Il giornale, affascinante cubo magico per gli studenti-lettori del Veneto

Il giornale, affascinante cubo magico per gli studenti-lettori del Veneto Quotidiano in classe: ne parlano insegnanti e allievi di tutta la Regione Il giornale, affascinante cubo magico per gli studenti-lettori del Veneto Per il momento, Vicenza è Tunica città in cui la carta stampata entri ufficialmente in classe, ma negli altri centri esiste un forte «volontariato» - Critiche al linguaggio difficile - «Perché date pubblicità ai nomi dei "pentiti" Br?» - Un interscambio fruttuoso VENEZIA — Pallone e musica hanno il più alto «Ìndice di gradimento» per i ragazzini veneti. Ma, appena varcata la soglia delle medie superiori, l'impegno maggiore diventa scoprire i fatti dietro la superficie delle parole, la verità dietro le dichiarazoni dei politici, la libertà di opinione e l'obbiettività dietro le colonne scritte dei giornali. I giornali, li leggono? Certamente, e molti: in biblioteca se non a casa. E 11 leggono non con lo spirito cordiale dell'«affezionato lettore», ma con quello distruttivo e insieme stimolante di chi ama scomporre il dado magico per carpirne il segreto. Questa è la sorprendente conclusione di un'inchiesta che una équipe di esperti de La Staynpa ha condotto nelle maggiori città del Veneto, con la collaborazione dei provveditorati agli Studi, incontrando studenti delle medie, dei licei, degli istituti tecnici e pro¬ fessionali, per discutere insieme del quotidiano come 'Strumento di divulgazione della cultura e veicolo di libertà*. Leggere il giornale a scuola, in Piemonte, è pratica quotidiana, proposta dalla Regione già tre anni fa. Altri enti locali (la Provincia di Trento, la Campania, la Sicilia, la Valle d'Aosta) stanno sperimentando questo nuovo tipo di «lezione sull'attualità». Un recente (febbraoio '82) decreto del ministero della Pubblica Istruzione ha poi, per cosi dire, avallato l'importanza formativa dei giornali stabilendo che «negli istituti superiori sono posti a disposizione degli studenti quotidiani e periodici a carattere culturale e scientifico-'. La scelta è affidata al collegio del docenti, mentre i fondi vengono messi a disposizione dalle Regioni o dai singoli istituti. Nel Veneto, per quest'anno, si è ancora alla fase del volontariato. Un passo più in là, pe¬ rò, si è fatto a Vicenza che, in un convegno scolastico del giugno scorso, si era autoproposta come area test. La richiesta ha potuto venire soddisfatta per merito di un'iniziativa privata: la Banca Popolare finanzia dal primo gennaio '82 l'ingresso del quotidiano nelle classi. Sono in circolazione dieci testate, scelte dagli insegnanti di 168 classi. Che cosa ne dicono professori e allievi? Parliamone con gli interessati. Il «campanile» prima di tutto. «Nulla meglio del quotidiano, da cui togliere spunti di vita vissuta potrebbe aiutarmi a studiare con i miei alunni i problemi e le caratteristiclie della mia città* (Franca Potenza, media «Tasso» di Padova). Ma c'è anche chi %'ede il rapporto giornale-scuola con occhi disincantati. «Diciamocelo chiaro (Floriano Graziati, preside del liceo scientifico «Leonardo da Vinci» di Treviso), è una reciuproca chiamata di soccorso tra scuola e quotidiano. I giovani oggi incontrano le stesse difficoltà nell'ascoltare una lezione che non riesce a interessarli e nel leggere il giornale, die li scoraggia con un linguaggio faticoso". Vivacissime e spesso polemiche le reazioni degli studenti: parlare insieme della carta stampata si traduce volentieri nel fare il processo ai giornalisti. « Uri quotidiano indipendente non ha davvero agganci in politica? Come si comporta durante le elezioni? Gli articoli vengono modificati o chi scrive può esprimere liberamente le sue idee? Se un giornalista non è d'accordo con la testata in cui lavora che fa? Perché il giornale della domenica non ha un inserto che riassuma gli argomenti più interessanti della settimana, come accade all'estero? E i fumetti, perché da noi sono banditi? Il 1981 era l'anno del fanciullo: die cosa avete fatto? Perché date pubblicità al nome dei pentiti Br?". (Queste ultime sono domande della media «Caboto» di Venezia). Ma dietro la diffidenza trapela la curiosità. «Come è vista l'Italia dai quotidiani stranieri? (Istituto «Pacinotti» di Mestre). Chi sceglie il dìrettore? Tra i giornalisti esiste competitività o collaborazione? La gente con voi come si comporta: vi considera degli intrusi?». Capovolgiamo il rapporto accogliendo l'invito a scendere dalla cattedra: «Quando parla te con noi ragazzi, trovate difficoltà nelle risposte?". Ecco perché il succo di questa inchiesta durata una setUmana in quella che all'ospite appare una delle più cordiali e aperte terre italiane, si può forse riassumere nella conlessìòne di un inviato de La Stampa, Sandro Doglio, in una scuola di Verona: «Andando via da qui forse gli studenti avranno imparato qualche cosa da noi, ma noi giornalisti abbiamo imparato molto di più da loro». Vittoria Sincero

Persone citate: Franca Potenza, Leonardo Da Vinci, Sandro Doglio, Vittoria Sincero