Pertini tra i finanzieri di Chicago chiede più collaborazione economica

Pertini tra i finanzieri di Chicago chiede più collaborazione economica «Nessuno può risolvere da solo i suoi problemi, non è lecito scaricare sul vicino i propri guai» Pertini tra i finanzieri di Chicago chiede più collaborazione economica DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CHICAGO — Dopo il sole di Caliiornia, le fredde brezze di Chicago. Nella disastrala «capitale dell'Industria» americana, il presidente Pertini ha trascorso 11 suo quinto giorno negli Stati Uniti. E in questa città di crisi, che vede insidiati molti suoi primati, ha invitato l'Occidente a una maggiore collaborazione in campo economico, per affrontare e vincere le sfide della disoccupazione e dell'inflazione. Davanti ai più prestigiosi esponenti dell'Industria e della finanza, ha ripetuto che «nessun Paese può sperare di risohwrli da solo, questi problemi. Se l'Occidente vuole predicare solidarietà in campo internazionale, deve prima di tutto far la lezione a se stesso». Basta, insomma, con gli egoismi del passalo. «Non è più lecito scaricare sul vicino i guai di casa propria». La «crisi di comunicazione» in atto fra 1 maggiori Paesi occidentali diminuisce le possibilità di dar soluzione alle più gravi sfide economiche del nostro tempo, ha Insistito il presidente italiano, riprendendo temi già affrontati con Reagan e il segretario di Stato Halg. Al centro di questa «crisi di comunicazione» c'è la politica degli alti tassi d'interesse praticati dagli americani. «Su questa sponda dell'Atlantico — ha detto Pertini — non sono in pochi a condividere le nostre preoccupazioni per una politica di elevati tassi d'interesse e di contenimento antinflazionistico della domanda interna, clic peggiora gli equilibri economici sull'altra sponda, provoca impennate nel cambi e rialzi nelle fatture, d'importazione in Europa, obbliga i nostri Paesi a drastiche restrizioni della domanda, con effetti, presto o tardi, di recessione c disoccupazione». Davanti al «Mid American Committee», un po' il simbolo dell'America industriale, il presidente ha pure tracciato un quadro dettagliato e franco dell'economia Italiana. L'ha descritta in termini di ri presa economica lenta, che rischia di essere frenata proprio dalla politica monetaria americana. «Non ho esitazioni a dire — ha affermato — clic noi in Italia non possiamo considerarci soddisfatti. Oli anni del miracolo economico sono da. un -pezzo alle nostre spalle e gravi preoccupazioni sono subentrate che sembrano dowr durare ancora». Ma ha anche detto che oggi non esiste Paese, neanche gli Stali Uniti, che non abbia dovuto rinunciare al suo miracolo economico, che non si trovi di fronte al fenomeni della crescita stentata, della disoccupazione, dell'inflazione rampante e. soprattutto, che non sia di fronte alla paradossale convivenza di ristagno e inflazione. Da questo punto di vista l'Italia non è un caso speciale e. se non ha ancora vinto la sua battaglia, sta facendo la sua parte ottenendo sia pur parziali risultati. «Siamo costretti a lavorare sul filo del rasoio», ha aggiun to Pertini. osservando, proprio nella città del liberismo, che «non è possibile tornare, ai tempi del liberismo e dell'automatismo», perché «i popoli non sono pili disposti ad accettare rigidezze implacabili dell'ordine economico». L'ordine sociale non reggerebbe, ha sottolineato. E del resto non sembra neanche possibile privilegiare la lotta all'inflazione rispetto a quella contro la disoccupazione, è viceversa. «La soluzione in un Paese solo non esiste: globale, la sfida, globale la strategia — ha concluso —. Occorre coordinamento degli sforzi, adattamento delle esigenze nazionali, in un quadro di razionalizzazione e di equa ripartizione dei sacrifici». Solidarietà politica, dunque, ma — altrettanto importante — solidarietà economica. Prima di ripartire per New York, ultima tappa del suo viaggio in terra americana, dove è giunto in tarda serata. Pertini ha incontrato la comunità italiana, quasi 800 mila abitanti nell'area di Chicago. Un incontro festoso, come nelle tappe precedenti. Gianfranco Piazzcsi Chicago. Sandro I Vi lini ricevuto in municipio dal sindaco Jane Ryrne (Tclcf. United Press)

Persone citate: Gianfranco Piazzcsi Chicago, Jane Ryrne, Pertini, Reagan