Davanti alle assise tre «soldati» di P-ima Linea ma uno è pentita (uccise il giudice Alessandrini) di Lorenzo Del Boca

Davanti alle assise tre «soldati» di P-ima Linea ma uno è pentita (uccise il giudice Alessandrini) Nel mirino avevano magistrati di Firenze e Torino, ma agirono a Milano quasi per caso Davanti alle assise tre «soldati» di P-ima Linea ma uno è pentita (uccise il giudice Alessandrini) Si tratta di Bruno Russo-Palombi, che ha svelato i piani - Marco Fagiano, di Bussoleno, passato aF terrorismo dai banchi di scuola, fa invece il «duro» - Con il terzo accusato, Waccher, offrirono assistenza logistica Alla sbarra tre soldati di «Prima linea»: Bruno RussoPalombi, 34 anni, moglie e tre figli, Marco Fagiano, nato a Bussoleno in Val di Susa e passato direttamente dai banchi di scuola al terrorismo, Claudio Waccher, disegnatore alla Snam progetti di San Donato. Russo-Palombi è un «pentito» ; Fagiano fa 11 «duro»; Waccher: cosl-cosl. Compaiono stamattina davanti al giudici della Corte d'Assise (presidente Antonello Bonu, pubblico ministero Alberto Bernardi) per rispondere dell'accusa di «banda armata». Abitavano insieme a Milano in un alloggio al terzo piano di via Benefattori dell'Ospedale 3 che 11 padre di Claudio Waccher aveva affidato al figlio e che il giovane aveva messo a disposizione del terrorismo. Il più «famoso» dei tre è Russo-Palombi — nomi di battaglia Rodolfo e Romeo — che, la mattina del 31 gennaio 1979, era nel «commando» de gli assassini del sostituto procuratore Emilio Alessandrini. Il «piano» che i terroristi ave vano chiamato «operazione Alex» era stato studiato per settimane. Doveva essere l'I nizio della «guerra» dichiara ta alla magistratura. «Prima linea» aveva a Firenze avrebbe voluto massacrare 11 magistrato Tricomi ma poi «non fu trovato» e il progetto è stato messo da parte. A Torino volevano assassinare il giudice Bernardi ma era troppo difficile e anche questa possibilità è stata accantonata. Anche a Milano l'agguato ha potuto essere organizzato quasi per caso. Ogni mattina, meticolosamente, Russo-Palombi, Michele Viscardi, Sergio Seglo, Marco Donat-Cattin hanno controllato i movimenti di Alessandrini: orari, dove accompagnava il figlio a scuola che strada faceva. Nella sua confessione Michele Viscardi racconta: «Le ricognizioni cominciarono a dicembre, sicuramente prima del 15. Ma c'erano dei problemi perché davanti alla casa del magistrato si fermava sempre troppa gente. Contemporaneamente all'uscita in strada di Alessandrini c'era uno che si affacciava alla finestra. Davanti alla scuola del figlio, facevano servizio due vigili urbani». Troppo rischioso mettersi a sparare. Dice, infatti, Viscardi: .Si pensava ormai di non eseguire più l'azione quando si scoprì che Alessandrini attraversava un incrocio svoltando subito a destra in maniera tale che per forza — prima o poi — doveva trovarsi il semaforo rosso». Hanno preparato l'agguato per 11 venerdì ma poi per uno sciopero il magistrato non è passato. Il «plano» è stato realizzato 11 lunedi successivo. Russo-Palombi, Viscardi e Donat-Cattin sono arrivati insieme; Sergio Seglo, «pri mula rossa» che non si fida di nessuno, è andato all'appuntamento da solo. Russo-Palombi, armato di fucile a pompa e revolver, è rimastosu una «128» rubata un mese prima: gli altri si sono disposti sui marciapiedi in attesa della.vittima II «via» all'azione l'ha dato Segio toccandosi 11 cappello e poi è stata una carneficina. La «128» ha fatto poche centinaia di metri fino allo spiazzo di un distributore di benzina poi il commando si è allontanato in pullman. Avevano pensato di scappare in bicicletta (le useranno poi per il delitto del giudice Galli) ma all'ultimo momento ci hanno ripensato. Russo-Palombi dopo il delitto è tornato nell'alloggio di via Benefattori dell'Ospedale 3 dove c'erano Claudio Waccher e Marco Fagiano. Claudio Waccher e Marco Fagiano non hanno preso parte direttamente all'organizzazione del delitto Alessandrini ma sicuramente davano una «copertura» logistica al terrorismo. Fagiano il suo apprendistato nelle bande armate lo ha fatto a Torino. Si è sospettato che avesse fatto parte del gruppo che voleva sabotare tram e pullman per "impedire agli operai di andare a lavorare il giorno dell'Ascensione, festività abolita». Poi ha partecipato, forse, a una rapina a Rogoredo, al ferimento del dirigente Fiat Bruno Diottl, all'assalto alla caserma dei ca rabinierl di via Ripamonti a Milano. E' stato arrestato a Napoli pochi giorni prima del Natale 1980. Claudio Waccher — secondo il «pentito» Viscardi — era .certamente in "pielle"già nel gennaio 1979». Si esercitava a sparare con rivoltelle e fucili alla periferia di Milano, aveva fatto parte del «commando» die ha assaltato la caserma di via Ripamonti ma, soprattutto, era titolare della sua casa diventata «covo». I soldati di «plelle» lasciavano squillare due volte il telefono, poi rifacevano 11 numero: Waccher capiva che era qualcuno dell'organizzazione e rispondeva. La «base» è stata scoperta 11 7 luglio 1979. Claudio Waccher era cugino di William Waccher anche lui abbastanza compromesso con «Prima linea»: alla fine del luglio 1979 era stato arrestato nelle Indagini sul delitto Alessandrini. Dopo pochi giorni era stato liberato e questo fatto aveva messo in allarme l «big» di «pielle». Se è «fuori» è perché ha parlato. Il comando di Milano (fra cui la terrorista Giulia Borelli) non ci ha pensato due volte: i traditori vanno messi a morte L'hanno aspettato per strada e gli hanno vuotato un caricatore di rivoltella in faccia. Lorenzo Del Boca