Rognoni smentisce le torture I dati tragici del terrorismo

Rognoni smentisce le torture I dati tragici del terrorismo Alla Camera lunga risposta del ministro dell'Interno alle interrogazioni Rognoni smentisce le torture I dati tragici del terrorismo Presentate 15 denunce per maltrattamenti: in due casi aperto un procedimento penale - «E' verosimile una preordinata speculazione che può giungere alla calunnia e all'autolesionismo)) - Dal '69 a oggi 312 morti, 1075 feriti, 13 mila attentati - In carcere 1414 eversivi di sinistra, 432 di destra -1 pentiti sono circa 300 ROMA — «accuse e voci ingiuste, inverosimili, assurde e false-. Virginio Rognoni, ministro dell'Interno, si è mostrato sicuro e convincente. -E' una campagna denigratoria, ma ogni sospetto deve essere fugato. Sia chiaro, comunque, che il governo non ha mai deviato, la pratica della tortura è estranea ad un Paese civile e democratico-. Trentasei pagine, il testo riveduto e corretto fino all'ultimo momento. Rognoni ha iniziato a parlare alle 17,05. Davanti a lui, quaranta parlamentari, attenti, carta e penna per gli appunti. Quarantacinque minuti è durato l'intervento del ministro. Poi, le repliche. -Un discorso che mi ha soddisfatto, me lo aveva anticipato-, è stato il commento dèi presidente del Consiglio Spadolini. Rimuovere è una tentazione molto forte-, è stata una delle prime frasi di Rognoni. -Ma il dovere di una risposta è e deve essere più'forte del diritto all'indignazione, che è pure legittimo quando si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad una campagna assai pericolosa*. Per il ministro dell'Interno, e lo ha detto alzando il tono della voce, il pugno puntato sul tavolo, «è da respingere l'insinuazione secondo la quale organi di vertice delle forze dell'ordine abbiano mai impartito disposizioni che possano costituire, anche indirettamente, ' un avallo a metodi contrari non solo alle norme in materia di trattamento delle persone arrestate, ma soprattutto al comune senso morale e al rispetto che va riservato ad ogni persona-. Dalle parole al fatti, ai dati. «A tutt'oggi sono 15 le denunce per maltrattamenti, presentate direttamente o a mezzo dei loro difensori, da presunti terroristi arrestati. Di esse sette sono state presentate ad autorità giudiziarie del Veneto, otto nell'area giudi ziaria del Lazio. In seguito a tali denunce sono in corso di svolgimento indagini istruttorie: in due casi sono stati aperti procedimenti penali per lesioni volontarie-, -Tut tavia — ha aggiunto Rognoni — queste cifre devono essere obiettivamente ricondotte al quadro complessivo della lot ta contro il terrorismo: dal 1969 ad oggi il terrorismo poli tico ha compiuto 13 mila ut tentati, ha causato 312 morti e 1075 feriti. Dal '74 sono stati assassinati 11 magistrati e 69 operatori dell'ordine-. Rognoni ha inoltre comuni' cato che 1 terroristi o presunti tali dell'area di sinistra in carcere sono 1414, gli estremisti di destra 432. Dal sequestro del generale Dozier, cioè dal 17 dicembre scorso a oggi, sono stati arrestati 382 presunti terroristi dell'area di sinistra e 58 di estrema destra. Il ministro dell'Int2rno ha ricordato che molte volte sono state rivolte accuse di ec¬ cessivo garantismo e che in molte occasioni alcuni hanno auspicato l'adozione di metodi e di esperienze -forti e decisive-. -Noi non abbiamo mai ceduto — ha aggiunto —. Questa è la verità'-. Rognoni ha fatto presente che lo scopo dichiarato dell'eversione era quello di provocare una reazione dello Stato di tipo autoritario o fascista per poter invocare, contro di essa, la mobilitazione generale, la guerra civile. Ma la democrazia -ha saputo difendersi dallinsidia e dalla minaccia terroristica rimanendo democrazia-. Quanto all'annullamento degli interrogatori del rapitori di Dozier condotti dalla polizia deciso dal tribunale di Verona, il ministro dell'Interno lo ha giudicato necessario -per una insuperabile preclusione sancita nel codice di rito; ma sta di fatto — ha aggiunto — che le dichiarazioni dei fermati rese alla polizia sono state puntualmente confermate e ampliate in sede di formale interrogatorio da parte del magistrato-. Rognoni, cosi, ha smentito le allarmanti voci su maltrattamenti e «torture». Dlciotto erano le interpellanze e ventidue le interrogazioni parlamentari. Per tutte, Rognoni ha avuto una risposta: -Attenti a possibili strumentalizzazioni —ha avvertito il ministro —. Se qualcuno ha mancato, ha oltrepassato il limite della legge, pagherà. Ma, ripeto, è tutt'altro che inverosimile una preordinata speculazione da parte dell'area terroristica: essa può giungere alla calunnia ed all'auto-lestonismo-, E ancora: -Gli accertamenti in corso su singoli episodi non possono trasformarsi in atto di accusa generalizza- ra nel riguardi della polizia e delle altre forze dell'ordine che hanno compiuto sempre il loro dovere con assoluta consapevolezza-. Per sostenere lo sue argomentazioni, il ministro dell'Interno ha citato i nomi di terroristi che si sono dissociati dalla lotta armata con dichiarazioni pubbliche: Enrico Fenzi, Antonio Savasta, Alfredo Bonavita, Roberto Sandalo, Enrico Pagherà Michele Vlscardi... -L'autorità giudiziaria mi ha segnalato che i 'pentiti" risultano oggi circa 300. E' assurdo, ingiusto ed inverosimile tentare di insinuare che l'Imponenza di tale fenomeno dipenda dall'uso di sistemi coercitivi contrari al diritto ed alle leggi-. Insomma chi decide di parlare, di collaborare con le inchieste della magistratura, non è costretto da maltrattamenti bensì dalla constatazione -del fallimento del progetto eversivo, dallo sgretolamento dei suoi supporti ideologici ed organizzativi-, , E Riccardo Ambroslni, il capitano di Venezia che non ha esitato a dichiarare all'Espresso l'esistenza di voci su maltrattamenti? -Quanto al caso del capitano Ambrosini — ha detto Rognoni — posso soltanto dire, per il momento, che ho affidato al prefetto Leopoldo Mercurio l'incarico di espletare a Venezia un'apposita inchiesta amministra¬ tiva. L'indagine è stata compiuta. Il prefetto Mercurio ha ascoltato il capitano Ambrosini e personale delle varie categorie in servizio presso la questura di Venezia. Mi ha consegnato oggi la sua relazione, sulla quale mi riservo di trarre al più presto le mie conclusioni-. In ogni caso, -spetta al governo, autonomamente, valutare il comportamento dell'ufficiale: e mi riservo di farlo quanto prima-. Applaudito dal tre soli democristiani presenti in aula, Rognoni ha terminato il suo intervento alle 19,50. Subito le repliche, aperte da Cruclnael11 dei pdup. Ma già prima, nell'illustrare interpellanze ed interrogazioni, alcuni deputati avevano anticipato critiche e disappunto. Tutti parlamentari dell'opposizione: dai radicali Melllnl e Boato, agli indipendenti Rodotà e Maria Luisa Galli. Proprio Rodotà, nel suo intervento, aveva chiesto -risposte puntuali a denunce puntuali-. -Da questo dibattito — era stata la conclusione di Rodotà — noi non usciremo con dichiarazioni di soddisfazione o insoddisfazione. Se la replica di Rognoni non ci convincerà, da domani insisteremo per portare alla luce tutta la verità-. Rognoni, solo nel bancone dei ministri, non si è scomposto. Poi, il suo intervento. j.e.

Luoghi citati: Lazio, Roma, Veneto, Venezia, Verona