Savasta: «La camorra non è mai entrata nella trattativa per liberare Cirillo» di Giuliano Marchesini

Savasta: «La camorra non è mai entrata nella trattativa per liberare Cirillo» H pentito parla con i giornalisti durante il processo Dozier a Verona Savasta: «La camorra non è mai entrata nella trattativa per liberare Cirillo» «Il riscatto era un fatto politico e Cutolo non dava garanzie su questo piano» - «Non so chi per la de partecipò al negoziato» - Secondo la Libera il riscatto fu di circa un miliardo: glielo disse Senzani per convincerla a schierarsi con lui - Concluso il dibattimento sulla vicenda del generale Nato - Lunedì parlerà il pubblico ministero DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — Antonio Savasta parla anche del «caso Cirillo». Dalla gabbia, il brigatista pentito scambia qualche battuta con i giornalisti, sul finire dell'udienza del processo per il sequestro del generale Dozier. Il discorso cade sul rapimento dell'assessore napoletano della . democrazia cristiana, sul presunto riscatto. 8a qualcosa, Savasta? Può dire se vi siano stati contatti con Raffaele Cutolo? Lui risponde: «Lo escludo categoricamente. A noi risulta che la de ha trattato la liberazione di Cirillo con la colonna napoletana delle Brigate rosse*. Antonio Savasta continua: • L'aver chiesto un miliardo e meteo per Cirillo era per noi un fatto politico-. E spiega: •Nella campagna Cirillo si innestavano i problemi della disoccupazione e della casa*. Ripete che per questo «il riscatto ca un fatto politico*. Aggiunge: *La trattativa non poteva passare attraverso Cutolo, che non dava garanzie sul piano politico. Posso escludere un intervento della camorra, anche per ragioni di sicurezza: quelli sono pericolosi, e pretendono delle tangenti. Anche se con loro in carcere abbiamo rapporti di reciproco rispetto*. •Durante il sequestro di Cirillo — dice Savasta — noi eravamo in stretto contatto con la colonna napoletana e con Senzani. So che a trattare per Cirillo era la de, ma non saprei dire chi si occupasse della trattativa. Chi viene da un tipo di esperienza all'in ter- no dell'organizzazione non si imbarca in un rapporto così difficile come quello con Cutolo*. Chi trattava, si domanda, per le Brigate rosse? Savasta risponde: «Questi collegamenti vengono sempre tenuti da qualcuno dell'esecutivo. Ad esempio, quando fu sequestrato l'armatore Costa, a trattare fu direttamente l'esecutivo, evitando la mediazione della malavita*. Secondo alcune indiscrezioni, anche Emilia Libera ed Emanuela Frascella, «carceriere >. di Dozier. avrebbero parlato nei giorni scorsi del caso Cirillo. Alla Libera risulterebbe che per l'assessore napoletano della de sia stato pagato un riscatto di circa un miliardo: Senzani lo avrebbe comunicato per convincere lei ed altri ad aderire alle sue posizioni, promettendo .finanziamenti. La Frascella avrebbe affermato che lei ed 1 suol comnagnl erano preoccupati dalla possibilità di un Intervento di Cutolo, per la capacità di Infiltrazione della camorra. Comunque, dal loro punto di vista, «sarebbe stata più interessante la camorra, perché più' cv t ,pposta al potere che ,i">: la mafia e la 'ndrangheta calabrese*. Una parentesi densa di interesse in una breve udienza che non ha avuto impennate. I giudici hanno ascoltato la testimonianza di Lelio Di St aslo, dirigente dell'ufficio Uigos di Verona, che prese parte a quasi tutte le indagini sul sequestro di Dozier. Il funzionario di polizia ha confermato 11 rapporto inoltrato alla magistratura, ribadendo che nella prima fase delle ricerche fu il fratello di un detenuto accusato di terrorismo a fornire la «chiave» per la liberazione del generale americano. •Fu poi Volinia — ha precisato DI Staslo — a darci le indicazioni precise*. Ruggero Volinia, come si sa, condusse gli inquirènti diritti al covo di via Plndemonte a Padova, dov'era «Imprigionato» Dozier. Durante l'Interrogatorio In aula ha detto di averlo fatto per 11 sopraggiungere di una crisi, per trovare un'occasione di riscatto dissociandosi dal partito armato, ed ha escluso di aver avuto in premio due miliardi per quella decisiva collaborazione con la polizia Dopo la deposizione di DI Stasio, il tribunale ha disposto che venissero mostrate le foto degli accusati latitanti ad Antonio Savasta, Emilia Li bera, Giovanni Ciucci ed Emanuela Frascella, tutti pentiti. Savasta, in particolare, appoggiando 1 gomiti sul banco davanti al presidente, ha riconosciuto senza apparente emozione Luigi Novelli Remo Pancelll, Pietro Vanzl, Marcello Capuano. Vittorio Antonini, Barbara Balzaranl Umberto Catablanl. Non è stato in grado di identificare 11 personaggio ritratto nell'ultima foto. E il presidente: «Jo non dico chi è». Le otto fotografie degli Imputati «contumaci» sono state firmate dal presidente e rimesse agli atti del processo. A quel punto, è sorta una contestazione da parte dell'avvocato Galli Righi, che difende la Balzaranl: 11 legale ha sostenuto la nullità di questa Im¬ màgine della brigatista esibita In aula, 'perché non sono state mostrate altre foto di donne*. Il tribunale ha respinto l'eccezione • della difesa, affermando di considerare quel riconoscimenti come «mezzo di prova non formale». S'è chiusa cosi, dopo cinque giorni, la fase dibattimentale. Lunedi parlerà 11 pubblico ministero. Giuliano Marchesini CfmsrpcgtcItsgasntmnctrcsdVgv Vwnna I n rtpnnsÌ7i'nnp del l'onerale Dozier

Luoghi citati: Emilia, Padova, Verona