I nostri soldi di Mario Salvatorelli

I nostri soldi I nostri soldi i e a Pensionati alla riscossa isihvc di Mario Salvatorelli Nel momento in cui scrivo, è la mattina di martedì, Roma è di nuovo semi-paralizzata, come domenica scorsa. Questa volta, però, non si tratta dei podisti della maratona o della stracittadina, in calzoncini e magliette policromi, con il numero di gara sul pettorale. Sono i pensionati che, con i capelli grigi e tanti problemi dentro, affluiscono dai quattro centri di raccolta in piazza San Giovanni, per ascoltare gli oratori designati a trasmettere i loro disagi e le loro richieste a chi di dovere, e all'opinione pubblica. Non sono su quella tribuna, e mi limiterò a parlare oa questa, che, del resto, ha spesso raccolto lettere di pensionati, cercando di comprenderle e di rispondere come meglio poteva. Oggi c'è il signor Giuseppe Conforti, di Torino, che scrive: «Dal I" gennaio scorso, ai pensionali del settore pubblico sono stati concessi l'aumento del 3,30 per cento sulla pensione base, e lire 19.1 00 lorde quale scala mobile relativa al quadrimestre settembre-dicembre 1981. Questa somma è il corrispettivo di 10 punti di contingenza fi quali sono pari all'80 per cento del punto normale, n.d.r.f Invece, ai pensionati dell'I.N.P.S. sono stali corrisposti 14 punti di scala mobile, pari a lire 27.740 lorde. Con quale criterio il ministero del Tesoro ha calcolato per i pensionati del settore pubblico 10 punti di contingenza, e non 14 come effettivamente si sono verificati?». Mi è stato detto che l'anno scorso c'era stato uno sfasamento di tempi, in seguito al quale i pensionati del settore pubblico avevano avuto qualche punto in più, nel conguaglio quadrimestrale di contingenza, rispetto ai pensionati dell'lnps. Per ristabilire l'equilibrio, nell'ultimo scatto è stata conteggiata, appunto, questa differenza in meno per il nostro let- tore, e per gli altri nelle sue condizioni. * * «Si era in guerra, in zona di operazioni oltremare, quindi si possono immaginare le complicazioni per i pagamenti degli stipendi e la trasmissione dei relativi importi ai familiari in Patria», mi scrive il signor Sergio Argo, di Torino. Aggiunge: «La cosa l'hanno risolta in modo semplicissimo: hanno aperto un conto corrente postale a mio nome, con delega di prelievo a mia moglie. Non può essere falla una cosa simile, oggi, per le pensioni?». E il lettore acclude un modulo di conto corrente postale di quei tempi, di un verdolino ingiallito, intestato al «Serg. Magg. Argo Sergio, Posta Militare 28» che suscita un po' di tenerezza e tanti ricordi. Poi conclude: *// pensionato ha tutto il tempo per andare all'ufficio postale, e prelevare la somma che a lui interessa, senza fare nessuna coda. Chi non ha bisogno di prelevare tutta la sua spettanza ne lascia una parte sul conto >K Caro «sergente maggiore», anche oggi si può fare cosi, o in altri modi, per evitare le code. Infatti, l'Inps propone ai pensionati la scelta tra due «circuiti»: quello postale e quello bancario. Già al momento della domanda di pensione, si può indicare, nell'apposito modulo, il mezzo di pagamento che si preferisce. Ma la richiesta di accreditamento della pensione su un libretto postale, oppure sul conto corrente bancario, o anche con assegno circolare a domicilio, si può trasmettere all'Inps in qualsiasi momento. * * Un terzo lettore di Torino, il cav. Plinio Caranzano, fresco di pensione (ci è andato il 1" agosto dell'anno scorso), ha un altro problema, condiviso, mi scrive, da tanti. Eccolo: «In base alla legge sul conguaglio fiscale, promulgata nell'autunno 1981. Vlnps ha provveduto al rimborso, mentre la ditta dalla quale siamo usciti continua a rispondere che non sa come comportarsi, e non rimborsa a noi, usciti a luglio '81. quanto la legge stabilisce, come ha fatto, invece. l'Inps, per il periodo di sua pertinenza». Dopo gli opportuni (almeno spero) accertamenti, posso rispondere che la ditta non è più in grado, dopo l'uscita del dipendente dai suoi «libri-paga», di fare il sostituto fiscale, nell'esazione cosi come nei rimborsi. E* il pensionato che, nel «modello 740» della dichiarazione dei redditi, dovrà calcolare il 3 per cento dovutogli, a titolo di rimborso, sulle imposte pagate per il periodo 1° gennaio-31 luglio 1981, tenendo conto, naturalmente, del rimborso già ricevuto dall'Inps. Mi assicurano che nei «modelli» in preparazione per la prossima denuncia dei redditi 1981, ci sarà senz'altro una «voce», una casella apposita, per questa detrazione. Staremo a vedere. E' chiaro che, se un lavoratore ha pagato più imposte del dovuto, ed è andato in pensione prima che il conguaglio venisse effettuato sulla «tredicesima» di dicembre, dev'essere rimborsato.

Persone citate: Argo Sergio, Giuseppe Conforti, Plinio Caranzano, Sergio Argo

Luoghi citati: Pensionati, Roma, Torino