Richard Brooks: 7suoi film (ma non quelli scandalosi) di Ugo Buzzolan
Richard Brooks: 7suoi film (ma non quelli scandalosi) LA TELEVISIONE di Ugo Buzzolan Richard Brooks: 7suoi film (ma non quelli scandalosi) I cicli tclcinsivi devono essere riservati solo ai grandi del cinema? No, risponde la rete 1, e manda in onda da domani, lunedi, una rassegna dedicata al regista Richard Brooks, che comprende set le film. Richard brooks sta per compiere settanfanni. E'nato nel maggio 1912 a Filadelfia e ha cominciato come radiocronista subito dopo la guerra. Intellettuale, narratore, si accosta a Hollywood con una storia scottante, «Odio implacabile», ' sull'antisemitismo negli Stati Uniti, storia che viene realizzata dal regista Dmytryk; poi sceneggia «Forza bruta» di Dassin, sull'orrore delle carceri, ed entra nella cerchia degli autori democratici del cosiddetto neorealismo americano; è fornisce il soggetto per una pellicola di coraggiosa denuncia delle bande di incappucciati reazionari, «La setta dei tre K», di Hclslcr. E' un inìzio che la qualifica chiaramente su posizioni progressiste e di costante critica nei confronti della società repressiva. Quando passa dietro la macchina da presa, suscita scandali. Già -L'ultima minaccia», sulla libertà di stampa, è accolto da polemiche: nel '55 «Il seme della violenza», clw affronta il problema del razzismo e del teppismo minorile, provoca — portato alla Mostra di Venezia — le ire dell'ambasciatrice a Roma Clara Luce die tenta invano di farlo ritirare. Contemporaneamente firma un western, «L'ultima caccia», che è un duro atto dì accusa contro i bianchi per lo sterminio degli indiani. La rassegna dà per scontati questi film ma. per una completa «scheda» di Brooks, è un errore aivrli ignorati, anche se già comparsi sul l'ideo: risulta più difficile capire le radici e la -parte migliore» del regista, più avanti condizionato (quasi mai stritolato) dall'industria hollywoodiana. Comunque domani si co- mincia con una pellicola notevole. Il figlio di Giuda, che è del 1960, da un racconto di Sinclair Lewis, con un ottimo Buri Lancaster e Jean Simmons: acre ritratto di un ciarlatano che diventa predicatore di una setta religiosa e. insieme, analisi spregiudicata — come osserva Sadoul — «del legame religione-dollaro negli Usa, dell'isterismo della folla e della sua manipolazione da parte del furbi». Seguirà un «Infortunio» di Brooks, Lord Jim. ispirato allo stupendo romanzo di Conrad, tragedia della viltà e del rimorso qui ridotta a colorito intrigo di avventure le forse peggiore era stato l'approccio, qualdie anno prima, con Dostoevskij per «I Karamazov»): quindi due eccellenti e tesi ■western <dal tema inconsueto, I professionisti e Stringi i denti e vai; una vicenda raffinata ma artificiosa da un testo di Tennessee Williams, La dolce ala della giovinezza, la documentaristica, spietata ricostruzione di una strage ida un libro-indagine di Truman Capote), A sangue freddo; c per chiudere un divertente grottesco, movimenUltissimo, II genio della rapina. Da questi sette film, che si estendono dal 1960 al 1975. viene fuori l'immagine di un regista che, non immemore del tutto dell'impegno degli inizi, è riuscito a offrire di continuo solidi prodotti di «nobile consumo» ed ha saputo dirigere magistralmente attori come Burt Lancaster. Paul Ncioman, Peter O'Toole, James Coburn, Warren Beatty: un mestierante di sostanziose basi culturali die si è quasi sempre rifatto — con scelte sue — ad opere letterarie; non un maestro, in ogni caso un vero, autentico uomo di cinema. Kurt i .nncaster
Luoghi citati: Filadelfia, Hollywood, Roma, Stati Uniti, Usa, Venezia
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