Arrestato un altro giornalista per un articolo sulle «torture»

Arrestato un altro giornalista per un articolo sulle «torture» Arrestato un altro giornalista per un articolo sulle «torture» Non ha voluto rivelare ai giudici le sue fonti - Interrogati anche il capitano Ambrosini, Franco Fedeli e Adele Faccio - Indiziato di reato il redattore del settimanale Dopo Buffa dell'«Espresso» in carcere Luca Villoresi di «Repubblica» dal nostro corrispondente VENEZIA — Ancora un giornalista arrestato, a Venezia, per non aver voluto rivelare le proprie fonti di informazione. Luca Villoresi, redattore di Repubblica, è stato condotto ieri nel carcere di S. Maria Maggiore porcile si era rifiutato di fare davanti ai magistrati i nomi di chi gli aveva parlato di «torture e maltrattamenti» subiti da persone arrestate nelle indagini sul terrorismo. Come aveva fatto prima di lui Pier Vittorio Buffa dell'Espresso, Villoresi ha opposto ai sostituti procuratori Cesare Albanello e Stefano Dragone il segreto professionale. E, come era accaduto il 9 marzo scorso a Buffa, è stato arrestato per reticenza. Negli uffici della Procura ieri sono passati alcuni di coloro che, con le loro affermazioni, hanno gettato un'ombra sul comportamento della polizia dopo la liberazione del generale Dozier. C'erano la parlamentare radicale Adele Faccio, il capitano Riccardo Ambrosini, Franco Fedeli, direttore di Nuova Polizia, il sindacalista del Siulp, Giovanni Trlfirò, Villoresi e lo stesso Buffa. L'inviato dell'Espresso — interrogato dal sostituto procuratore Antonio Fojadelli — è stato indiziato di reato per'Violazione di segréto d'ufficiò. In uh articolo aveva'parlato di un memoriale in cui Anna Maria Sudati, presunta brigatista arrestata dai carabinieri, denunciava di aver sopportato sevizie e torture. La prima ad affrontare le domande dei magistrati è stata Adele Faccio. Ha ammesso di aver fornito a Buffa informazioni che il giornalista ha poi utilizzato nel servizio «Il rullo compressore», nel quale scriveva di violenze compiute durante gli interrogatori nel distretto di polizia a Mestre. Nella sede del partito radicale a Roma, ha detto la Faccio, si erano presentati parenti e amici di persone arrestate in varie parti d'Italia: parlavano di maltrattamenti e sevizie compiuti dagli investigatori. I radicali istituirono perciò un «comitato contro la tortura» e organizzarono una conferenza stampa: in seguito, alcuni giornalisti, tra i quali Buffa, si rivolsero all'onorevole Faccio per avere ulteriori dettagli. •Il carcere è in sé una tortura — ha commentato l'esponente radicale dopo essere stata interrogata —, ma qui si tratta di torture scientifiche, il cui esplodere è venuto dopo la li ber azione di Dozier*, I magistrati h_anr,o quindi ascoltato fa guàrdia-Giovanni Trifirò e, immediatamente dopo, Luca Villoresi. Al giornalista hanno chiesto chi avesse intervistato per scrivere l'articolo pubblicato sul suo giornale il 18 marzo scorso col titolo «Ma le torture ci sono state? Viaggio nelle segrete stanze, quei giorni dell'operazione Dozier». "Non posso rendere pubblico il nome di chi mi ha fornito le notizie — ha però risposto Villoresi —: In primo luogo perché non sono stato autorizzato a iwnir meno al mio segreto professionale; in secondo luogo perché dopo l'attentato compiuto giorni fa alla caserma S. Chìa- ra potrei mettere in pericolo i .m.iei'informat,ori». " I sostituti Dragone e Albanello gli hanno concesso un 1»' di tempo «perpensarci su» e, mentre Villoresi attendeva, hanno sentito Franco Fedeli, direttore della rivista «Nuova Polizia». Subito dopo, Villoresi è stato richiamato, ma ha confermato la sua posizione. E' st ata quindi la volta del capitano Ambrosini, che 1*11 marzo, quando fu processato Buffa, ammise di avergli parlato dei muli rat toni i. liberando cosi il giornalista dal vincolo del segreto. Infine, l'ultimo interrogatorio e l'arresto di Villoresi. Mentre i carabinieri portavano via il giornalista in manette, i magistrati hanno detto: «Avendo rifiutato di rivelare le sue fonti d'informazione, stante ia flagranza e l'obbligatorietà dell'arresto, abbiamo proceduto contro Villoresi. Non abbiamo fissato una data per il processo, abbiamo bisogno di acquisire ancora alcuni elementi utili». Contro l'arresto hanno protestalo in tre comunicati la direzione di iiepullica l'Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa. Gigi Bevilacqua

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