Questi i capolavori della moda pronta fra linee geometriche e sontuosi colori

Questi i capolavori della moda pronta fra linee geometriche e sontuosi colori Concluse con grande successo le sfilate del prét-à-porter a Milano Questi i capolavori della moda pronta fra linee geometriche e sontuosi colori MILANO — Buongiorno Velazquez, dice per Basile lo stilista Luciano Soprani, che ha spostato nella Spagna di Filippo IV la sua ispirazione fra equitazione e scherma, qua evidenziando il particolare d'un'armatura, là l'ampiezza d'un panneggio, il volume di un colletto, punteggiati da cappelli da hidalgo nel gusto di colori sontuosi. Il secolo d'oro d'una Spagna monumentale regala alla donna dell'autunno-inverno 1982-83 gonne corte in pelle fulva e giacche beige dalle grandi maniche rovesciate su casacche cinturate, stivali in colori quieti bloccati da grandi feltri neri. Altre tinte sorde, marron, grigio ferro, si rifugiano in gonne «baloon» per far brillare cappe viola, verdi, in ricchezze dorsali da cappa e spada; altre geometrie nutrono l'arte di so* vrapporre capi diversi, due, anche tre, finché tutto si risolve in giochi di «trompe-l'oeili), perché i falsi scamiciati in pelle con inesistenti giustacuori di pelliccia suggeriti da maniche enfatiche, sono in realtà giubbotti, giacconi a strati. Te ne accorgi quando li vedi togliere dalle spalle, lasciando libere deliziose camicette a balze geometrizzate in diagonale ed orizzontale, simulacro gentile d'una trascorsa corazza, albicocca, ocra, rosa o grigio. Ciao, Elisabetta I, si sussurra da Ferrante e via libera, in chiave ironico-moderna, a spunti di clima shakespeariano, festoso amalgama di colori, tessuti e linee: cappe che coprono maglie, bluse, gilè, gonne a vita alta, maniche arricciatissime, voluminose nei giacconi poco più corti delle gonne, siano brevi o lunghe, fra giallo ambra, blu pavone, verde mare, indaco, mentre i velluti, i jacquards multicolori fanno rivivere i preziosi documenti della tessitura secentesca. Poi arriva Ferrc, che si diceva stanco di essere identificato come architetto della moda e ha siglato un autunno-inverno alla luce d'una mobilità nuova fra geometria e dinamismo. La sua donna era fino a ieri decisa, severa in abiti neri e lisci? Eccola, colpita da femminilità improvvisa, ondeggiare svelando una cappa a ruota, una fila di bottoni che chiedono l'aiuto nell'allacciatura, agitando il lembo d'un poncho ieratico ad incorniciare sottilmente le spalle. C'è, il nero, un grigio e un beige annuvolati, lampi di rubino e smeraldo, giallo topazio e zaffiro e uno schema geometrico che si trasforma sul corpo in triangoli aggiranti, in rettangoli sbiechi e incrociati, si tratti di pantaloni a spirale, di abiti a centottanta gradi o di maniche trasformiste, di plastici colletti tagliati sulla schiena perché si sollevino ad avvolgere il volto. Nessuna meraviglia se la camicia da Casanova in plissé diritto o incrociato, trova il suo effetto sera in corte giac- chette, nere da un lato, colorate dall'altro: è l'offerta alla donna di una possibilità inedita nell'osare, nello sfidare. Il vero spartiacque fra gli stilisti è la coerenza d'una linea declinata con rigore dal mattino alla sera e viceversa l'offerta di modi dissimili di essere alla moda, correndo l'autunno-inverno 1982-83. Laura Biagiotti ha interpretato il Rinascimento in un'accezione tutta sua, non solo molteplice, ma in risultati speculari di recenti trovate del suo stilismo fresco, e ricco di salute da una stagione all'altra. E' maestra del'cachemire? Bene, la proposta di un nuovo uso delle coperte di questa fibra leggera e calda, è la giacca-cappa segmentata da potenti «à jour», realizzati a mano per i giorni glaciali. Le piacciono le bambole? Eccole- in leggerissimo taffetas a balze diagonali e asimmetriche, in abiti che chiamano ih causa la proto femminista Amelia Bloomcr. Ma come non parlare delle sue culottes arricciate, delle tute di organza fioccata, delle maniche a vento, delle micro giacchette in raso trapunto? E di quelle creature in abiti a rose stampate, cinture di rose, fiocchi edoardiani appoggiati alla vita, sulle gonne gonfiate? Un nodo alla Van Dik accende il nuovo smoking 1982-83 in taffetas bianco per la camicia, nero e a pieghe piatte e stirale in verticale per i pantaloni diritti, mozzati alla caviglia. Se da Laura Biagiotti coesistono molte linee, straordinaria nella sua declinazione su impianto rigorosamente geometrico, fra volumi e ricerca di nuovi temi, è la collezione di Gianni Versace. Una coerenza assoluta che non elude il punto cruciale della ricerca stilistica 82-83, la spalla, le maniche, e la risolve in un look attualissimo, che traduce nel rigore del taglio la suggestione di arma- ture guerresche quanto di romantiche dolcezze. La spalla non è più tonda, ma angolare: sboccia dal taglio delle maniche a giro largo, come per il chimono, ma squadrato, con la morbidezza asciugata da un inserto triangolare da antica lorica, spesso in pelle su tessuto, in maglia di ferro, argentea o color rame su pelle; ne vengono fuori giacflie-roboni che si esprimono ne Ih) cortezza dello spencer come nella verticalità di giacche lunghe fino al ginocchio e posano ora su gonne corte, ma ingentilite dalla lavorazione a balze piatte in un degradare sottile di molti colori di una stessa gamma, ora su pantaloni di linea tubolare, con enfasi angolare sui fianchi. Da Versace il cappotto è leader, specie se è in nero con bracciali o cintura di metallo: volume ampio, lunghezza alla caviglia, vivono di effetti scali¬ no dovuti a gilè cortissimi e a bustini luminosi, i cappotti in marron e in grigio, in un trascolorare profondo di colori fusi a creare l'illusione dell'unito. Ma un'altra parola decisi va Versace ha detto nelle camicette: smilze, con grandi colli, sfuggono per virtù di creatività al mietalo revival ottocentesco e si ripresentano in chiave moderna, collo libero e maniche importanti. La stessa provoca zione nella maglieria, pullovers o abiti, solcati come da macchie divaganti nelle immagini della pittura vascolare greca. Il prossimo autunno-inverno 1982-83 obbligherà le donne ad una scelta fra geometria e colore. E' un po' come, giusto nel Rinascimento, alla linea di Firenze si oppose la costruzione del quadro attraverso il colore nella pittura di Venezia. Sul versante coloristico a cui ascrivere con Enrica Massei, Mila Schon e Mario Valentino, occorrerà ricordare Touche, disegnata da Enrico Coveri, una collezione dedicata alle giovani donne, amanti dei piumoni in rosa e viola, dei poncho, dei miniabiti a fiori come gli short i cardigan ->n le genziane blu su fondi grigi, delle mantelle che su basi pallide accampano strisce diagonali in verde e rosso per abitini ricolmi di ciliege a grappolo su fondo verde. Un'esplosione di vitalità che ricupera i moduli nell'aria negli abiti da sera in taffetas di colore unito, viola, fucsia, maniche importanti, collo libero e croccanti volumi. Prugna e caviale, è l'emblema della collezione di Missoni. I viola violenti e tutta una gamma di prugna blu o regina Claudia, con verde zona erbosa e caviale grigio introducono una ricetta dolce-salata, che fa le sue prove in mantelli quadrati, ad enormi motivi jacquard fra tappeto d'Oriente e geometrie stile elettrocardiogramma o segni del computer e nei blouson mini o cardigan, sblusanti e morbidi, fra sorprese di cappescialle, magari circolari e tutte plissé. Fino agli elaborati plissé su stampati grafici e scintillanti per la seta, in una sorta di Fortuny tecnologico, micropieghettature persino del mohair. Su quale versante situare la più creativa probabilmente delle collezioni prèt-à-porter per il prossimo autunno-inverno, firmata Krizia? Su quello del colore o del rigore geometrico? Caratteristica di Mariuccia Manticlli, una delle poche donne-stiliste nel panorama dell'Alta moda pronta, è la capacità di assimilare le tendenze d'un momento moda e di renderle trasformate grazie al filtro d'una fantasia coerente soprattutto con se stessa. C'è la tendenza ad enfatizzare spalle maniche? Eccola risolvere l'ampiezza in un dinamico ondeggiare di alette e nodi a cresta di dinosauro, in un moltiplicarsi di angoli appuntiti: in abiti di maglia, in golf a disegni lanceolati e fiammeggianti, ma anche a rose, quelle da tappezzeria e da tovagliato nella leggerissima fiandra di lana mohair e quelle sfatte che diventano maxispilla o intero top, se unica sola e gigante. I suoi blouson sono di velluto, si increspano in lamellari moduli fra raso e taffetas, le pellicce straordinariamente realizzate dal trevigiano Bin, sfoderano morbidezze di linea e colore, sono double-face e intarsiate, visone sfaccettato e mongolia paludosa. La maglieria ha un uovo portafortuna nel gatto, sornione o stivalato come nella favola del marchese di Carabas: mini abiti, golf lievi e il velluto è sempre presente, in tutti i marron degli strumenti musicali fino al nero e acciaio nei tight rigati su base secca ed accattivante insieme. Lucia Sollazzo TOT Milano. Tre abiti presentati alle sfilate del prèt-à-porter: a sinistra una creazione di Kri/.ia. un vestito da sposa di Versace e un completo di Basile (Tclcfoto)

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