Richiesta da Torino: fiscalizzare definitivamente gli oneri sociali

Richiesta da Torino: fiscalizzare definitivamente gli oneri sociali Parte da Turatti, presidente dell'Anima, se ne parla domani in un convegno Richiesta da Torino: fiscalizzare definitivamente gli oneri sociali TORINO — Gli industriali i metalmeccanici torinesi si in-1 lerrogano sullo stato di salute del settore. Si propongono, anche, di mettere in evidenza I i problemi che li assillano. Lo faranno in un convegno che si svolgerà domani all'Unione Industriale per iniziativa dell'Anima (l'associazione che li | rappresenta in sede provinciale) e della Federmeccanica i (la loro associazione nazionale). La prima parte della riunione, al mattino, sarà a - porte chiuse-. Al pomeriggio sii terrà un dibattito pubblico di-1 retto dal presidente dell'Unione Industriale. Pininfarina. con l'intervento del mini- ' slro del Binancio. La MalfaJ del vice presideìite della Con(industria. Mandelli. del prof. Vandone dell'Università di Genova e del segretario generale dei metalmeccanici della Uil. Veronese. L'industria metalmeccanica torinese associata all'Anima rappresenta (con i suoi 250 mila addetti appartenenti a oltre 700 aziende grandi, medie e piccole) un quarto dell'intero settore privato nazionale. Per il particolare momento in cui e stato indetto, il convegno appare dunque destinato ad avere un peso non trascurabile sulle vicende che travagliano la produzione e il mondo del lavoro. Che cosa vi proponete? abbiamo domandato al previdente dell'Anima e vice presi¬ |I i 1 ' J dente della Federmeccanica, Mario Turatti. «Con il convegno ci proponiamo di verificare, insieme con le aziende associate, i problemi politici, economici e sindacali all'inizio della stagione contrattuale... Qual è la sua opinione? «A mio giudizio il 1982 si prospetta doppiamente difficile. Da un lato l'economia continua ad essere in crisi. Sull'altro versante il rallentamento dell'inflazione potrebbe dare a qualcuno l'impressione che non ci siano problemi. Non è cosi. L'inflazione rallenta soltanto perché si consumano meno energia e meno materie prime, e perché Andreatta tiene chiusi i rubinetti. Se vengono meno queste condizioni — e prima o poi le restrizioni al credito do| vranno finire, altrimenti il sistema soffoca — l'inflazione I riparte alle stelle». Le aziende non si preparano per il momento in cui si i uscirà dalla crisi? «Per potersi preparare doIvrebbero disporre di risorse che non tutte hanno. Chi non ;ha mezzi propri, con il costo •attuale del denaro, tende piuttosto a ridurre la produzione che non a svilupparla. Per noi. prepararci, significa superare dellnitivamcnte il grande problema del costo del lavoro. Perché è su questa strada cne l'industria italiana può recuperare Pensate di farcela ad ottenere la "sistemazione del costo del lavoro"? «Noi ne abbiamo tutta l'intenzione. Ci sono tre ordini di problemi. Primo: gli oneri impropri, per i quali il governo continua a rinnovare la fiscalizzazione ogni qualche mese. E' una situazione che non ci piace perché può dare l'impressione che ci vengano fatti dei regali mentre in realtà ci vengono tolti dei costi che non ci competono; bisogna quindi che tali oneri ci vengano tolti definitivamente. Il secondo punto è quello della scala mobile. Ormai tutti san- no, anche i sindacalisti, che non funziona perché schiaccia le retribuzioni e genera inflazione. Inoltre non lascia margini di trattativa per il rinnovo dei contratti. Infine, terzo punto, ci sono i contratti. Sinora le piattaforme non sono state presentate. Sappiamo, però, che intendono Chiedere, oltre gli aumenti salariali, anche nuove riduzioni d'orarlo. Però l'industria non ha spazio e su qualche elemento bisognerà per forza incidere». Lei si riferisce alla scala mobile? ■Se fossi un sindacalista, tra la definizione di un nuovo sistema di scala mobile e il rischio di veder scivolare via i contratii, non avrei dubbi Però l'esperienza ci insegna che raramente le soluzioni plU razionali sono quelle prescelte». Per I contratti, a suo giudizio, quale è la prospettiva? «Fin dall'autunno scorso Confindustria e Federmeccanica hanno comunicato alle controparti sindacali che in mancanza di un accordo generale sul costo del lavoro i contratti non potevano avere esito positivo. E questo, dell'accordo generale, è un obiettivo che dobbiamo perseguire con tenacia. Ci auguriamo che il sindacato lo capisca in tempo». Sergio Devecchi

Persone citate: Andreatta, Mandelli, Mario Turatti, Pininfarina, Sergio Devecchi, Turatti, Vandone, Veronese

Luoghi citati: Genova, Torino