Sulla tastiera di Rubinstein la musica è spettacolo e saggezza di Giorgio Pestelli

Sulla tastiera di Rubinstein la musica è spettacolo e saggezza Si concludeT «opera omnia» del maestro Sulla tastiera di Rubinstein la musica è spettacolo e saggezza QUANDO erano vivi e circolanti Schnabel, Backhaus, Fischer e Gleseldng, Artur Rubinstein (erano tutti coetanei, salvo Gleseking più giovane di dieci anni) aveva fama di estrosità sospètta, grande virtuoso, grande personalità certo, ma un po' balzana, un po' facile, da abbinare in campo direttoriale a un Leopold Stokowski. Era In parte una questione di contorni e di pubblicità: l'America come sfondo (nàto in Polonia nel 1887. Rubinstein è cittadino americano dal 1946), il film Carnegie Hall, dove compariva assieme ad altri grandi (Mitropulosl a vedergli gli occhi quando dava l'attacco al Me fi sto di Liszt si capiva tutto del suo fuoco interpretativo); e poi l'Intera colonna sonora di un piaccicoso technicolor, Non ti appartengo più, e i sigari, e i grandi cappelli panama; ma non era solo cornice americana e aria di Hollywood. C'era In lui stesso un fare spettacolare, eccentrico: non suonava la Danza del fuoco di De Falla mulinando le mani a uncino mezzo metro dalla tastiera?. Non scuoteva 11 pianoforte, quasi salendoci sopra, quando rovesciava sul pubblico Navarro di Albeniz, uno dei suoi bis far voritl? Con tutto ciò, quando quei maèstri tedeschi, austriaci, svizzeri, scomparvero, tutto il suo pianismo divenne pòco alla volta più composto e quella esuberanza sembrò In ogni caso solo un lato della sua personalità, un sintomo di una concezione generale della musica nutrita di compiaciuta facilità. Impossibile compendiare il modo di suonare di Rubinstein in una o due formule, in una filiazione culturale; era una sorpresa continua. Come un ci- melio conservo un disco RCA Victor degli Anni Cinquanta con il Quarto Concerto di Beethoven, suonato da Rubinstein con slr Thomas Beecham che dirige la Royal Phllarmonie Orchestra; cosa sembrerebbe più lontano da Rubinstein del Quarto Concerto1! e di quel mozartiano perfetto che era Beecham? Eppure l'opera vive della più limpida classicità, nonostante che poi Rubinstein ci inserisca una ca-' denza di Saint - Saens, francese e tardo romantica, ma di affascinante bellezza Erano queste quadrature del cerchio gli oc- « casionali miracoli fatti da Rubinstein. Aveva un repertorio immenso di musiche di ogni paese, ma conosceva 1 suoi limiti: sorprendentemente scarse ad esempio, rispetto al favore sempre crescente, le sue esecuzioni delle «ultime» Sonate di Beethoven; la musica problematica non era quella In cui si sentiva più a suo agio, e se ! usciva dalie-Sonate più celebri (Patetica, Chiaro di luna, Aurora, Appassionata) era per lo spirito della Sonata op 31 n. 3, costan- , temente presente negli ultimi concerti, o per la varietà di colori dell'op. 2 n. 3. Negli ultimi anni In cui ancora suonava (cioè fino a pochi anni fa), aveva raggiunto una sorta di spiritosa saggezza che gli faceva trasformare in gioielli le Mazurche di Chopin; senza che la tensione cantante dei Notturni si fosse allentata; né l'energia delle Polacche, fra le quali specie quella in fa diesis minore brillava di sfolgorante nobiltà. La sua resistenza fisica era sempre stata proverbiale (a settanta, ottant'annl suonava in una sola sera 1 due Concerti di Brahms, o tre Concerti di Beethoven); ma era anche capacità di rinnovarsi, vitalità e Istinto. Ora, come generoso omaggio a Rubinstein in occasione dei suol 95 anni, la RCA ha messo in circolazione, col titolo -Tutto Rubinstein», una serie di reincisioni che è un vero ' capitolo di storia dell'Interpretazione pianistica; e non solo pianistica, perché l'interesse tocca anche i direttori d'orchestra e la musica da camera, che vede accanto al pianista polacco solisti come Szeryng, Fournier, Heifetz, Piatigorsky. La serie è articolata in un totale di quasi 100 dischi, alcuni raggruppati in album particolari: un cofanetto di 10 dischi comprende quasi tutto Chopin, uno di 7 dischi è dedicato a . «Dieci grandi concerti per pianoforte» (e orchestra), con Beethoven, Brahms, Liszt. Cialkovski, Grieg, Rachmaninoff, Chopin, Mozart, Schumann, e un altro di 5 dischi, inciso pochi anni fa, è dedicato ai cinque Concerti di Beethoven con la direzione di Barenboim. Si può dire che tutto il repertorio romantico sia presente In questi dischi; oltre a Chopin, che domina in lungo e in largo, si avvicendano capolavori di Brahms, Francie. Liszt , (una storica esecuzione della Sonata in si minore), Schubert, Schumann; fra le pagine meno conosciute gli adorati spagnoli, lavori minori di Ravel e Debussy, lo ' Scherzo-valse di Chabrler, una pagina che diventa esplosiva sotto le dita di Rubinstein. Giorgio Pestelli

Luoghi citati: America, Hollywood, Polonia