Successione per violenza di Ferdinando Vegas

Successione per violenza OSSERVATORIO Successione per violenza Il nuovo putsch nel Bangladesh sembra confermare che questa è la forma normale di avvicendamento al potere nel giovane Stato. In poco più di 10 anni di vita del Bangladesh indipendente (liberatosi dal Pakistan nel dicembre 1971), numerosi sono stati, infatti, i colpi riusciti o falliti; basti ricordare i due principali e cruenti, nell'agosto 1975 e nel maggio 1981. Del primo fu vittima, assassinato con gran parte della famiglia, lo sceicco Mujibur Rahman, il popolare «Mujib», il <<pudrc della patria», colui che con una lunga e tenace lotta aveva portato il Paese all'indipendenza. Dopo confuse vicende, nel novembre dello stesso 1975, la situazione era stata risolta con un colpo di Stato del generale Ziaur Rahman, che poi era stato confermato al potere, facendosi eleggere presidente. Ma il 30 maggio dell'anno scorso anche Zia veniva ucciso, vittima di un tentativo di colpo di Stato, tuttavia fallito; cosi gli succedeva inlerinalmente, a tenore della Costituzione, il vicepresidente Abdus Saltar. Infine, elezioni del 15 novembre 1981, Sattar accedeva regolarmente alla presidenza, che doveva occupare per più di quattro mesi. Si parlò, in occasione di queste ultime elezioni, di una «battaglia dei fantasmi», nel senso che dietro il candidato Sattar stava il fantasma di Zia, mentre dietro il suo avversario stava quello di Mujibur. In realtà, alle spalle di Sattar stava una persona in carne e ossa, il generale Ershad, capo di Stato Maggiore dell'esercito bengalese, il quale aveva fatto pressione su Sattar perché accettasse la candidatura, nonostante l'età avanzata (è nato nel 1906) e le precarie condizioni di salute. Evidentemente, Ershad e gli ahi gradi vole¬ vano conservare, attraverso Saltar, la posizione di preminenza acquistata durante i sei anni del regime di Zia. Ed invece Sattar, quasi tonificato dal potere, come scrive Le Monde, si rivelò deciso ad agire in proprio, nel tentativo di affrontare i gravissimi, cronici problemi del Bangladesh. Prima di tutto, però, doveva fare i conti con le lotte di fazione all'interno del suo partito (il pnb, partito nazionale del Bengala) e con la corruzione diffusa. Per guadagnarsi il sostegno dei militari, all'inizio di quest'anno aveva istituito un nuovo organismo, il Consiglio Nazionale di Sicurezza, da lui stesso presieduto, nel quale i capi di Stato Maggiore delle tre armi sedevano insieme con il vicepresidente della Repubblica e il prcsidenie del Consiglio dei ministri. Il 12 febbraio, poi. Saltar aveva compiuto un ampio rimpasto ministeriale, riducendo i membri del governo da 42 a 18 ed annunciando alla televisione che questo era il primo passo nell'opera moralizzatrice. Ai militari, tuttavia, le mosse di Sattar non sono sembrate sufficienti; non si sono accontentati di una relativa partecipazione al potere, ma hanno voluto assumerlo tutto e direttamente. Adesso tocca a Ershad dimostrare se avrà il «carisma» di Zia, e soprattutto se saprà affrontare efficacemente quelli che, come ha accennato, sono i veri, tragici problemi del Bangladesh: uno Stalo che si colloca al terz'ultimo posto nella scala dei Paesi più poveri del mondo, con 93 milioni di abitanti, a ciascuno dei quali spetta un reddito annuo pari a 90 dollari, 120 mila lire l'anno, in una regione dove calamità naturali e carestie sono fenomeni ricorrenti. Ferdinando Vegas

Persone citate: Abdus Saltar, Mujib, Sattar, Ziaur Rahman

Luoghi citati: Bangladesh, Pakistan