Montecarlo, l'imputato accusa Licia Gelli di avere fatto assassinare un antiquario di Remo Lugli

Montecarlo, l'imputato accusa Licia Gelli di avere fatto assassinare un antiquario Carmelo Barbera davanti ai giudici per il delitto del 31 marzo '81 Montecarlo, l'imputato accusa Licia Gelli di avere fatto assassinare un antiquario L'uomo, 47 anni, originario di Caltanisetta, lavorava al servizio del collezionista - Sostiene che il Maestro si rivolse a un killer per riavere assegni compromettenti - Come arma, l'omicida ha usato una bottiglia di champagne DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MONTECARLO — I giudici del tribunale criminale monegasco stanno cercando di districare la matassa di un giallo, quello dell'assassinio dell'antiquario Louis Nouguéres, 56 anni, direttore della galleria d'arte Fersen, avvenuto esattamente un anno la, il 31 marzo'81. Dentro questa matassa si sta dibattendo, per sfuggire all'ergastolo (20 anni fa poteva essere l'impiccagione), un italiano, Carmelo Barbera, 47 anni, siciliano di Caltanissetta. padre di 5 figli, da tempo emigrato in Francia e poi approdato nel Principato di Monaco a lavorare per i Nouguéres. Con quali compiti? Non ben chiari: garzone di bottega, impiegato, domèstico, autista? Quando il presidente glielo chiede. Barbera risponde: .Di Nouguéres ero amico, amico nel senso buono, sema sottintesi'. Barbera,fa questa precisazione perché l'antiquario era notoriamente omosessuale, particolarità alla quale sembra che l'imputato fosse davvero estraneo. L'accusa contro di lui è pesante, sarebbe responsabile di un «torbido crimine commesso per denaro-. Vediamo i fatti. Lunedi primo aprile dell'anno scorso Carmelo Barbera va ad aprire la galleria, nell'elegante Avenue Princesse Alice, e trova, nellaretrobottega, il direttore morto, con la testa fracassata da bottiglia di champagne. Viene subito sospettato lui. Nella sua abitazione di Vallecrosia, in Liguria, (Barbera faceva il frontaliere tra casa e Montecarlo) l carabinieri di Ventimlglla trovano un paio di pantaloni con tracce di sangue e di zucchero: secondo i periti, sangue di Nouguéres, e lo zucchero dello champagne contenuto nella bottiglia rotta. Il siciliano nega e racconta la sua versione dei fatti, con un prologo. Dice che il 26 marzo, cioè 5 giorni prima del delitto, nel negozio era entrato Licio Celli, il capo della P2. Aveva acquistato alcuni mobili per la sua villa di Cap Ferrat, la Espalmador, dando come anticipo assegni per 100 milioni di lire, chèques — si vedrà poi — che avevano firme di alcuni piduistl, della moglie di Oelli, Wanda Vannaccl e del loro figlio Raffaello. Il 26 marzo, Gelli, era già in fuga dall'Italia: il 17 dello stesso mese gli inquirenti, per ordine della magistratura di Milano, avevano fatto irruzione nella sua villa di Arezzo sequestrando molti documenti. Risulta che il giorno prima di presentarsi nella galleria Fersen ad acquistare i mobili, Celli era partito da Roma con un passaporto argentino intestato a tale Galli, su un aereo della Svissalr diretto a Ginevra. E da Ginevra era poi arrivato a Montecarlo in Rolls-Royce. Secondo il racconto dell'imputato, il gallerista aveva affidato allo stesso Barbera gli assegni avuti da Gelli perché li portasse a Ventlmiglia a chi doveva cambiarli in franchi. Lui stesso avrebbe riportato a Montecarlo, poco per volta il denaro. Ma Lido Gelli. dopo pochi giorni, avrebbe preteso di riavere indietro gli assegni con firme compromettenti, inviando nel Principato un certo Fot! con l'Incarico di riprenderli. Cosa impossibile, visto che gli chèques erano già in Italia. Di qui li furore di Foti, che da esattore si sarebbe tramutato in killer. Una versione, questa, clic si regge malamente in piedi (Foti non è mal stato rintracciato; secondo la difesa sarebbe un certo Pluxions, un greco uxoricida) e il presidente della Corte non perde occasione per manifestare la sua incredulità e la convinzione che l'Italiano sia colpevole. Nell'udienza di ieri, due testi hanno parlato a favore di Carmelo Barbera. Messicur Perrin, uno dei due titolari della galleria Fersen. che abita a Parigi, ha descritto l'imputato come persona gentile, corretta, che non aveva mai avuto dissapori con 11 direttore. Madame Bergallc, oltre a parlare positivamente dell'italiano, ha raccontato di una telefonata che la vittima aveva fatto alcuni giorni prima di morire lamentandosi perché -nel magazzino dormiva un tizio». Affermazione vaga: un tizio sconosciuto allo stesso direttore, oppure uno che era riuscito a strappargli il consenso di quella ospitalità? Della galleria es/stevano quattro chiavi: una l'aveva il direttore Nouguéres, una Carmelo, una era a Parigi in mano ai titolari; e la quarta? L'aveva quel tizio che dormiva in magazzino? Nel giallo scr brano aperte tre piste. La pista dell'omosessualità: l'assassino potrebbe essere un amico del cuore o un amico occasionale. La pista del denaro: i creditori o lo stesso Barbera che, secondo l'accusa, sarebbe responsabile di un ammanco In cassa, per circa due milioni di lire. La pista Gelli. Il killer, secondo la versione fornita dall'Imputato, avrebbe ucciso perché impossibilitato a recuperare gli assegni che il Maestro gli aveva imposto di portare indietro à tutti i costi. Gli chèques sono stati sequestrati dalle autorità italiane, ma nelle carte del processo ci sono le loro fotocopie, che Barbera aveva eseguito subito dopo averli avuti in consegna. Fra 1 testimoni che devono deporre c'è anche 11 figlio di Lido Gelli, Raffaello, che già si era presentato Ieri l'altro In apertura di udienza per andarsene subito dopo. Carmelo Barbera è difeso da tre avvocati, due francesi e uno italiano; quest'ultimo, Giuliano Giuliani, di Ventimlglla. ha presentato alla Corte un documento della magistratura di Savona che accusa Llcio Gelli, sua moglie e il figlio di esportazione di valuta, reato al quale 1 giudici monegaschi hanno dimostrato di non dare alcun peso. Remo Lugli