Se Emilio Pucci avesse il potere

Se Emilio Pucci avesse il potere Se Emilio Pucci avesse il potere II grande creatore di moda potrebbe diventare sindaco per la de - Ecco che cosa farebbe FIRENZE — La sua sigla è anche sulla Luna. Fu l'astronauta Se. :f t a chiedergli, per «Apollo 15» un emblema che dessp all'impresa qualcosa nella raffinatezza del design italiano. Il marchese Emilio Pucci Immaginò i tre astronauti come tre navicelle stilizzate. Mostra la foto scattata da lassù. La navicella, la bandiera, e su un cratere una «E» che vuole dire Emilio. • Una civetteria» ammette; •Chi non ne ha?». Ma si contenta anche di meno. Esibisce la lettera dì un amico americano: -Sono a metà dì un libro giallo; finora ho trovato tre volte il tuo nome». Ha disegnato le divise delle vigilesse di Firenze; tutti d'accordo che sono le più belle del mondo, ma le ha «corredate» di slip raffinatissimi. «La ringrazio, sotto l'uniforme mi sento donna», gli scrive una vigilessa. Nel suo palazzo (patio splendido, cancellate di ferro battuto, stanze enormi, preziosi tappeti nei corridoi) ci si aspetta che entri o esca un Medlci. e invece il via vai è| tutto di giapponesi che ven-j gono a comprare modelli. , Ha fatto l'ultima guerra in , aviazione, è pluridecorato, j Deputato per due legislature sta in Consiglio comunale a Palazzo Vecchio come oppositore del sindaco comunista Elio Gabbuggiani. Un passato da romanzo che ha il suo episodio più drammatico nel recupero dei diari di Ciano e nel viaggio in Svizzera con Edda Ciano e i figli. In quei giorni fu arrestato e torturato. Preferisce non parlarne. — Marchese, nella rissa per il posto di sindaco di Firenze fra comunisti e socialisti, spunta anche il suo nome. «Firenze mi vuole bene, ma non può chiedermi quello che non sono certo di poter fare. Volevano che facessi anche il presidente della Fiorentina. Ho detto di no. Non che voglia vivere in un tunnel di cristallo. Ma per fare il sindaco non basta il prestigio. Prima di andare a Palazzo Chigi, Spadolini forse ebbe i miei stessi dubbi. Ci sta riuscendo bene. Ma prima lo sapeva? Con questo, non sono estraneo alla mia città. Mi sto battendo in Comune, per quanto un'amministrazione socialcomunista non lasci molto spazio». — Marchese, lei nasce politicamente «liberal». Come | | i ' ! r mal il suo passaggio improvviso alla de? «Sono stato liberale per 17 anni, poi sono passato in una Usta indipendente, appoggiata alla de. Il motivo è uno solo: a Firenze, politicamente, mi è stata fatta una guerra durissima. Qui contano anche forze oscure». — Massoneria? «Meglio non parlarne». — Il suo titolo, con quelle che da mille anni si porta die tro, le è stato di aiuto? «Direi proprio di no. Da ragazzo il maestro mi diceva. "Ti meriti appena un sei, tu che ti chiami Pucci". In aviazione, guai se non ero più bravo degli altri. Il fascismo, poi, non ebbe molte simpatie per gli aristocratici. Per essere sincero, dirò che chiamarsi Pucci è importante all'estero, specialmente negli Stati Uniti, dove il fascino dell'aristocrazia è forte». — Che ne pensa del sindaco Gabbuggiani? «E' un uomo die merita rispetto. Non dimentichiamo che Firenze ha problemi enor- | mi, e diversi da qualsiasi altra j città. Non fa pesare troppo la , sua ideologia, se non nei gran , di contrasti. In Parlamento, j ho visto molto più infransi gema. Rissa in Comune, oggi? Certo, ma c'è sempre stata. Mi chiedo se un altro avrebbe fatto meglio di Gabbuggiani. e non trovo la risposta. Certo, molte cose non vanno. Da anni insisto per una maggiore utilizzazione dell'edilizia fiorentina, a favore della gente. | Le faccio un esempio. Un pro| zio di Amerigo Vespucci lascia i alla città un ospedale, moder' no, in centro. Oggi il malato ! deve finire a Torregalli. a Carreggi, a Santa Maria Nova, o in periferìa o nel traffico convulso della città. Firenze (27 mila interventi di pronto soccorso all'anno) è la città dove è facile morire in barella. Da dieci anni l'antica Manifattura Tabacchi di via Guelfa è vuota: si trova nel centro della città universitaria, potrebbe alloggiare centinaia di studenti». —E invece? • Certe soluzioni dormono. E mi fa rabbia. Andie perché non si bada a spese per le gazzarre festaiole (e costosissime) dell'assessorato alla Cultura. Stiamo cercando di vivere due esistenze: una da poveri, l'altra da scialacquoni. Non mi pare giusto. Ma questa non è una crìtica ai comunisti. Ami. Bisogna riconoscere al pei di aver liberato masse di energie stordite dalla prevaricazione dei padroni. Insomma, non mi 'piacciono i carnevali a spese idi tutti, né i gemellaggi con | trasferte collettive anche oltre | Oceano. Dovremmo essere più seri. E, soprattutto, cedere meno alle ideologie... — Marchese, che cosa vuol dire la sua professione? «Creatività, in un mondo che sta appiattendosi. Dare gioia con l'amore per le belle cose. Vìncere l'alienazione con il ritorno allo stile di vita. Aiutare la gente a scoprire, anche negli oggetti d'uso, attimi di serenità. La gente vestita male non è felice. E' un fatto fisiologico», g. e.

Persone citate: Amerigo Vespucci, Ciano, Edda Ciano, Elio Gabbuggiani, Emilio Pucci, Pucci, Spadolini

Luoghi citati: Firenze, Stati Uniti, Svizzera