I palindromi di Boito

I palindromi di Boito I palindromi di Boito Esce a giorni negli -Oscar» Mondadori un'antologia di Poesie e racconti di Arrigo Boito a cura di Rodolfo Quadrelli, di cui altri parleranno più seriamente. In questa sede ricordiamo che Boito fu un grande maestro di giochi verbali, e segnaliamo un fascicolo fresco di stampa, da aggiungere alle future bibliografie. E' il numero unico, 1982. della vecchia rivista enigmistica genovese -Aenigma», che ha sospeso le pubblicazioni regolari anni fa. Qui si legge un articolo su Arrigo Boito di traverso, a firma Fra Diavolo (Carmelo Filocamo). Con molto scrupolo vi si studiano certi giochi die faceva Boito, soprattutto palindromi (esempio famoso «E' fedel non lede fe' / e Madonna annod'a me»;. Come è noto, Boito scrisse anche palindromi musicali. Fra Diavolo però sostiene che Boito fu anche inventore di un gioco die si potrebbe chiamare «pseudobifronte: Consiste nello scrivere parole apparentemente inventate, di una lingua immaginaria, che prendono senso se lette all'incontrarlo. Ce n'è in Re Orso e nelle lettere a Federico De Roberto. Per esempio: -O nitercol». L'applicazione del principio dello -pseudobifronte» è frequentatissima coi nomi propri, soprattutto a livello infantile. Basta stare at-1 tenti: Paolo si maschera da Oloàp, Maria si finge Airàm. In Noi vivi a un neonato si impone il nome di Ninel (Lenin). Nelle lettere di Proust gli amici Fenelon e Bibesco diventano Nolenef, Ocscbib. a e. a.