Il Caos nudo e i borghesi di Zurigo di Vittorio Gorresio

Il Caos nudo e i borghesi di Zurigo INCHIESTA IN SVIZZERA DOPO LA CLAMOROSA VITTORIA DELLA DESTRA Il Caos nudo e i borghesi di Zurigo Al risultato elettorale ha robustamente contribuito il leader di un movimento scandalista, che guidava frotte di giovani nudi a spaccare i vetri di banche e gioiellerìe - Dalle urne è uscito trionfalmente il nome del radicale Thomas Wagner, ribattezzato Superman - «Per maturare, dovrebbe andare a fare il medico nel Terzo Mondo», dice di lui lo sconfitto socialista Bruno Kammerer DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ZURIGO — Certo, non è che basti una sola serata trascorsa ad ascoltare candidati di partiti concorrenti e rivali per rendersi conto dello stato dei problemi svizzeri politico-economico-sociali: però qualcosa di buono si impara, e per lo meno ci si fa una prima idea del tono e genere, misura e qualità della polemica com'è qui concepita e praticata sullo scenario elettorale, e come sia accaduto che domenica 7 marzo la destra abbia stravinto conquistando la maggioranza assoluta a Zurigo, per esempio, dopo oltre cinquant'anni di supremazia della sinistra. Cosi al governo avremo un pentapartito (anche qui) dato che appunto cinque sono i gruppi che costituiscono lo schieramento vincitore. I cinque sono i radicali, i liberali, i democristiani, gli evangelici e l'Unione democratica di centro, e tutti insieme vanno sotto il nome di •partiti borghesi». Con questo è detto già che sono partiti i quali (a differenza di taluni nostri) non soffrono di complessi nominalistici, né sono afflitti da una crisi di identità (come se ne hanno esempi in Italia). Stabilita questa prima fondamentale differenza fra il pentapartito a Nord e quello a Sud della Alpi, sarà opportuno un cenno sulle caratteristiche dei candidati svizzeri più rappresentativi. Andando alla ricerca — sia pure con molta prudenza — di qualche possibile affinità, direi prima di tutto che gli svizzeri sembrano avere trovato anch'essi il loro Bettino Craxi nella persona del grande vincitore del 7 marzo, il radicale Thomas Wagner, detto per scherzo ma con un po'di apprensiva gelosia «fi Superman» della politica, l'uomo nuovo, la stella in ascesa, il prediletto dagli dei, il baciato in fronte dalla buona fortuna. E' prodigo di informazioni positive sul proprio conto: laureato in legge e in medicina, suona due strumenti, violino ed oboe, dorme cinque ore per notte, e le sue piccole bambine (Chantal, due anni, e Isabella, tre mesi) le vede solo pochi istanti, la mattina presto, per la prima colazione. «Per l'Insonnia non ho tempo, e nella mia agenda non c'è spazio per 1 momenti del dubbio». La parola che dice di preferire è •Herausforderung», che significa sfida e propriamente va intesa nel senso di •challenge», all'americana. Continua a presentarsi, descriversi, raccontarsi: «Se giochi bene le tue carte, mi dicevano i miei genitori, potrai fare tutto quello che vuoi. A 15 anni sapevo di voler diventare qualcuno in prima riga sul palcoscenico. Ho lavorato per questo, e ho anche avuto fortuna». C'è chi lo giudica sfacciato, e chi peggio: .E' l'opportunismo Incarnato — dicono di lui nei gruppi della giovane sinistra —. Fa che il vento del partito radicale soffi verso destra, e vedrai Wagner partigiano di una destra robusta e muscolosa. Fa che 1 tempi volgano invece al liberalismo e sarà lui l'uomo capace di incarnare un liberalismo ineccepibile». // grande sconfitto del 7 marzo e diretto rivale di Wagner, il socialista Bruno Kammerer, è meno brutale ma più perfido: «Quello che dovrebbe fare Wagner è andarsene per un cinque anni nel Terzo Mondo, a fare il medico nella savana, ad esempio. Per maturare». Ci si domanda se questo Wagner Superman adesso punti su Berna, la capitale federale, per progredire nella carriera. Sarebbe come domandare al nostro Craxi, anche lui un po' Superman, se egli mira adesso a Palazzo Chigi. Il Craxi svizzero comunque dà una risposta che non so definire se ambigua o ponderata: «Tutte storie. L'equilibrio del Paese è perfettamente garantito. Berna è la capitale. Ginevra la sede delle istituzioni Internazionali, Basilea il centro della chimica, Zurigo il centro dell'economia». Semplicissimo, come si vede: ce n'è per tutti e c'è da scegliere. Ho già accennato che una delle sere pre-elettorali ho passato il mio tempo ad ascoltare un istruttivo dibattito e vorrei precisare che cosa mi è parso di avere imparato. Ero in una grande sala del museo di Zurigo, la Kunsthaus, assieme ad amici e colleghi di settimanali svizzeri (L'Hebdo, Die Woche; e della radiotelevisione, dai quali seppi che era in programma un confronto fra candidati di partiti diversi. Erano parecchi, non so se tutti di molto spicco. Ma erano presenti il Superman radicale Thomas Wagner, il so.4 cialista perfido Bruno Kammerer, e un terzo ancora più interessante non tanto per la sua acconciatura da indiano irochese, né per l'eccezionale sua bellezza di omosessuale consapevole e orgoglioso del proprio stato, ma essenzialmente e soprattutto per l'originalità del suo programma, originale a partire dal titolo che è «Der nackte Chaos», e cioè «7/ Caos nudo», tradotto in semplice italiano. Questo giovane uomo, quasi due metri di statura, torreggiava nella sala della Kunsthaus (dove è frequente che si tengano tavole rotonde in funzione di una politica 'integrata» in tutti i suoi aspetti) anche perché si era provveduto di un alto cappello a cilindro come ancora ne usano gli spazzacamini di Zurigo ri¬ masti fedeli alla tradizionale uniforme del loro antico mestiere: e grazie a quel cilindro posato con graziosa leggerezza su una folta chioma punk alla moda irochese, il nostro personaggio (un poco incipriato, lo sguardo ironico leggermente sottolineato dal rimmel) incontestabilmente dominava la sala, intendo dire la platea, il grande e grosso pubblico. Gli altri candidati, dei quali mi ero ripromesso di seguire le schermaglie, tutti invece tacevano come se avessero la sensazione di èssere già stati messi fuori del gioco: nessuno che polemizzasse con il suo diretto competitore o die cercasse di far valere erga omnes i propri buoni argomenti. Da una democrazia di tanta gloria consacrata nei secoli sinceramente mi sarei aspettato di più. E invece proprio i candidati del rispettabilissimo pentapartito inter-borghese si guardavano bene dal discutere seriamente fra loro, e per tuttala sera mi dovetti sorbire il tono e il gusto di una sceneggiata nemmeno tanto spiritosa. Si ha di meglio in Italia, anche — ed è tutto dire — nei programmi che talvolta — sfortunatamente — t partiti politici si autogestiscono in Rai-tv e invece alla vigilia del 7 marzo, nel salone della Kunsthaus gentilmente concesso ai candidati, mancò affatto il dibattito politico. I concorrenti non si affrontarono e se ci fu uno scambio di argomenti fu solo grazie al fatto che dalla sala taluni del pubblico si divertivano a in- terrompere fuor di luogo e nel momento sbagliato una triste dozzina di candidati dei partiti borghesi seduti in riga dietro un tavolo su una grande pedana. Non è che partissero insulti o proteste, o condanne, o ammonizioni contro gli esponenti responsabili del nuovo pentapartito, ma c'era, di assai peggio, l'entusiasmo generale per il campione del •nackte Chaos» una specie di provocatore scandalista che ha il genio dello spettacolo come un vero demagogo, e ancor più il senso del disordine, l'intuito e l'estro della confusione. E' slato l'anno scorso il re delle notti calde di Zurigo quando guidava frotte di giovani lungo la Banhofstrasse a spaccare vetrine di banche e di gioiellieri. Al paragone, il nostro mitico '68, così apprezzato dai cultori delle facili leggende, sarebbe da definire una monelleria estemporanea. Tanto per cominciare: il leader e gli adepti del -nackte Chaos» erano davvero nudi, giovanotti e ragazze, nudi alla lettera nelle loro incursioni per le strade, nei loro blocchi stradali, e nei loro comizi volanti, e questa è già una cosa — una posa — che fa la sua impressione. L'altra sera, nella Kunsthaus, erano invece tutti quasi interamente vestiti: non siamo più in estate, e Zurigo ha il suo freddo di stagione. C'è tuttavia nell'animatore del • nackte Chaos» nostalgia e desiderio di altri climi. Registrato all'anagrafe come un germanico von Wartburg, ha preso un nome di battaglia a cadenza africana — Achmed — e ha un preciso programma ambientale di inconfondibile ispirazione ecologica: «Vogliamo piantare palmeti sulle rive del lago perché questa città prenda un aspetto meridionale. Le vie del centro degli affari spariranno, sostituite da una rete di canali: Zurigo deve diventare la Venezia del centro Europa. Il prezzo della birra sarà ridotto del 300 per cento, nelle scuole introdurremo la settimana di cinque ore, e saranno rigorosamente vietate tutte le manifestazioni e attività sportive». Come, è ancora da venire: nell'acqua potabile sarà immesso Lsd in dosi allucinogene appropriate, e con questa ragionevole modalità: «L'erogazione sarà fatta quartiere per quartiere, non possiamo mandarli a fare il viaggio tutti assieme, perché bisogna pure che qualcuno lavori». Alcuni mìei vicini che mi vedevano cogliere appunti quella sera passata nella Kunsthaus mi hanno esortato a non prendere sul serio •quei buffoni» del Caos nudo, adesso invece gli va riconosciuta una certissima importanza, mi è stato detto in ambienti del pentapartito di qua, al Nord delle Alpi. E' difatti opinione dei borgìiesi che sema il provvido aiuto involontariamente prestato loro da tipi come l'Achmed delle notti nude zurighesi, forse neanche il Wagner Superman sarebbe mai riuscito ad invertire da sinistra a destra una tendenza elettorale consolidata ormai da più di cinquant'anni. Vittorio Gorresio Zurìgo. Sul quai General Guisan con la primavera sono ritornati anche i contestatori