Sindaco a capo della banda che rapì Tullio Fattorusso

Sindaco a capo della banda che rapì Tullio Fattorusso A Canolo, in Calabria, arrestato con altri sette Sindaco a capo della banda che rapì Tullio Fattorusso REGGIO CALABRIA — Otto persone, tra le quali il sindaco di Canolo, indipendente di sinistra, sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Locri, perché accusate del rapimento dell'industriale Tullio Fattorusso, 56 anni, liberato domenica pomeriggio nei pressi di Ciminà dopo gli arresti degli appartenenti alla banda, avvenuti nel giorni scorsi. (L'industriale era rimasto infatti nelle mani dei soli «guardiani». Questi ultimi, appreso che i loro complici erano in carcere, si sarebbero liberati dell'ostaggio, divenuto «scomodo»). Gli arrestati sono: Raffaele D'Agostino, 27 anni, il sindaco, ritenuto il capo della, gang; Pietro Marsiglia 37 anni, di Locri, autotrasportatore ; Antonio Stranglo, 24 anni, di San Luca, operalo; Filippo Croce, 29 anni, di Locri, macellaio; Giuseppe Genovese. 24 anni, commerciante di agrumi; Giuseppe Belcastro, 25 anni, studente universita¬ rio; Marcello Russo, 19 anni, e Francesco Stranglo, 27 anni, operaio, questi ultimi quattro di Sant'Ilario. Raffaele D'Agostino, fino al 1977 era Iscritto al pei. Successivamente il partito non gli rinnovò la tessera dopo che alcuni componenti della sua famiglia erano rimasti coinvolti in procedimenti penali: 11 padre, Nicola, ritenuto un «capobastone», è al soggiorno obbliga'o; 11 fratello Antonio è stato ucciso recentemente a Roma; un altro fratello, Domenico, è stato condannato a 30 anni di reclusione perché ritenuto responsabile, insieme con altri complici, della strage di Razza di Taurianova, nella quale rimasero uccisi due carabinieri e due banditi; un altro ì atollo, Vincenzo, è in carcere accusato di appartenere al gruppo di 133 presunti mafiosi della fascia .ionica della provincia reggina. A quanto si è appreso, 1 carabinieri della comDagnia di Locri avevano già da tempo identificato alcuni componenti della banda. Due o tre di essi, dopo l'arresto, si sa rebbero «pentiti», contri buendo, con le loro dichiara zloni, a far identificare gli al tri malviventi. Per la libera zlone di Fattorusso era stata pagata la prima rata di 500 milioni dei due miliardi ri chiesti in totale.