La sofferenza da rock per l'udito di Dozier
La sofferenza da rock per l'udito di Dozier La sofferenza da rock per l'udito di Dozier I! generale fu costretto ad ascoltare questo genere di musica durante la sua prigionia Quarantadue ininterrotti giorni di rock a tutto volume in una cuffia auricolare «obbligata», oltre che cosa da Impazzire è specifico lesivo maltrattamneto — che forse non ha precedenti neppure negli archivi di Amnesty International — alle vie di recezione periferiche («cellule recettive esterne e interne» e "poi «neuroni») dell'uomo «acusticamente» torturato. A noi già sembra una ossessiva piccola tortura quella, volontaria e Imbambolata (ma certamente non Imputabile di «rischio») del tanti giovani che la cuffia, forse, non la tolgono nemmeno per dormire. Immaginiamo — per un intero mese e mezzo, a quel livello di obbligata monotonia e a quel «volume» probabilmente vicino agli 85 «declbels» che sono la soglia della sofferenza — quale può essere stata la spietata feri¬ ta acustica arrecata ai prigioniero. Non esiste, per fortuna, esperienza su «carichi» tanto prolungati ed obbligati di «decibels» sull'apparato di ricezione acustica dell'uomo (più che gli 85 «decibels», che sono 1 livelli non inconsueti da «sala rumori», qui conta l'esasperata durata dell'esposizione); e comunque, qualsiasi esperimento di laboratorio — ammesso che, per assurdo, venisse anche solo parzialmente effettuato — mancherebbe di quell'lrrlpetlblle - «clima» di angoscia (e forse dolore fisico), senza rimedio e senza tempo, che Dozier ha sofferto. Per non parlare della «complicità» (forse però non sostanziale) del trauma al capo al momento Óell'aggrcssione e dell'eventuale predisposizione (pregressi ripetuti traumi acustici bellici?), e. m.
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