Giusto ripudiare le donne che sposano uno straniero? Referendum a San Marino di Remo Lugli

Giusto ripudiare le donne che sposano uno straniero? Referendum a San Marino Una delibera del '28 al vaglio del voto popolare Giusto ripudiare le donne che sposano uno straniero? Referendum a San Marino li «commissario della legge» ha accolto un ricorso contro la perdita della cittadinanza - De e socialdemocratici si sono opposti dal nostro inviato speciale | SAN MARINO — I sanmarinesi andranno alle urne per un referendum, per la prima volta. Quello del referendum è un istituto ottenuto l'anno scorso per il quale si sono battute soprattutto le sinistre. Ora l'arma si ritorce contro questa parte. Ieri il collegio giudicante l'ammissibilità dei referendum ha deciso di ammettere quello sull'abrogazione o la conferma delle norme che tolgono la cittadinanza alle donne che sposano uno straniero. •■Quella di ieri è stata una giornata buia per San Marino e la sua democrazia», dice Gabriella Giardl, dell'Unione donne, associazione non legata a partiti, ma con iscritte prevalentemente di sinistra. Ecco i termini della questione. Secondo una .interpretazione autentica degli statuti», che ha forza di legge e che risale al 1867, la donna di San Marino resta sanmarinese anche se sposa un forestiero. Ma secondo una delibera del ' 1928, epoca fascista, tra l'altro mai pubblicata sul Bollettino delle Leggi, la prassi è inversa. Dagli Anni 30 in poi sono oltre duemila le donne di San Marino che hanno sposato stranieri, per io più italiani, % hanno perduto la cittadinanza con tutti i relativi diritti: ad esempio non possono intestarsi nemmeno l'eredità. Il 4 febbraio scorso il commissario della legge, il dottor Franco Viroli, un italiano che ha le funzioni di giudice del tribunale, esaminando il caso di una donna che aveva fatto causa allo Stato per la perdita della cittadinanza, ha riconosciuto che non esiste nessuna norma di diritto che tolga la cittadinanza alle donne. La sentenza ha avuto profonde reazioni. Il governo di San Marino è retto dalle sinistre: partito socialista, partito comunista, partito socialista unitario e partito socialista democratico. Il 2 marzo 11 Consiglio Grande e Generale si è riunito per prendere una decisione su questo tema, ma con un risultato di parità: 30 voti a favore del mantenimento della cittadinanza e 30 contrari (contrari la de, il comitato di difesa repubblica, 11 partito socialista democratico, che pure fa parte del governo, e un franco tiratore). Un gruppo di 21 cittadini, tra cui parecchi consiglieri e sei donne, si sono appellati al giudice di secondo grado contro la sentenza del dottor Viroli. L'indomani la de e il psds hanno presentato la proposta di referendum e ieri c'è stata la risposta: si, si faccia. Va notato che 11 collegio giudicante l'ammissibilità dei referendum è presieduto dal professor Giovanni Cassandro, italiano, ex giudice costituzionale nel periodo in cui l'Italia aveva abrogato la norma che toglieva la cittadinanza alle italiane che sposavano uno straniero. Dello stesso collegio fanno parte il professor Marcello Gallo, altro italiano, penalista che aveva difeso esponenti della de nel processo Lockheed e tre sanmarinesi esperti di diritto. Entro l'autunno si andrà quindi a votare: c'è ancora la formalità della raccolta delle firme, ne servono appena trecentoclnquanta su una popolazione di ventimila abitanti (undicimila elettori) ed è facile capire che de e psds, che vogliono 11 referendum, non avranno difficoltà a raccoglierle. Dice la dottoressa Gloria Glardi, vicesegretaria del psu: «E' molto triste che uno strumento democratico come il referendum, per il quale ci siamo battuti, venga inaugurato in una maniera così barbara e contro le donne. La cosa più. aberrante è che si dovrà votare sulla pelle delle nostre sorelle che non voteranno appunto perché erroneamente ritenute non cittadine sanmarinesi. De, psds e comitato difesa repubblica si dovranno prendere la responsabilità di aver portato il Paese allo scontro, di avere.seminato discordia nelle famiglie, perché non v'è dubbio che anche nei gruppi familiari nasceranno divisioni tra uomini che per tradizione hanno sempre costretto mogli e sorelle aliai loro sudditanza e le donne che in¬ vece pretendono di ottenere finalmente la dignità di essere umano». Alberto Mino, della segreteria del partito comunista, dice: «Siamo contro la pretesa di sottoporre a referendum il diritto delle donne di mantenere la cittadinanza, perché è un diritto fondamentale della persona, tra l'altro previsto dalla dichiarazione dei diritti dei cittadini é det\principii fondamentali dell'ordine sanmarinese del luglio 74». La dottoressa Clara Boscaglia, segretaria della de, ammette che sarebbe giusto che la donna sanmarinese la quale sposa uno straniero non perdesse là cittadinanza. 'Però — dice — la materia dovrebbe essere regolata. Perché, ad esempio, si dovrebbe anche dare la residenza al marito di questa donna, che ora gode solo di un permesso di soggiorno. Ma dandogli la residenza dobbiamo anche dargli la casa, la scuola per i figli, il posto di lavoro. Sono queste conseguenze che ci preoccupano». Remo Lugli

Persone citate: Alberto Mino, Clara Boscaglia, Franco Viroli, Gabriella Giardl, Marcello Gallo, Viroli

Luoghi citati: Italia, San Marino