I vinti della cultura drogata di Furio Colombo

I vinti della cultura drogata HOLLYWOOD SI INTERROGA DOPO LA MORTE DI JOHN BELUSHI I vinti della cultura drogata Gesti assurdi, scene ossessive, incontrollate esagerazioni hanno sempre più successo nei «varietà» televisivi americani • E' il comportamento dei drogati: lo imitano i bambini a scuola; tra gli adulti sembra diventare un fenomeno di massa, «normale» Quanto prima era privato diventa pubblico, ostentato, impudico - Una moda che presto scomparirà o già al «punto di non ritorno»? NEW YORK — Entra in scena u --.u ballerina deca vestita come in Coppella, ma con grandi occhiali neri. Fa qualche passo con grazia e precipita aggrappata a una pianta di cartapesta tirandosi addosso il palcoscenico. Il pubblico ride e applaude per quasi un minuto evidentemente travolto dall'effetto comico, una cieca ostinata che non rinuncia a ballare. Un'altra scena è questa. Due rabbini si confrontano a colpi di pane azzimo, ma eseguendo mosse di kung fu. Poiché sono rabbini ortodossi, cioè con il cappello nero, la barba nera e la lunga giacca nera, si può capire che la trovata del kung fu combattuto a colpi di pane azzimo generi sorpresa e poi risate. Ma la battaglia tra i due rabbini va avanti oltre le risate e gli applausi. Segue lo sketch della famiglia marziana in cui l'accoppiamento amoroso si realizza toccando una spalla. E' tratto da una vecchia storiella, ma qui l'effetto è stravolto oltre ogni limite in modo da incrociare i toccamenti di spalla con ogni possibile situazione capace di generare risate. Si suppone che i due marziani continuino impunemente a sfiorarsi durante una trasmissione televisiva in diretta, alla presenza del Segretario di Stato, e nella ferrovia sotterranea. Anche qui la trovata è accompagnata da una voglia di eccesso, da una incontrollata esagerazione che, negli spettatori più seri, genera disagio, o sospetto. Gli adulti sanno in che modo si arriva a questa specie di culto dell'esagerato e dello stravolto. Ma poiché vedono che questo culto è praticato da persone che ammirano, pensano che sia giusto imitarlo. Quelle che ho descritto, infatti, sono scene di un «varietà, televisivo che va in onda ogni sabato sera. Una buona parte dell'umorismo adulto americano appare ormai segnata dall'effetto di distorsione, di ripetizione ossessiva. I bambini semplicemente imitano, e da anni ha fatto irruzione nelle scuole un comportamento concitato, ùria tendenza a deformare la mimica, i gesti, la voce, la pronuncia, tanto per fare ridere, che crea un discreto problema per gli insegnanti. La risata / bambini non sanno che stanno imitando il comportamento di chi prende la droga. Gli spacciatori che circolano Intorno alle scuole pensano che si stia preparando una bella platea. Gli adulti nella gran maggioranza seguono, com'è naturale, la moda. La moda li spinge a credere che la risata è effetto di deformazione, esagerazione e alterata percezione del tempo. Se lo è la risata, deve esserlo anche quello stato mentale e di umore che nella risata si esprime, cioè la felicità. La strada è aperta per un comportamento di massa che sembra dividere in due, nettamente, non solo l'opinione astratta della gente, cioè quella cosa che si legge sulle statistiche, ma anche la vita, il modo di funzionare, di parlare, di agire, così come uno lo vede fisicamente, per la strada, da una finestra. Dove passa questa linea di divisione? Più o meno intorno ai quarant'anni. O meglio dai quarant'anni in giù. Quarant'anni è infatti l'etàdi Richard Pryor, il comico negro. Un anno fa ha rischiato di morire ed è rimasto malamente ustionato mentre si preparava una «base», mischiando cioè cocaina con altra droga e accendendo intanto una sigaretta. Trentratré anni era l'etàdi John Belushi, che forse era allergico a una delle sostanze che doveva avere miscelato e usato la sera prima della sua morte, allo «Chàteau Marmont» di Hollywood, un celebre rifugio di attori che vivono soli. Ha detto Dan Aykroyd, il suo celebre compagno di avventure e il suo partner in Blues Brothers: «Non dite che Belushi è stato un uomo cattivo. Dite la verità, dite che è stato un ragazzo buono». E' giusto che Aykroyd ricordi il suo amico cosi, ed è giusto che il pubblico serbi di lui questo ricordo. Ma Belushi è un caduto di una strana campagna che coinvolge quasi tutto il giovane mondo dello spettacolo a Hollywood. E tramite la televisione si span- de facilmente attraverso l'America. E' stato Woody Alien nel film lo e Annie con il famoso starnuto, in cui fa volare dal contenitore d'argento mezzo milione di dollari di -polvere pura», a segnalare la diffusione della moda e anzi la sua accettazione come comportamento •normale». Tra Woody Alien e la morte dt John Belushi è uscito anche un libretto che sembra abbia avuto grande successo almeno sulla costa californiana. Si intitola il Galateo della coca e risponde a domande come: «Quando si serve agli ospiti», «Come si serve», se è meglio prima del pasto o nella seconda parte della serata. Un caduto «John Belushi è un caduto della guerra bianca. Richard Pryor' è un ferito. Ma non illudiamoci. Arriveranno altri bollettini, altri elenchi di vittime. C'è da domandarsi se e a che punto si potrà ritornare indietro», ha detto Tcd Koppel. commentatore della rete Abc il giorno dopo la morte di John Belushi. Con lui in studio c'erano una mezza dozzina di quei personaggi che anche gli spettatori italiani sono abituati a vedere la sera sul teleschermo, protagonisti di serie famose, un paio di ragazzine teenagers che nei serlals televisivi fanno di professione le figlie innocenti e sfrontate, di giovanissimi che, dopo essere stati eterni bambini della televisione, stanno crescendo e imparano, a quel che sembra, insieme col mestiere, anche il rito, l'iniziazione alla guerra bianca. E c'erano soprattutto comici, questi nuovi comici sotto t quarant'anni, anzi nella generazione dei trenta. Richard Pryor è il più coraggioso. Del suo famoso incidente (quando ha preso fuoco ed è stato in pericolo di vita per giorni) ha fatto un delirante spunto comico con cui apre le sue serate allo Hollywood Palladlum. «Dunque mi stavo preparando la mia tazza di latte e i miei biscottini per la sera, una abitudine che ho da quando ero piccolo, e decido di mischiare le cose, un po' di latte pastorizzato e un po' di latte cremoso. Poi ci metto dentro i biscotti e boom mi salta tutto in aria. Ma, dico io. con tutta la gente che si fa un bicchiere di latte coi biscottini prima di andare a dormire, proprio a me doveva succedere che ti salta tutto per aria?». La gente ride alle lacrime e certe sere il pubblico si alza in piedi in una di quelle ovazioni che in altri tempi spettavano a Ltndbergh per avere attraversato per primo l'oceano in aereo o a Joe DI Maggio per avere battuto t record di punteggio nel baseball. In questo stringersi attorno a Pryor del pubblico c'è un gesto di affetto, di conforto, c'è qualcosa di buono che sembra voler compensare quella sua disperazione che ha preso fuoco. Ma c'è anche la celebrazione solidale di un costume. Dicono a Hollywood che stia diventando costume di massa. «Il problema è nuovo non per la diffusione della droga fra gli attori, ma a causa di due fatti diversi», dice Norman Lear, uno dei più intelligenti produttori di serlals. «Il primo fatto è che la televisione inventa eroi di massa, eroi casalinghi che ti entrano nella vita quotidiana con una forza che il cinema non ave¬ va mal avuto. Ma 11 secondo fatto è che c'è un'estetica della nuova comicità che è legata direttamente alle nuove abitudini. Non la vita privata dell'attore è In discussione, ma la sua immagine pubblica. Quell'immagine ci parla di uno stile di vita che. moltiplicato per decine di milioni di spettatori, è una specie di bomba a orologeria piantata dentro la vita e il costume d'America». Come provano coloro che vivono a Hollywood e che vedono moltipllcarsi ogni giorno questo problema, invitano a verificare due generi di spettacolo, la nuova serie di spettacoli televisivi della notte, e i film di cui Belushi è stato più di altri l'eroe. I film rivelano facilmente la corsa verso un parossistico effetto di esplosione, dilatazione e grottesco, una specie di espressionismo senza il controllo della cultura. Ma la grande confessione pubblica, il punto in cui qualcosa di prillato diventa all'improvviso pubblico, ostentato, deliberatamente impudico, è nelle nuove serie televisive. Si tratta di tre programmi cornici in cut ritroviamo, tra le star, di nuovo gli stessi nomi: Richard Pryor, John Belushi, Dan Aykroyd, e molti altri che il pubblico non americano comincia appena a conoscere. I programmi sono Friday, Saturday Night Live e Sctv. Vanno in onda dopo le undici e mezzo di sera, ma si tratta di giorni festivi e l'indice di ascolto è altissimo. Sale anzi dopo ognuno di questi incidenti (Pryor, Belushi) o dopo una notizia di arresti, di irruzioni della polizia, di ricovero in ospedale per overdose o per brutta confusione di sostanze diverse. Sono programmi che appaiono una violazione, soddisfano il gusto di sentirsi fuori della norma e fuori della legge. «Fra 1 tanti episodi della guerra bianca, dice Bob Hope, comico affettuoso, pacato e d'altri tempi, questa volta non siamo noi a vincere. E non sono neanche loro (Bob Hopepensa al "caduti"). Vince solo la "roba". E l'effetto che fa sulla gente». L'idea di Bob Hope. come quella di Norman Lear, è che passi attraverso gli schermi un linguaggio muto, di gesti, di segni, di appuntamenti mentali. «Tutto ciò, dice Lear, mi ricorda il comportamento di quell'ufficiale americano prigioniero dei nord vietnamiti che accettava di farsi filmare per comunicare i suoi messaggi col battito delle palpebre. I vietnamiti credevano di trasmettere l'immagine di un prigioniero avvilito e lui comunicava no- tizie ai suoi superiori». Quel- [lo che sta accadendo adesso . le sperarlo — se hanno ragione gli «anziani» —è meno epico, ma al-' trettanto preciso. «L'immagine della morte appare come un Incidente, come 11 guasto rischioso durante una corsa Non risulta che lo spettacolo del guasto e del rischio abbia mal distratto o allontanato i tifosi di una corsa in auto o in motocicletta. Perciò non è probabile che accada ora», ha osservato il commentatore della Abc nel programma dedicato a Belushi. Il corpo dell'attore attraversa lo schermo e i quattro robusti poliziotti che portano la barella hanno il peso e il colore della vita quotidiana, non sono in grado di sfidare il mito. Poi compaiono i flash di John Belushi da vivo, la sua celebre immagine con gli occhiali neri, in Blues Brothers, con la spada da samurai, o nelle sequenze di Animai House. Vince il film sulla vita, vincono gli spezzoni dei celebri spettacoli della notte, soprattutto Saturday Night Live. inventato proprio da lui, da John Belushi. Vince la qualità accelerata, esasperata, febbrile, irresistibile, ma anche •alterata», di questo genere di spettacolo. «Non vorrei occuparmene, è soltanto un sottoprodotto». fa sapere con stanchezza Henry Fonda, evitando di rispondere alla domanda. La domanda è: «Siamo a un punto di non ritorno?». «La moda ha una forza enorme. Sarebbe un errore pensare che non conta — dice John Simon, il critico —. Però la moda è una cosa che si sbriciola all'improvviso e scompare». O almeno è ragionevo- Furio Colombo

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