Scontro nel cielo di Aosta, due morti di Giorgio Giannone

Scontro nel cielo di Aosta, due morti Scontro nel cielo di Aosta, due morti (Segue dalla l'pagina) della procedura appena descritta, non dovrebbe accadere. Due aerei si sono trovati l'uno di fronte all'altro. 'Giordano Palazzi — spiega Italo Cristine, vicepresidente dell'Aeroclub — è partito trainando l'aliante di un giovane tedesco, Arno Schvppert. Dopo aver percorso un chilometro, si trovava già ad una quota di 180 metri, ha cominciato a virare verso destra. In quel momento si è trovato davanti l'aereo pilotato da Gian none,■. Il velivolo del giornalista tornava dopo aver trainato un altro aliante. Anziché gi-1 rare attorno alla pista, la stava tagliando. Si è accorto troppo tardi che di fronte a lui c'era lo «Stinson L5» pilotato da Patuzzi e con al traino l'aliante del tedesco. L'aereo di Patuzzi trainava un aliante con a bordo il tedesco Arno Schuppert di 25 anni; un attimo prima della collisone Schuppert è riuscito a •staccare» e si è salvato. Giannone ha tentato una manovra disperata spingendo In basso la cloche e virando a destra ma le ali del due aerei si sono urtate. Quello di Patuzzi è caduto a pochi metri dalla sede stradale, In un fosso in cui dovrà passare una grossa conduttura. Il corpo del presidente dell'Aeroclub è Unito sulla strada mentre sopraggiungeva una «131 Panorama» guidata da uno studente torinese, Giuseppe Chlera di Vasco, corso Orbassano 227. Il giovane ha inchiodato la vettura per evitare di schiacciare ciò che rimaneva del corpo del pilota. Alcuni brandelli di carne sono finiti sul cofano. Il motore dell'aereo è volato sopra le auto in transito ed è finito alcuni metri al di la della strada. L'aereo di Giannone è piombato, invece, contro l'albergo «Motelalp». Il motore, staccato dalla fusoliera, è caduto sul colmo del tetto ed è, quindi, rimbalzato su una falda. Sul tetto dell'albergo è finito 11 corpo del giornalista. Le braccia e le gambe nel prato sottostante. L'albergo, fortunatamente, era vuoto. I lavori di restauro erano quasi ultimati e ne era prevista la riapertura tra una settimana. Il motore dell'aeree ha, Invece, tranciato le tu¬ bazioni degli impianti allagandolo. Giordano Patuzzi era sposato e padre di due bambini di 5 e 7 anni, era un uomo cordiale che contava molti amici. Era titolare di un'agenzia di assicurazioni. Cosimo-Mancini La collaborazione di Giorgio Giannone a "La Stampa" era incominciata undici anni fa presso la redazione di Aosta. Lo ricordiamo quando si era presentato la prima volta: un giovanotto ricco di entusiasmo, avido di imparare, sempre disponibile. Dopo pochi mesi era stato assunto come corrispondente e per anni aveva curato le cronache della Valle. In breve tempo si era conquistato la simpatia e la stima di tutti i colleghi. Di carattere un po' timido al punto da sembrare addirittura scontroso, era capace di slanci di grande generosità, sempre pronto a farsi in quattro per alutare un collega durante un servizio impegnativo. Aveva due grandi passioni: lo sci e il volo, la prima se la portava appresso dai tempi dell'infanzia, la seconda risale a pochi anni or sono. Ne parlava raramente, sempre per quella sua timidezza che lo affliggeva, e soltanto con gli amici; ma chi ne ha potuto raccogliere le confidenze ricorda con quanta passione si era dedicato a questo sport. Soltanto lassù, nel cielo, sembrava trovare la sua dimensione naturale. Per Giorgio il volo era un modo per evadere, perrealizzarsi. Nella professione di giornaj lista si era affermato rapidamente ottenendo anche importanti riconoscimenti. Ma era sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso. Forse della perfezione. Ad un I amico, una volta, aveva confij dato: «Quando sono in aria. I oltre le nuvole, soltanto allora i mi sento felice, come se fossi senza peccato». I colleglli de La Stampa e di Stampa Sera partecipano commossi al lutto dei familiari. Giordano Patuzzi Giorgio Giannone

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