Nuove polemiche sul caso dell'assessore Cirillo la dc si servì della camorra per il rilascio?

Nuove polemiche sul caso dell'assessore Cirillo la dc si servì della camorra per il rilascio?I comunisti insistono sulla trattativa con le Br per farne uno scandalo politico Nuove polemiche sul caso dell'assessore Cirillo la dc si servì della camorra per il rilascio? Secondo .'«Unità» due esponenti democristiani e un colonnello dei servizi segreti si sarebbero incontrati con Cutolo nel carcere di Ascoli • Ma nei registri del penitenziario non risulterebbe traccia di queste visite - Un magistrato: «Sono notizie prive di fondamento» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Riesplode il caso Cirillo: non fu solo la famiglia a trattare con i brigatisti per ottenere la liberazione dell'ex assessore regionale de della Campania, ma due importanti esponenti democristiani si esposero in prima persona, andando persino nel supercarcere di Ascoli Piceno per contattare il boss della •camorra» Raffaele Cutolo, e coinvolgerlo nell'operazione rilascio. Questa è, In sintesi, la ricostruzione fatta dall' WMà, che l'ha pubblicata ieri con grande evidenza in prima pagina, trasformando il caso Cirillo da vicenda giudiziaria con molti aspetti ancora da chiarire in un giallo politico. Mentre la famiglia Cirillo' tace, tribunale e questura di Napoli smentiscono queste voci e queste ipotesi. Ma è certo che il sequestro dell'uomo politico napoletano è una storia che presenta ancora molti lati oscuri, che non si è chiusa con la liberazione dell'ostaggio, né con le indiscrezioni che, dopo la liberazione di Cirillo, hanno tentato di mettere a fuoco 11 capitolo, delicato e decisivo, della trattativa con le Br per salvare la vita dell'assessore. Chi ha trattato, su quali basi, e con chi? Fino a dieci gior- ni fa, Ciro Cirillo aveva negato che la sua famiglia avesse tenuto 1 contatti con i terroristi. Poi, improvvisamente, aveva cambiato strategia, dopo che la Digos aveva rivelato che un riscatto era stato effettivamente pagato, con la consegna ai terroristi di un miliardo e 450 milioni. A questo punto, di fronte alle voci che parlavano di un coinvolgimento di uomini della de e di una «mediazione» risolutiva della camorra, Cirillo aveva ammesso che il riscatto era stato pagato dalla sua famiglia, senza concorsi esterni, e aveva negato ogni contatto con la criminalità organizzata. Ma 11 chiarimento si era fermato qui. Ieri l'Unità ha aggiunto la sua versione della vicenda, con una ricostruzione minuziosa, anche nelle date e nei particolari, che lascia intendere come il quotidiano comunista abbia in mano qualcosa di piti di una voce o di una «soffiata». E infatti 11 quotidiano del pel sostiene che con le Br e con la camorra hanno trattato (nell'articolo non viene mal usato 11 condizionale) «almeno due dirigenti di primissimo piano della de, assistiti passo dopo passo da un ufficiale dei servisi segreti*. L'ufficiale, secondo 11 giornale, è «17 colonnello del Sisde Pietro Musumecim, sospetto piduista arrestato per reticenza e rilasciato durante 1 lavori della commissione parlamentare d'indagine sulla P2. Musumeci, racconta l'Unità, il 30 maggio dell' '81 entra nel carcere di Ascoli Piceno, dov'è detenuto Raffale Cutolo, accompagnando -due esponenti notissimi della de napoletana: Pochi giorni dopo, «la scena si ripete: nella casa di pena entra questa volta uno solo del due esponenti de. E' la svolta. In poche ore viene precisato il plano che porterà alla trattativa conclusiva con le Br. (...) SI fissano le garanzie e le modalità del pagamento». lì'Unità racconta anche come è stata messa assieme la somma del riscatto. Il miliardo e mezzo sarebbe stato raccolto con una fldej usatone da parte dell'Ina di Napoli, mentre a prestare materialmente 1 soldi sarebbe stata «una banca pugliese» sulla base della garanzia Ina. Il pagamento sarebbe poi avvenuto in tre tranches, sempre a Napoli, attraverso gli Incontri tra Giovanni Senzani e «uno dei legali di Cutolo»; e quest'uomo sarebbe 11 personag¬ gio 'dai capelli rossi» di cui si è parlato già più volte. Fin qui 11 racconto dell' Uni tà, che oggi, a quanto risulta, renderà noti altri particolari. Che riscontri è possibile effettuare di questa ricostruzione? Ad Ascoli, 11 registro dei visitatori del carcere è inaccessibile, e 11 direttore è «in missione»: secondo indiscrezioni, non risulterebbero sul registro nomi di uomini politici nelle date indicate. Ma fino a che punto ciò che risulta oggi sull'elenco fa testo? Ciro Cirillo è stato tutto 11 giorno fuori casa, e ha lasciato detto che sarebbe rientrato «molto tordi». In quanto alla magistratura, il discorso è piti sfumato. Sul piano ufficiale un giudice napoletano ha rilasciato alle agenzie di stampa una smentita che parla di «nottate prive di fondamento: Ufficiosamente, Invece, un altro giudice fa capire che un intervento della camorra nella vicenda non può essere escluso a priori, ma che comunque fino a questo momento in proposito nulla risulta agli atti. Secondo i giudici, sono state pagate due sole rate del riscatto ed entrambe a Roma. L'uomo che ha «riscosso» il denaro è stato senza dubbio Senzani. Queste le uniche notizie certe. Il resto rimane da accerta¬ re, a partire dall'identità delVouomo dal capelli rossi» delegato a tenere 1 contatti con le Br, e di cui la famiglia Cirillo, a quanto ci risulta, non ha voluto dire nulla ai giudici. Ma 11 racconto della famiglia deve avere in qualche modo convinto 11 magistrato, se questi non ha ritenuto necessario prendere provvedimenti nei confronti di nessuno di loro. Con ogni probabilità saranno interrogati dai giudici i personaggi che, per allusione o con nome e cognome, sono stati chiamati in causa nell'articolo. Pietro Musumeci già smentisce: 'Sono generale e non colonnello — ci ha detto —, prestavo servizio al Sismi e non al Sisde. Ad Ascoli Piceno non ci sono mai stato in vita mia, né da solo né in compagnia di altre persone, specialmente di politici. Il 30 maggio ero nel mio ufficio a Roma». La vicenda, o almeno parte di essa, ruota, dunque, attorno alla cella di Cutolo. al carcere di Ascoli, a quel registro che dovrebbe o almeno potrebbe essere un riscontro oggettivo dei fatti. E già oggi, forse, 11 magistrato chiederà notizie più precise al direttore della casa di pena. Il caso Cirillo, a otto mesi dalla conclusione del sequestro, è più che mai aperto. R C Oro Cirillo Raffaele Cutolo