Il prode Orlando a Roncisvalle è un martire cristiano

Il prode Orlando a Roncisvalle è un martire cristiano Uri classico dell'epica medievale Il prode Orlando a Roncisvalle è un martire cristiano S9 ALZA il sipario sulla Chanson de Roland'. Re Marsilio subdolo saraceno, che dedica le sue eclettiche cure religiose a Maometto come ad Apollò come a un vagante terzo Dio di fantasia, è nel suo trono nella ancor inespugnata Saragozza. Marsilio non sembra dotato di sottile perspicacia : è — si vedrà presto —supponente e impulsivo: ma ha un saggio che gli consiglia di disfarsi di Carlo con l'inganno. La scena cambia, 1 messaggeri sono da Carlo — Carlo finirà per mandare Gano ambasciatore da Marsilio—: come è comparso sulla scena Gano, ecco che.il poeta della Chanson de Roland ha annunciato, a noto basse, solennemente funebri, il tradimento e la rovina'. Da questo punto in poi, 1 fatti procedono come il destino ha predisposto: Gano stringerà con Marsilio un turpe patto. Ed ecco il dialogo più avvincente del poema: da una parte c'è il . traditore-che mostra per il figliastro Orlando ™l>rt*uWW8ua affannata invidia che'ffltro ridn é che amore frustrato per Cario, del quale Orlando è 11 prediletto nipote: la gelosia divampa scoprendo forse un delirio più contorto e segreto e Gano sembra parlare solo per se stesso; dall'altra parte Marsilio, che gli fa da contrappunto inelegante, che mira a sfruttare la situazione subito, cho .cialtronescamente insiste nel dare del decrepito a Carlo (alla corte del Saraceno si distinguono per insuperabile rozzezza: la regina, per esempio, nell'offrire a Gano due collane, arriva ad assicurargli, credo con beffarda allusione alla cristianità, che valgono di più di tutti i tesori di Roma...). Dopo questo dialogo, tutto è ormai sulla via di sgretolarsi, di corrómpersi, preda di Lina turbinosa fatalità, con l'aggressiva velocità delle cose che rotolano: Carlo seppellisce nel sonno i sogni rivelatori: «Le decisioni più gravi sono soltanto ratificate da lui... quasi fosse vietato alla sua preveggenza di turbare il decorso provvidenziale degli avvenimenti» (sono parole di Cesare Segre, tratte da un suo celebre saggio sugli schemi narrativi della Chanson). S'avvicina precipitosamente il «momento» di Ronclsvalle, che vedrà 11 destino di Orlando irreparabilmente compiuto. Ma Orlando, l'eroe, la vittima protagonista, è sicuro, in quella baldanza un po' Impudica dei martiri: poiché «un martire non può essere incosciente* (è ancora Segre) «to certezza della prossima morte sarà confessata da Orlando solò alla fine della battaglia». E martire è Orlando: a imitazione di Gesù, prodigi avvengono alla sua morte, il Oano-Giuda è uno del dodici pari e poi, mi' sembra ci sia ■anche uh altro non insignificante dato, che ha un riscontro evangèlico, nel rifiutò ostinato di Orlando di chiedere la salvezza al Padre-Imperatore (l'Invocazione col corno avverrà quando sa Che la sua sorte è ormai segnata). Insuperabile 11 modo del poeta di narrare le fasi psicologiche della grande battaglia, il suo forte poetico romanzesco: ma tutto intero il poema è mosso dalla poesia. La Chanson, scritta presumibilmente fra il 1050 e il 1090, resta la più importante testimonianza dell'epica francese medievale e il punto di partenza di tanta produzione cavalleresca posteriore, quale quella, colta, tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento italiani. La redazione più antica che possediamo è quella di Oxford; dovuta a una copista anglo-normanno; l'iiitohaztont. recitativa del poema—è diviso in lasse 0 nuclei di decasillabi assonanzatl — è quella delle canzoni di gesta destinate ai soldati come ai pellegrini alle corti come al popolo. E' probabile che la Chanson ricalchi testi precedenti: richiamandosi però al presente del poeta. L'avvenimento essenziale del poema, si apprende scarnamente dal biografo di Carlomagno: nel 778 la retroguardia dell'esercito dei francesi viene sconfitta dai baschi a Roncisvalle. Ma ci voleva un poeta per dare a ogni sconfitto, da una parte e dall'altra, la «sua» morte: ogni morte è diversissima dalle altre, per un'insistenza, una nota d'amore o di merito o di apprensione: anche se il sangue cristiano dei francesi è sempre soave e gli scudi troppo gemmati degli infedeli color pece sono sempre di diabolica fattura. Una delle figure più toccanti è quella di Oliviero, l'amico di Orlando: come si discosta da tutti i modelli del poemi epici greci, per quell'adolescenziale amore-odio, quella mite alterigia. L'angelo Gabriele che compare infine al malin- conico Cario per annunciare la nascita di una nuova impresa è uno splendido sigillo di grazia poetica. Rossana Gmbres ; La Chanson de Roland, a cura di Graziano Ruftini, con testo critico di Cesare Segre, Guancia, 294 pagine, 13.000lire. >., ■.'■<

Persone citate: Carlo ? Carlo, Carlomagno, Cesare Segre, Graziano Ruftini, Re Marsilio, Roncisvalle, Saraceno, Segre

Luoghi citati: Apollò, Oxford, Roma