Decaduti dalla patria potestà i genitori adottivi di Milton

Decaduti dalla patria potestà i genitori adottivi di Milton La triste vicenda del piccolo ecuadoriano picchiato dalla madre Decaduti dalla patria potestà i genitori adottivi di Milton La sentenza del tribunale dei minori vieta ai coniugi Dell'Utri «ogni contatto con il bimbo e con il fratellino Hugo» - Previste «visite di controllo» per le due sorelline Marìtza e Anna Karma La storia di Milton, il piccolo ecuadoriano ricoverato in ospedale l'estate scorsa per maltrattamenti e poi allontanato provvisoriamente dalla famiglia per ordine del tribunale minorile, sta forse avviandosi a conclusione. I magistrati hanno dichiarato i genitori adottivi Armando Dell'U tri e Anna Arone decaduti dalla potestà parentale su di lui e suo fratello Hugo e hanno vietato ogni contatto tra loro ed entrambi i bambini, disponendo inoltre per le due bimbe più piccole Mari tea e Anna Karina, anch'esse arrivate in casa Dell'Utri dall'Ecuador, «visite di controllo da parte dei servizi sociali del Comune» abbinate a «visite mediche e controlli psicologici a richiesta di questi stessi servizi». La decisione è stata depositata in cancelleria oltre due mesi fa, ed è difficile dai torto ai responsabili che, essendo tra l'altro il provvedimento attualmente impugnato in corte d'Appello dai Dell'Utri, continuano a rifiutare ogni commento auspicando «una provvidenziale cortina fumogena intorno alle vittime innocenti di un dramma non ancora rimarginato». Milton e Hugo vanno difesi, di loro si è parlato già troppo. Ma i «piccoli guerrieri» di cui parlò un giorno il presidente del tribunale minorile, aiutati e protetti com'è diritto di ogni bambino, rimangono simbolo di una lotta che continua. La loro vicenda ha avuto risonanza sino ai Paesi del Terzo Mondo cui si dirige la maggior parte delle adozioni internazionali, dopo il ricovero di Milton in ospedale e le polemiche che ne sono seguite, la Corte d'Appello torinese ha investito la Corte Costituzionale sulla legittimità degli attuali criteri che regolano in modo diverso adozione nazionale e internazionale mentre i vari progetti di riforma sulla normativa in proposito sono riusciti a fondersi in una piattaforma comune, condivisa dai vari partiti. Così, si tratta adesso di stringer le fila. Dice Giorgio Pallavicini, presidente dell'Associazione Famiglie Adottive ed Affida¬ tane: «Come Anfaa, ci auguriamo che il caso di Milton porti'alle conseguenze giuridiche e politiche che, con tanta evidenza, ha implicato sin dall'inizio. Il suo dramma ha costituito uno sprone a livello parlamentare che ha già avuto un primo, importante risultato: il testo unitario che rivede tutto 11 settore delle adozioni, varato dal comitato ristretto, passa adesso all'esame della Commissione Giustizia. Chiediamo che su questo disegno di legge ricco di aspetti pr 1'vi si lavori senza altri ind <d, in modo da stroncare una volta per tutte qualsiasi "mercato dei bambini" e, nello stesso tempo, garantire le tante coppie disposte ad aprire la loro vita ad un piccolo straniero in piena legalità, e fornendo le medesime garanzie prescritte per le adozioni italiane». Una richiesta oggi condivi¬ sa anche dal dai, il centro milanese che si occupa di adozioni internazionali in stretta collaborazione con i vari tribunali minorili e che si batte per «una legge severa e agile, cui far seguire apposite convenzioni bilaterali tra l'Italia e i Paesi terzi, cosi da garantire non solo genitori ma anche minori in effettivo stato di abbandono». Bambini non più adottati »in mucchio» da una sola coppia, figli destinati ad inserirsi definitivamente nella nuova famiglia soltanto dopo un congruo periodo di affidamento preadottivo seguito e vagliato dagli esperti al di sopra delie parti. Perché intervenire dopo, quando certe tensioni scoppiano, è sempre troppo tardi e lascia aperti in ogni caso interrogativi inquietanti. Anche il caso di Milton e dei suoi fratelli non fa eccezione. Concordano i rappresentanti di Anfaa e dal: «La decisione perentoria ed estrema con cui il tribunale minorile ha stabilito 11 distacco di Milton e Hugo dalla loro famiglia torinese è preceduta da una motivazione drammaticamente persuasiva. Al punto che anche noi, come tanta altra gente che ha seguito 11 caso senza preconcetti e augurandosi soltanto una conclusione nell'interesse dei bambini implicati, oggi l'accettiamo senza riuscire a respingere un senso di turbata preoccupazione. Ci chiediamo come potranno crescere le due bimbe piccole lasciate nella stessa casa da cui sono stati tolti i mschietti più grandi, ci inquietano 1 riflessi che sull'equilibrio loro e dell'intera famiglia potranno avere le visite mediche e i controlli psicologici prescritti, in via cautelativa, per il futuro».

Persone citate: Anna Arone, Anna Karina, Anna Karma, Dell'utri, Giorgio Pallavicini

Luoghi citati: Italia