I fratelli D'Ursi arruolarono tra i PI amici, fidanzati e compagni di scuola di Lorenzo Del Boca

I fratelli D'Ursi arruolarono tra i PI amici, fidanzati e compagni di scuola Compaiono oggi in corte d'assise, imputati di terrorismo con altri otto della banda I fratelli D'Ursi arruolarono tra i PI amici, fidanzati e compagni di scuola Ancora un processo per terrorismo. Alla sbarra in seconda sesione d'Assise (presidente Antonello Bonu, pubblico ministero Alberto Bernardi) dieci «piellìni» — i fratelli Francesco e Rosetta D'Ursi, Carlo e Giorgio Matta, Giovanni Vegliacasa, Ettore Peyrot, Anna Ban Macario, Felicita Bertiero, Olmitella Lamatrice e Monica Sottomano — accusati di aver dato l'assalto al negozio di scarpe «Colombino» di via Coppino. L'attentato il 27 maggio 1978. Il «commando», armi in pugno, ha rapinato l'incasso e gettato bombe «molotov» nel magazzino. Il «colpo» è stato rivendicato poi con una telefonata dei «nuclei comunisti armati». In tribunale sono difesi dagli avvocati Perla, Annoni, Foti, Bert. Cenerino. Gli imputati erano un gruppo di amici, parenti, compagni di scuola, fidanzati. Rosetta D'Ursi — nome di battaglia Sandra — è stata la responsabile di una delle due «ronde» del centro. Ha lavorato nelle retrovie. Con una racchetta da tennis che si fa prestare da | Paolo Salvi parte per una «ricognizione» al commissariato Mlrafiori (die poi salta in aria): cerca documenti sulla Fondazione Agnelli e sulla scuola di via Ventimiglia (dove fanno irruzione i terroristi); fa la posta al bar di Carmine Civitate (che viene massacrato da «Prima Linea»). Infermiera del gruppo, sta al capezzale di «Ivan» Fabrizio Giai ferito in faccia du- ! rante ,a rapina di Strambino. E' lei che si preoccupa di la! vargli la ferita e di cambiare i le medicazioni. I Impugna anche la pistola quando c'è da sparare alle I gambe dell'ostetrica Nigra. Il •. «commando» è agli ordini di Giai ma Rosetta D'Ursi deve \dare forfait all'ultimo moinento. Racconta Roberto ' Sandalo: «Fu colta da una cri- 'si nervosa per la paura e ri \ masè tutto 11 tempo nell'atrio dell'appartamento». Il sangue le faceva senso. La D'Ursi aveva il compito di trovare nuovi soldati per «pìelle» e prima di tutti pensa di arruolare il fidanzato Giovanni Vegliacasa — Igor e Luca per la battaglia — che avrebbe partecipato all'attentato alla caserma di Gassino (con Marco Donat-Cattin), alla caserma Monviso (il 5 novembre 1979), alla caserma di Orbassano Il personaggio più importan te del gruppo, però, è Francesco D'Ursi che fra gli amici della rivoluzione proletaria era chiamato Giacomo e Dino. Latitante per anni, arrestato sul treno Napoli-Milano, compare per la prima volta in tribunale dietro le sbarre. E' un terrorista della prima ora. Lui presenta Roberto Sandalo a Bignami e Laronga appena prima, di costituire il nuovo comando di «Prima Linea» a Torino composto da Sandalo, D'Ursi, Giai e Bignami. Francesco D'Ursi distribuisce le armi ai soldati che partecipano alla «notte dei fuochi» quando era stato programmato di dare l'assalto alle caserme dei vigili urbani «colpevoli» di distribuire i questionari sul terrorismo. Per sé tiene una pistola «sporca» die arriva da via Millio. Partecipa all'attentato al commissariato di Porta Palazzo, al ferimento di Romano Grazio, all'irruzione nella sede dei vigili di via Finalmarina, alla distruzione degli uffici dell'impresa Navone, alla «perquisizione» nell'agenzia pubblicitaria Manzoni. ■'E, in vista dell'omicidio Civitate,- D'Ursi chiede a Salvi, Albesano «Ho» Di Giacomo (ucciso dopo la ripina al Monte dei Paschi di Siena) e al Caporale Bovione di vrocurare le motociclette per la fuga. Doveva essere il comandante del gruppo incaricato di ferire l'industriale Pietro Orecchia ma — dicono i pentiti — all'ultimo momento «non se la senti». Con il passare del tempo e degli attentati acquista coraggio. In via Ventimiglia durante l'assalto alla scuola di amministrazione industriale, dopo aver messo al muro e azzoppato dieci professori e studenti, mette in anano al portiere una pallottola: «E' per il generale Dalla Chiesa». Diventa il responsabile del gruppo di «Prima Linea» di Emilia e Toscana. Per il nuovo .incarico cambia \nome di battaglia: Giacomo-e Dino non esistono più, Francesco D'Ursi diventa il comandante Paolo. L'organizzazione ha bisogno di soldati e fiancheggiatori e lui li trova. La prima a entrare nei ranghi è la fidanzata Felicita Bertiero. Poi si tira dietro Monica Sottomano, Anna Ban Macario, impiegata, e Olmitella Lamatrice, insegnante elementare Parla di rivoluzione proletaria con Ettore Peyrot «il pertterso», e con i fratelli Matta che conosceva da tempo e che diventano «Dleghino» e «Lupara». Mette loro nelle mani armi e pallottole. Lorenzo Del Boca

Luoghi citati: Emilia, Milano, Napoli, Siena, Strambino, Torino, Toscana