Fughe, voluttà e languide passioni di Luciano Curino

Fughe, voluttà e languide passioni Fughe, voluttà e languide passioni All'inizio del secolo tra «scettici blu», scandali, dannunzianesimo e alcove dorate 'Egli aveva in sé qualcosa di don Giovanni e di Cherubino: sapeva essere l'uomo d'una notte erculea e l'amante timido, candido, quasi verginale... Gran parte della sua forza era nell'ipocrisia: E' il conte Andrea Sperelli, protagonista del Piacere di D'Annunzio. Nel Trionfo della Morte Giorgio Aurispa è cinico, sensuale, egoista, «avvinto da passione che brucia ogni forza dell'intelletto e della volontà: Alla Capponcina D'Annunzio scrive senea stancarsi e i suoi personaggi diventano i modelli dell'inizio del secolo. Il vocabolario dannunziano scivola nelle lettere d'amore di una borghesia che non ha ancora il telefono. Vivere con abbandono un mondo di lusso e di voluttà. L'estetismo del conte Sperelli, lo stato d'ani' mo fascinoso e cupo di Giorgio Aurispa, si ritrovano nei protagonisti dei film muti: drammoni dove Lyda Borelli, Pina Menichelli, Francesca Bertìni si aggrappano ai tendaggi. Fughe romantiche, delitti passionali. Mai come in questo inizio di secolo l'amore è un evento drammatico. Le cronache del processo Murri fanno salire le tirature del giornali, subito dopo c'è l'affare Tarnowska. E la contessa Trigona, dama di corte della regina, è sgozzata da un tenente di cavalleria, la contessa Tiepolo uccide l'attendente del marito «per difendere la propria repu t azione». Ma non si può vivere sempre sulla soglia della tragedia. E allora si aprono i primi café-chantants, considerati luoghi di perdizione, e l'aspirazione di tutti, dagli adolescenti ai vegliardi, è una serata parigina, alle Folies-Bergère, dove trionfa Lina Cavalieri, finché arriva Mistinguett, che ha le gambe «endiablées» e manda baci sulla punta delle dita. Viene la prima guerra mondiale a spegnere le luci della Belle Epoque, e l tenentini si portano. in trincea Mimi Bluette, flore del mio giardino di Guido Da Verona. Il libro si diffonde nelle retrovie, nelle città. Con Colei che non si deve amare Da Verona diventa lo scrittore più letto d'Italia. «E' spinto» si dice «ma sa scrivere». E'un distributore popò- lare del gusto dannunziano, scrittore * lussurioso» proibito alle ragazze, che lo leggono di nascosto. Le sue eroine parlano «languido» e i loro amori sono complicatissimi. Mario Mariani e soprattutto Pitigrilli contribuiscono a formare la generazione degli scettici. Si imparano a memoria i paradossi, i cinici giudizi di Cocaina, di Dollcocefala bionda, della Vergine a dlciotto carati. Frasi come: «Capisco il bacio al lebbroso, non capisco la stretta di mano al capisco la stretta di mano al cretino» entrano nei discorsi di quelli che si atteggiano a perversi, divenuti tali per colpa del mondo. Oltraggio al pudore di Pitigrilli è il best-seller del 1923. Al tabarin trionfa Gino Franzl. I torbidi personaggi Franzi. I torbidi personaggi dello Scettico blu e di tutte le sue canzoni discendono dal conte Sperelli e da Giorgio Aurispa, ma si muovono come insonni nottambuli, pallidi e disincantati, imbevuti, li ricorda Orto Vergani, «coinè una spugna di tutte le delusioni e tutte le amarezze con le quali il primo amore può "sconvolgere la vita"». Canzoni intrise di malinconia e amarezza, dal finale pessimistico. Il viveur che rincasa all'alba è un personaggio di quest'epoca, Petrolini ne fa una caricatura: «ricercato nel vestire, ricercato nel mangiare, ricercato dalla questura». C'è il viveur scettico, ma c'è anche un irruento desiderio di divertirsi, e dopo aver ascoltato Franzi «reso glacial» dal mondo, si va a vedere le subrettine viennesi e ungheresi del Cavallino Bianco, in una nuvola di cipria e di allegria, i riflettori fanno scintillare le paillettes. Incalcolabili le somme dissipate con le soubrettes dai figli della borghesia arricchitasi con la guerra. Al cinema si va per Rodolfo Valentino, e quando muore nel 1926 la folla impazzisce e, scrive Dos Passos: «A centinaia vi furono calpestati, ebbero i piedi schiacciati dai cavalli della polizia. Nella pioggia e nel sudore i poliziotti persero la testa. Masse pigiata si gettarono sotto gli sfollagente e gli zoccoli dei cavalli. La cappella funeraria venne denudata, uomini e donne lottarono per un fiore, un brano di tappezzeria, un frammento del vetro rotto della finestra. Si sfondarono vetrine. Macchine ferme vennero rovesciate e frantumate...». Qualche unno dopo, tra le pagine del libro di latino dei ginnasiali c'è la fotografia di Lola Lola deH'Angelo Azzurro. Il dannunzianesimo di due generazioni finisce a questo punto, con la fotografia delle lunghe gambe di Marlene Dietrich, in un incanissimo vagamente òin'.stro. Vengono poi la Signorina Grandi Firme e «Rosa che scende dal villaggio», e la struggente malinconia di LUÌ Marlen, finché arrivano i soldati americani con le pin-up girls. Il resto si ricorda facilmente. Luciano Curino \ Luciano Curino I 1 ZMJjI Disegno di Sleinberg (Da «Passaporto», ed. Mondadori)

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