Proprietà Corriere, altri documenti? Di nuovo sentiti Rizzoli e Tassan Din di Giuseppe Zaccaria

Proprietà Corriere, altri documenti? Di nuovo sentiti Rizzoli e Tassan Din Ascoltati ieri dalla commissione d'inchiesta sulla P2 tre alti ufficiali Proprietà Corriere, altri documenti? Di nuovo sentiti Rizzoli e Tassan Din ROMA — Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Roberto Calvi saranno nuovamente ascoltati mercoledì prossimo dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2. insieme con l'avvocato Zanfagna, componente il consiglio d'amministrazione della Rizzoli. Al termine di una giornata tutta dedicata a interrogatori di militari (che a loro volta condurranno ad altre riconvocazioni, come quella del generale Giannini, ex comandante generale della Guardia di Finanza) la decisione di maggior rilievo che 1 commissari hanno adottato, appare proprio questa. Grazie a «nuovi elementi di conoscenza*, spiega un comunicato, adesso la Commissione è in grado «di procedere ad un esame obiettivo della composizione azionaria del gruppo». Esame che, aggiungono i commissari, questa volta non jsl limiterà «agli aspetti giuri- dico-lstituz'onalii Nel comunicato, si può cogliere un'altra indicazione importante: «L'indagine di polizia giudiziaria delegata alla Guardia dì Finanza, al fine di pervenire all'accerta- mento della reale situazione proprietaria del "Corriere della Sera", è sostanzialmente conclusa con l'acquisizione di tutto il materiale necessario, che è stato depositato presso la Commissione». E a questo punto — anche se non resta che attendere mercoledì prossimo, per sapere di quale «materiale» si tratta — la via si apre a una lunga serie di Ipotesi. Quale può essere, dunque, 11 «materiale» che spiega la vera composizione azionarla del gruppo? Nel silenzio del commissari, le Ipotesi sono numerose: la più attendibile, si rifa comunque a quel singolare esempio di ingegneria azionarla da tempo noto come accordo FlncorlzItaltrust. La vicenda, In sintesi, sta in questi termini: la Fincorlz di Bruno Tassan Din (finora ritenuta ago della bilancia negli equilibri azionari della Rizzoli) ha stipulato da tempo, e questo è noto, un «patto di sindacato» con la «Italtrust», affidandole il compito di agire per proprio conto nel sindacato della Rizzoli. Il patto, anche questo è noto, ha una validità di cinque anni. Fino a ieri, il dubbio che i commissari della P2 non erano ancora riusciti a risolvere — almeno, quanto all'assetto proprietario del gruppo editoriale — era 11 seguente: quali conseguenze porta con sé 11 «patto di sindacato»? In sostanza: Bruno Tassan Din, nonostante l'accordo con la Italtrust. continua a rappresentare la sua (decisiva) quota di azioni, o da questo ruolo è ormai esautorato? La risposta, sembra stia nei documenti acquisiti dalla Finanza durante le più recenti Indagini. Ed è ovvio che se, da quanto ottenuto nelle ultime settimane, si ricavasse che la Italtrust» non agisce «in no- me e per conto» della società con cui ha stipulato 11 patto, ma nell'Interesse di altri, gli equilibri azionari dell'azienda risulterebbero, con questo, alquanto modificati. Questa ricostruzione — che naturalmente lìotrà essere convalidata solo dai documenti in possesso della commissione — si completa solo tenendo conto di un altro dato: l'opzione che la «Fincorlz» possiede sulle azioni di Angelo Rizzoli, e la qualità di fiduciaria che l'Italtrust riveste rispetto al Banco Ambrosiano. In questa ricostruzione — tuttora in attesa di verifica — la banca di Roberto Calvi si troverebbe dunque, sia pure con una partecipazione formalmente di minoranza, a detenere il controllo dell'Intero gruppo. Dato, quest'ultimo, che alle più recenti vicende dell'editoriale potrebbe dare una spiegazione convincente. In attesa che Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din, Roberto Calvi e l'avvocato Zanfagna (artefice dell'intera operazione) forniscano le loro spiegazioni la commissione ha dedicato la seduta di Ieri agli Interrogatori del generali Siro Rossetti, Giovambattista Palumbo e del colonnello Nicolò Bozzo. A rischiare di più è stato il secondo, a lungo comandante a Milano della divisione «Pastrengoa del carabinieri. «Noti je stato arrestato solo per rispetto all'Arma dei carabinieri*, ha commentato il presidente, Tina Anselmi: la sequela del «non so* e dei «non Inanellata dall'ex ge- 0 i j ricordo - j nerale ha condotto infatti i d i commissari a un passo dal- . i l'arresto. Tema centrale della deposizione, la famosa riunione avvenuta in casa Gelli nel '74. In seguito a quell'incontro, che avrebbe avuto come tema un progetto «golpista i i molli massoni abbandonaro- é a o a e. aa o eno l'Istituzione. Per Palumbo, invece, si trattò solo di una riunione .insignificante», che servi a parlare -di divorzio, politica, governo, così come si usa nei salotti*. La deposizione di Siro Rossetti ha invece portato alla luce due strane circostanze: l'esistenza di una fantomatica loggia «PI» (11 generale ne senti parlare vagamente da Gelli) e un incontro con Forlanl, allora ministro della Difesa. Rossetti lo incontrò nel '75 e gli spiegò la pericolosità del personaggio. Fodanl assicurò il suo interessamento. Ma non accadde nulla. Giuseppe Zaccaria

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