Al Regio le «Nozze»
Al Regio le «Nozze» Stasera Mozart, dirige Maag Al Regio le «Nozze» TORINO — L'edizione delle Nozze dffigaro che stasera va in scena al Teatro Regio si riallaccia, in uno almeno •degli elementi compositivi, quello della scenografia, alla ìcelebre edizione romana del 1965 che vide attivi e solleciti attorno al capolavoro mozartiano Carlo Maria Giulini direttore, Luchino Visconti regista e Filippo Sanfust scenografo. Nella storia delle esecuzioni mozartiane questo allestimento fece a suo modo epoca o quanto meno segnò una tappa fondamentale (un po' come il Ratto dal serraglio diretto dall'accoppiata Zubin Mehta e Giorgio Strehler): fu il tramonto del .mozartismo* di maniera, erede di una visione ottocentesca tesa alla ricerca di un eterno fanciullo prodigio, fu un fascio di luce sugli aspetti più, realistici, sulle frizioni sociali, sugli scandagli psicologici pia segreti, legati in una simbiosi totale di parola, musica e movimento scenico. Lo scrisse molto bene Gioacchino Lanza Tornasi quando rilevava la distorsione operata dalle fortunate traduzioni tedesche delle Nozze di Figaro (per altro le uniche che circolarono ampiamente nell'Ottocento): «Quanto di tagliente era connaturato alla versificazione del Da Ponte andò smarrito, ed 11 fuoco dell'eros che covava sotto le ceneri si mutò nelle grazie artefatte di una commedia sentimentale. Soltanto di recente la regia ha osato far piazza pulita di questo filtro rococò...; in particolare si deve alla regia di Luchino Visconti per il Teatro dell'Opera di Roma di aver seguito fedelmente le didascalie del Afo! riage di Beaumarchaìs, tanto sceniche che di movimento, in una edizione delle Nozze». Rivedremo così le mitiche pile di biancheria ripiegata del primo quadro, il giardino con i .grotteschi' del finale; tutto il resto, cioè la vitalità dello spettacolo, sarà ricreato da Peter Maag, dal regista Alberto Fassini e dai cantanti (tra cui Alberto Rinaldi, Lucy Peacock, Wladimiro Ganearollt, Carmen Lavani, Zorayda Salazar Vidulich, Elena Zilio): perché nella storia dell'interpretazione tutto si rigioca da capo e nulla si ripete. &*• P»
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