Tra gli alambicchi Jung" ! . '::lì ; : incontrò l'inconscio

Tra gli alambicchi Jung" ! . '::lì ; : incontrò l'inconscio Tra gli alambicchi Jung" ! . '::lì ; : incontrò l'inconscio ESISTONO, nella storia della cultura europea, strade poco battute, sentieri abbandonati, costruzioni insolite della cui funzione si è persa memoria. ■ Sono linee di pensiero e prodotti culturali che, essendo eterogenei rispetto ai valori affermati in una data epoca, vengono considerati come pure stravaganze o reinterpretati in funzione dei valori dominanti. E' questo certamente il caso dell'alchimia a partire dall'illuminismo. Con il progressivo affermarsi della mentalità razionalista e delle scienze della natura, l'alchimia è stata relegata nel deposito dove vengono conservati, ad uso degli antiquari e degli eccentrici, i mostri della ragione o, piii semplicemente, le .curiosità* culturali. Considerata come una specie di protochimica piuttosto fantasiosa e inconcludente posta al servizio del desiderio di arricchirsi (trasformare in oro i metalli vili), l'alchimia è stata ed è tuttora spesso considerata come un impasto di mentalità magico-infantile e di ingenua o astuta ciarlataneria. Non si negherà tra gli alchimisti la presenza di ciarlatani, ma il punto non è questo. La revisione critica dell'ingenuo etnocentrismo di stampo ottocentesco e la parziale dissoluzione della mitologia scientista hanno favorito nel nostro secolo una revisione della interpretazione corrente di quell'insieme di pratiche e di speculazioni che va sotto il nome di alchimia. Perciò è oggi possibile affiancare al modello interpretativo di tipo positivistico almeno altri due modelli: quello esoteri¬ co-tradizionalista, e quello psicologico. Entrambi concordano nel considerare secondarie,e propriamente simboliche, le operazioni' pseudochimiche volte ad ottenere l'oro, ma divergono poi nell'attribuzione dei significati inerenti alla immaginazione alchemica. L'orientamento tradizionalista — che ha trovato in 'Alchimia* di Titus Burckhardt la sua sistemazione più compiuta e coerente — si pone all'interno dell'universo storico-culturale in cui è comparsa la prassi alchemica: è questo l'universo dell'uomo arcaico, per il quale — come scrive Eliade — «la natura era una fonte di ierofanie (manifestazioni del sacro) e il lavoro un rituale». In questa prospettiva generale,, arricchita di apporti platonici e gnostici, l'alchimia diventa una sorta di iniziazione mistica attraverso cui l'anima ritorna all'unità indivisibile dello Spirito. Le operazioni di carattere chimico divengono dunque simboli di operazioni interiori e, per dirla col Burckhardt, «l'oro corrisponde alla condizione sana e originale dell'anima, che riflette liberamente e' senza distorsioni lo Spirito divino; 11 piombo corrisponde invece allo stato di infermità deformazione e morte che non è più in grado di riflettere lo Spirito» Jl processo interiore illustrato e agito nelle operazioni alchemiche corrisponderebbe in definitiva a un passaggio (un « salto ontologico-) dal mondo delle apparenze a quello delle cause. La psicologia del profondo — per merito soprattutto di C.G. Jung, che ha dedicato

Persone citate: Burckhardt, Eliade, Jung, Titus Burckhardt