di Graham Greene. Questo mi sembra di leggere in Albergo Minerva, che ha il suo centro dinamico e poetico nella vecchia piazza romana spartita dalle ineguagliabili quinte del Pantheon, della basilica, dell'elefante berniniano che porta sulla schiena il piccolo obelisco. All'albergo, ricetto un tempo di ecclesiastici titolati. arriva in un torrido ferragosto Giovanni Rigamonti: ha un appuntamento, e poi deve recuperare da un deposito di sicurezza le carte scottanti che raccontano 1 segreti di una potente compagnia petrolifera. Ma l'albergo decaduto è stato chiuso, è pieno di polvere e saccheggiato dai ladri. Rigamonti, mentre si prepara a scardinare la saracinesca che custodisce il tesoro, ne fa il suo fortilizio e, involontariamente, la sua giungla. Aspetta infatti un killer della Compagnia, aggirandosi tra il superstite decoro dell'albergo, in amicizia con un gatto randagio come lui, come lui in agguato. ##* - Si vede qui in modo, trasparente come ha lavorato la fantasia di Terra. La cronaca politica italiana (la compagnia petrolifera ricorda inevitabilmente l'Eni) con i suoi scandali e misfatti, ha riattivato il risentimento di una volta, ma Terra, troppo disilluso e letterariamente scaltrito, si guarda bene dal rifare il romanzo impegnato: il suggerimento iniziale vale appena a scatenare il thrilling, una storia di inseguimenti e attese, non soltanto omicide ma amorose. Prima che dall'assassino Rigamonti sarà raggiunto da una donna, che da anni ne segue le tracce e ne studia le intenzioni (il suo punto di vista ci viene offerto a capitoli alterni, in un procedimento a dittico) e alla fine sarà sua alleata, si «convertirà» alle ragioni della vittima. L'uomo, lei lo sa, conserva nella coscienza doppifondi non tutti onorevoli. Da giovane ha lasciato la Compagnia, che lo fa spiare assiduamente, per rifiuto morale, per desiderio di libertà, ma in Medio Oriente e in Africa si è invischiato in oscure, sanguinose imprese mercenarie. Adesso però non persegue che un solo scopo: aiutare con i proventi delle sue memorie una comunità di Piccoli Bianchi che si è rifugiata in una enclave africana, aiutandoli a liberare dalla foresta una capitale morta. La città mondata dalle colpe del colonialismo e dall'arroganza dei .vincitori, appare io. tutta la sua improbabilità quale immagine di una nuova utopia. Rigamonti scopre, con una limpidezza mài prima raggiunta, di essere «un vecchio adolescente scappato di casa da tempo immemorabile che riprende la strada dell'avventura a ogni stagione». E la buona avventura dell'albergo Minerva sarà quella risolutiva. Svelto, pulito, il romanzo di Terra si legge d'un flato. Pavese, Apollinaire, Camus (e un meno congruo Bilenchi) gli offrono le epigrafi che testimoniano, per altro verso, l'approdo del giramondo Terra all'esotismo del cuore. Lorenzo Mondo Stefano Terra, Albergo Minerva, Rizzoli, 149 pagine, 10.000 lire. • L'obelisco (Iella Minerva realizzato dal Bernini
Luoghi citati: Africa, Medio Oriente
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