Avere l'epatite e non accorgersene di Bruno Ghibaudi

Avere l'epatite e non accorgersene Specie fra i ragazzi, mancano spesso sintomi esterni della malattia Avere l'epatite e non accorgersene Si rischia la cirrosi e, nell'ultima fase, il tumore - Come prevenire il contagio virale ROMA — L'ittero, la colorazione giallastra più o meno intensa della pelle, delle mucose e del bianco degli occhi, non è un biglietto da visita obbligatorio per l'epatite. Molto spesso, infatti, l'infezione del fegato, causata nella maggior parte dei casi da virus, si instaura ed evolve senza provocare questo evidentissimo . sintomo esteriore. Non riconosciuta e curata adeguatamente, in tempo utile, l'epatite può cronicizzare e causare cirrosi, o addirittura un tumore. L'attenzione su questo rischio, ancora più subdolo perché silente, è stata richiamata dal prof. Mario Sposito, direttore del Centro epatologlco dell'Ospedale San Giacomo di Roma, nella sua relazione d'apertura al Convegno di studi «A Itualità nella clinica e nella terapia delle epatiti vi¬ rali», al quale hanno partecipato più di cinquecento specialisti italiani e stranieri. •A differenza di quanto avveniva ancora non molto tempo fa, i tipi di epatite oggi considerati non sono soltanto due ma tre — ha spiegato Sposito —. La prima è quella da virus A, di carattere infettivo: si trasmette per via oro-fecale attraverso cibi e bevande contaminati dai portatori di virus: La seconda, detta da siero, viene trasmessa da strumenti medici (siringhe, aghi e strumenti chirurgici) contaminati da sangue infetto o da suoi componenti, ma anche per via orale. La terza viene attribuita ad un virus che per il momento è denominato "Non A-Non B". Nella stragrande maggioranza dei casi, l'epatite B guarisce ma nel 5% può diventare fulminante, e portare rapida¬ mente alla morte. Specialmente nel giovani, questo tipo di affezione diventa prima acuta, quindi cronica, per innescare Infine- la degenera-, zione cirrotica. In altri casi, il virus può penetrare nel genoma della cellula e suscitare una «moltiplicazione dì natura neoplastica», e cioè un tumore. Spesso l'epatite di tipo B non genera l'ittero e a chi ne è colpito viene quindi a mancare 11 più evidente segno d'allarme. Poco itterica anche la forma «Non A-Non B». molto pericolosa perché mancano parametri rivelatori. E' frequentissima (circa il 90 per cento dei casi) nelle epatittl da trasfusione. Accade, per esempio, che la maggior parte dei pazienti ai quali viene praticato un «by-pass» coronarico, con ricambi di sangue e di emoderivati sino a sei'li¬ tri, si infettino. «Le forme senza Utero sono frequentissime nei bambini e negli adolescenti — ha ancora spiegato Sposito — In assenza di segni esteriori, i genitori non se ne accorgono e non richiedono quindi l'intervento del medico, al quale la diagnosi, comunque difficile, può essere favorita soltanto da accurati esami di laboratorio. I controlli periodici appaiono quindi indispensabili». Quali consigli possiamo dunque ricavare per i nostri lettori dalle relazioni degli specialisti? Ecco i principali: molta igiene nella vita di tutti 1 giorni, specialmente per cibi e bevande: attenzione alle siringhe; check-up frequenti, specialmente per i bambini e gli adolescenti, con richiesta di esami specifici in questa direzione . ' Bruno Ghibaudi

Persone citate: Mario Sposito, Sposito

Luoghi citati: Itualità, Roma