Rasputin riabilitato di Lia Wainstein

Rasputin riabilitato NUOVE RICERCHE SU UNA FIGURA LEGGENDARIA Rasputin riabilitato Il dissidente russo Amalrik ha demolito le molte menzogne che per quasi un secolo hanno accompagnato la biografia del consigliere degli zar Di Andrej Amairlk, il dissidente russo perito in uno scontro in Spagna nel novembre 1980 quando si recava alla conferenza di Madrid, usci postumo, quello stesso anno, l'autobiografico «Journal d'un provocateur», mentre ora una nuova pubblicazione ci consente d'incontrare Amalrik lo storico. In questo suo «Raspoutine» (Ed. Du Seuil, pagine 285) appena uscito a Parigi, ci troviamo di fronte ad una smitizzazione costruttiva, alla scoperta, dovuta all'eliminazione di una serie di inveterati «clichés», di un Rasputin sconosciuto. Nella sua acuta prefazione, 11 matematico russo Leonid PJjusc, dopo aver posto In rilievo «io spesso manto di leggende e menzogne» sotto il quale scompare la personalità autentica di Rasputin, rievoca le tappe della strumentalizzazione di cui il personaggio fu la vittima. Il mito servi ai rivoluzionari per screditare lo zar e la zarina e insieme consenti d'interpretare la rivoluzione d'ottobre come un complotto giudeo-massonico. Secondo la variante germanoflla, infatti, Rasputin avrebbe stregato lo zar, provocando la rottura con il Kaiser e la guerra. Nella variante franco-anglofila, al massoni si sostituisce lo stato maggiore tedesco, mentre Rasputin è una spia giudeo-tedesca. Una terza versione, infine, vede in Rasputin un santo che ha per missione di salvare la Russia, ma che viene screditato e ucciso dal giudei-massoni infiltrati nella polizia, nella Chiesa e nella Duma per abbattere la monarchia. Contro la Chiesa PIJusc inoltre attira l'attenzione su di un fatto essenziale, «il problema quasi completamente ignorato della natura religiosa della rivoluzione russa (...). Le sette contadine — ammontanti certo a vari milioni di persone — nell'ottobre si schierarono con la rivoluzione per combattere contro la Chiesa ortodossa ufficiale che le aveva sempre perseguitate. E così, in questa rivoluzione "proletaria" vi sarebbero stati più settari che proletari (...). Il buon senso contadi¬ no manifestato da Rasputin ricorda quello di Kruscev "liberale" cosi come i loro umori frenetici rispettivi si somigliano». Benché l'immatura morte abbia impedito ad Amalrik di conchiudere il suo libro — ne manca, pare, circa un terzo, una decina di capitoli, dedicati agli ultimi dieci mesi, da febbraio a dicembre 1916, della vita di Rasputin — questo non Inficia in alcun modo gli aspetti fondamentali dell'opera, quella rievocazione spregiudicata e spassionata della vicenda, che apre delle prospettive inedite. Se si tiene presente che non solo gli storici sovietici (per i quali Rasputin è tuttora un avventuriero ladro, analfabeta e dissoluto) ma anche studiosi quali Chamberlin e H. Sc-tonWatson (non però Adam Ulam) sono, benché con moderazione, fra i colpevolisti, si potrà valutare appieno l'originalità dell'indagine svolta da Amalrik. Nel suo libro troviamo un'approfondlta analisi critica della vita di Rasputin, quella cinquantina d'anni (1863 o 1864-1916) straordinariamente densa di eventi e stroncata da uno dei più feroci assassini! che la storia ricordi, perpetrato da alcuni aristocratici, con P. Jusupov quale principale esecutore. Converrà indugiare soprattutto sulla parte più sorprendente dell'opera, quella decina di pagine in cui Amalrik ricostruisce la concezione del mondo di Rasputin. L'impresa, giudicata impossibile da storici Inglesi e sovietici a causa dell'ignoranza del personaggio, tale da renderlo incapace di avere delle idee politiche, è invece riuscita ad Amalrik. Fondandosi sul principio che ogni uomo politico autentico è un autodidatta, Amalrik spiega come Rasputin acquistasse una larghezza di vedute notevole nel corso di una vita che equivaleva «ad wna sezione operata attraverso la società russa, dagli emarginati dei bassifondi fino all'elite e all'aristocrazia. La sua conoscenza del paese era più ampia di quella di un contadino rimasto sempre nel proprio villaggio, dell'ufficiale limita¬ to dall'orizzonte del proprio reggimento, del mercante, dell'industriale, del gentiluomo di campagna o del funzionario, tutti confinati nel proprio ambiente, di cui rispecchiano le concezioni». Ostile all'aristocrazia, Rasputin alla vigilia della rivoluzione si mostrò favorevole all'espropriazione non violenta delle grandi proprietà terriere. Era dunque democratico, in quanto considerava tutti uguali davanti a Dio e allo zar, e quest'ultimo, secondo lui, doveva disporre di un saldo potere autocratico appunto per difendere i deboli contro i forti. Rasputin stesso, dopo la morte di Tolstoj, scomunicato nel 1901. mentre vàri esponenti della Chiesa ortodossa insistevano presso lo zar affinché fosse pronunciato l'anatema, non esitò a intervenire in difesa dello scrittore, da lui profondamente rispettato. Popoli uguali L'aspetto più originale di Rasputin consiste nel suo atteggiamento aperto e molto superiore a quello dei suoi contemporanei, nei confronti del problema delle nazionalità e delle religioni. Non concedeva alcun primato alla Chiesa ortodossa e tentò sempre di difendere le minoranze etniche della Russia, i seguaci delle sette, i musulmani. Si occupò in particolar modo degli ebrei, sforzandosi di far ottenere loro immediatamente l'uguaglianza dei diritti, e scelse come segretario l'ebreo Aron Imanovic. Dato il suo ecumenismo, Rasputin, lungi dal cedere alla seduzione slavofila, considerava uguali tutti 1 popoli. Era pacifista e lo dimostrò nel 1908, convincen do lo zar a non partecipare alla guerra quando l'Austria si annesse laBosnia-Erzegovi na. Nell'estate del 1914, un pe riodo cruciale, Rasputin, che era rimasto ferito in un attentato, non potè invece esercitare la sua influenza sullo zar. Odiava infatti quella guerra, considerandola una lotta fratricida e. come Witte e altri uomini politici, prevedeva che essa avrebbe provocato la fine della monarchia. Lia Wainstein

Persone citate: Adam Ulam, Chamberlin, H. Sc-tonwatson, Kaiser, Kruscev, Tolstoj, Witte

Luoghi citati: Amalrik, Austria, Madrid, Parigi, Russia, Spagna