Solo un etiope ha battuto Cova

Solo un etiope ha battuto Cova La «Cinque Mulini» del cinquantenario vinta dal siepista Tura Solo un etiope ha battuto Cova DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE , 8. VITTORE OLONA — Ancora un cross, ancora un etiope primo. E' il quasi trentaduenne Eshetu Tura, terzo nei 3000 siepi di Mosca, ad aver firmato l'edizione del mezzo secolo della ••Cinque Mulini» che per l'Italia ha comunque significato ritrovare, dopo sei anni, un uomo sul podio. Allora Franco Fava dietro al tanzaniano Bayi e davanti ad Ortis, ieri Alberto Cova, che ha visto premiata dal secondo posto la sua splendida gara. Confortando la tradizione, né poteva essere diversamente visto il qualificatissimo campo dei partenti, la .Cinque Mulini, è stata l'ideale rivincita del cross delle Nazioni, corso otto giorni prima a Roma. Kedir, l'ex portaborraccla di Yifter, ha difeso il suo fresco titolo di numero uno del cross mondiale con grande determinazione, procurando con un paio di .strappi, potentissimi verso metà gara la selezione nel gruppetto dei primi che comprendeva sette elementi: due etiopi, appunto Kedir e Tura, il neozelandese Dixon, l'inglese McLeod, il tedesco orientale Schildaucr, l'australiano De Castella e l'azzurro Cova. I decisi cambi di ritmo hanno avuto l'effetto di stroncare De Castella e Schildauer, quindi lo stesso Kedir che con Dixon ne era stato il principale interprete. Cosi al comando si è formato un terzetto (Tura, Cova, McLeod) che ha lasciato soprattutto all'inglese il compito di dettare il ritmo. All'ultimo giro la gara si è decisa in prossimità del mulino Meraviglia, l'unico ri- masto a legittimare il nome della gara che si snoda su un percorso alla sinistra dell'Olona. Cosi ha rivissuto Cova, dopo il traguardo, quegli attimi: «Entrare per primo nel mulino significava ipotecare il successo: lo sapevamo tutti e tre ed in pratica la volata decisiva è stata quella che abbiamo fatto per assicurarci l'ingresso. L'ha spuntata Tura, io ero secondo e questa posizione ho conservato fino al traguardo, distanziato di quei cinque-sei metri accumulati in quel passaggio». In effetti, per transitare all'interno del mulino il percorso si stringe lasciando passare un concorrente per volta: chi è in testa ha il vantaggio di vedere luce, dì poter guardare dove appoggia i piedi. Tura vincitore, dunque, a conferma della superiorità della scuola etiope che ormai vede in Yifter il campione attempato non più in grado di esprimersi sui ritmi dei primissimi (ieri è finito decimo), e che pure trova valide alternative in quelli che fino a quando il grande Mlruts non sentiva il peso degli anni (è incerta la sua data di nascita, però si dice ne abbia 38) erano i suoi gregari. Alle spalle di Tura, comunque, è piacevolissima conferma il secondo posto, di Alberto Cpva, che nell'inverno è stato di gran lunga il miglior mezzofondista italiano, ben dosando i suoi impegni e presentandosi sempre al meglio, dai campionati europei indoor, quando fu secondo sui 3000, al croàs delle Nazioni che lo ha visto settimo al traguardo. La piazza d'onore conquistata ieri è l'ultima conferma di come certe remore, certe indecisioni che sembravano attanagliarlo negli appuntamenti cui era maggiormente atteso, facciano parte del passato. Ventitré anni compiuti il primo dicembre. Cova che è di Inverigo — una manciata di chilometri da Como —, è maturato nella Pro Patria Pierrel sotto l'attenta guida di Giorgio Rondelli. I successi di quest'inverno dovrebbero averlo convinto che anche blasonati campioni (Schildauer in testa visto che per due volte è terminato alle sue spalle, sia a Roma sia ieri) possono essere battuti. E d'altronde il fatto che Alberto non aspetti sempre che siano gli altri a dettare l'andatura ma prenda l'iniziativa quando se la sente, è chiaro indice della sua maturazione. Giorgio Barberis Tura all'uscita dal mulino inseguito da Schildauer

Luoghi citati: Como, Inverigo, Italia, Mosca, Roma