Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Sardegna, nostra madre terra E' vero, spesso si parla di Sardegna senza conoscerla bene e senza conoscere i suoi problemi (.Lettere della domenica». 7 e 21 febbraio). La Sardegna, noi sardi, la vediamo come la nostra madre piena di amore. Una madre che ha partorito manodopera per tutto il mondo. Una madre sfruttata, abbandonata, relegata a paese del Terzo Mondo. Dove è bello andare a divertirsi durante le ferie. SI. la Sardegna è emarginata da sempre. Miliardari e militari si sono spartiti la nostra terra, costringendoci ad emigrare. Gli uomini politici sardi, anziché reagire ed impedire l'emargi nazione, hanno sfruttato la situazione collocando in quei pochi posti di lavoro esistenti i loro assistiti, creando parassitismo e indifferenza. Noi giovani — specialmente quelli che sono in Sardegna, che hanno studiato per tanti anni e che non riescono a trovare il benché minimo salario — abbiamo capito l'importanza della vera autonomia. Dobbiamo essere noi a decidere della nostra vita, dell'istruzione e del lavoro, senza aspettare elemosine altrui. E' forte il richiamo della no-stra terra: casa, terra, lavoro, La terra e vita e noi possiamofar rivivere la nostra terra. inostri allevamenti, i nostri mari. Senza la chimica, senza il petrolio (non dimentichiamo ancora che c'è quel famoso carbone). Senza inutili e costosissime cattedrali nel deserto, senza IL pessimo servizio Tirrenia che tanti dolori ha recato ai sardi e ai turisti. E' un sogno il mio? Può darsi. Io credo che ogni sardo, ogni emigrato brami rientrare nella sua terra, nella sua casa, libero di decidere della suasorie. Antioco Pinna, Moretta Corri, cavallo, corri ma senza frusta Siamo un gruppo di giovani amanti del cavallo e per televisione abbiamo assistito al Grand Prix d'Amérique, la più ricca corsa al trotto in Europa, dall'ippodromo di Vincennes a Parigi. Siamo rimasti impressionati dalle genuine parole di un bambino, che incitava il suo cavallo del cuore (Idéal du Gazeau), il quale stava correndo sotto una tempesta di frustate e mulinava disperatamente la testa di qua e di là. Si udiva attraverso il televiso- Ln, re questo grido d'angoscia del bambino, che si rendeva in ; consciamente conto che il suo ! cavallo stava soffrendo: «Ale Idéal. Idéal, monpetit...». I I dirigenti dell'ippica italiana, se vogliono un salto di 'qualità da parte di questo \ sport; devono rispettare il cal vallo incominciando a vietare la frusta, come è avvenuto in ! Norvegia e in Germania (per i puledri fino a 4 anni), essendo la frusta strumento del tutto inutile ai fini della corsa. Sergio Celin, Padova . Una domanda gira nel Parco Ne "Le lettere della domenica» del 7 marzo, il presiden¬ te dell'ente Parco nazionale Gran Paradiso, rispondendo a un articolo di Laura Bcrgagna del 20 febbraio, mi «gira» la domanda di «come mai ; i l'ente si sia presentato con un 1 giorne di ritardo all'acquisto . ; ; Curia di dei terreni della IvreaaCeresole». Devo a mia volta girare la domanda all'amministrazione di allora (1980) che, a dilfe-renz* di Quanto afferma l'at-i tuale presidente, e come risul7. \ta daBli atti, non demandò al . j direttore (cioè a me) la tratta7.1 tiva. ma trattò direttamente . . la questione, insieme con un funzionario che ora ha lasciato l'ente Parco. Francesco Framarin. Torino L'ombra di Kafka nel giardino Hanbury Su Tutloscienze del 3 marzo leggo l'articolo di Gian Lupo Osti sulla vicenda kafkiana che sembra attribuire a sadica incapacità o peggio il progressivo decadimento del giardino botanico Hanbury. nel promontorio di La Mortola-Ventimiglia. Il duplice ostacolo, derivante dal pedantesco aggettivo botanico» (i botanici — diceva Alphonsc Karr — sono spedalizzati Dell'insultare le piante in greco e in latino) e dall'ostico nome della famiglia già proprietaria, forse ha appannato agli occhi dei burocrati l'autentica, affascinante bellezza paesaggistica e l'Irripetibile importanza delle piante ornamentali che ne formano il patrimonio vegetale. La collezione di palme, di piante grasse, di agrumi, di mille e mille altre piante di alto valore decorativo originarle della lascia subtropicale dei due emisferi, rende il giardino botanico Hanbury un unicum in Europa, almeno tra quelli che aprono i propri cancelli al pubblico. Oltre 11 colpevole abbandono, sembra in atto 11 tentativo di sviare 1 visitatori con l'assenza di segnaletica, pubblicizzazione e strutture organizzative, per finire al ristretto orarlo di apertura ridotto al minimo e la chiusura un giorno alla settimana! Stelvio Coggiatti, Roma Stile anglosassone per il goleador A mio parere, le esplosioni di entusiasmo da parte di certi giocatori dopo la segnatura di un gol sono eccessive; addirittura nevrotiche, quando il giocatore si abbandona a gesti come correre verso il pubblico, inginocchiarsi, alzare le braccia istericamente, lanciarsi e saltare addosso ai compagni, ecc. Non sono molto più seri e «stilosi» quel giocatori, specialmente anglosassoni, che si limitano ad una stretta di mano congratulatoria con i compagni di gioco? Aldo Russo, Torino Alitalia e colf straniere A gennaio del 1981 pagai agli uffici dell'Amalia un passaggio aereo da Napoli a Port-au-Prince (Haiti) per la mia colf, versando la somma di lire 797.400 per poter perfezionare il contratto di lavoro presso l'apposito Ufficio provinciale del lavoro. Quest'anno, all'atto del rinnovo del contratto di lavoro e del permesso di soggiorno della stessa, ho avuto la sgradita sorpresa di dover pagare all'Amalia una differenza di ben 208.600 lire quale «adeguamento tariffario» sul biglietto già pagato un anno fa. Che cosa autorizza l'Alitalia a pretendere un tale adeguamento, atteso che la somma da me versata un anno fa, se depositata In banca o investita in Buoni del Tesoro, avrebbe fruttato un 20 per cento circa di interessi attivi, tali da bilanciare l'aumento del costo del viaggio? Senza tirare in ballo discorsi di etica comportamentale, il denaro ha un costo, o no? O l'Amalia rinuncia in questi casi agli adeguamenti tariffari perché già fruisce degli interessi attivi che maturano sulle somme depositate o corrisponde detti interessi a chi ha dovuto anticipare la somma. La circolare ministeriale n. 9309, tra l'altro, parla di «eventuale integrazione tariffarla», il che non esclude un conguaglio con gli interessi maturati. Possibile che non si sappia ancora che non necessariamente chi gode della collaborazione di una colf naviga nell'oro? Maria Teresa De Martino Sorrento Agenti di custodia, problemi irrisolti Facendo riferimento all'articolo apparso su La Stampa del 10-l-'82, in cui si riportano presunte dichiarazioni di un agente di custodia del supercarcere di Palmi, vogliamo precisare quanto segue. Tali dichiarazioni alimentano un clima di tensione all'interno delle carceri e ci costringono a lavorare in condizioni sempre più diffìcili. La maggioranza di noi la questo mestiere per guadagnarsi da vivere e non certamente per fare la guerra ai detenuti. A chi fa di tutto per spingerci su questa strada diclamo quindi che questo non è il nostro interesse. Ci sembra invece che sia ormal tempo che il governo si decida a prendere sul serio e a risolvere una buona volta i gravi problemi della nostra condizione di lavoro. Un gruppo di agenti di custodia del supercarcere di Palmi Un palcoscenico chiamato Venezia Mentre, come veneziano d'adozione, mi complimento con La Stampa per l'ampia e qualificata attenzione dedicata al Carnevale di Venezia, chiedo un piccolo spazio per un'osservazione personale. Venezia, eccezionale palcoscenico, oltre lo scenario (e letti e cibo, ovviamente, a pagamento). Tuttavia, neppure i più vistosi successi, di prestigio e di introiti, cancellano l'impressione di una città tenuta artificialmente in vita da questi richiami alieni. Né più né meno di un antico antiteatro greco o romano, dove, tra i ruderi, ogni tanto si diano spettacoli. Giusepix Borda, Venezia // signore delle camelie Vivaddio, finalmente su un quotidiano italiano (La Stampa del 5 marzo) un commento al dati del censimento della popolazione 1981 che si distacca dalle ipocrite e nostalgiche lamentazioni: gli italiani non fanno più figli, la popolazione italiana invecchia. 11 Paese sta decadendo, ecc. Luigi Firpo, nell'articolo «Il signore delle camelie», è l'unico a sostenere invece che siamo ancora in troppi, e che la sovrappopolazione è la causa prima del degrado ecologico, urbanistico e morale del nostro Paese. "L'As.tcr, l'associazione che si propone di diffondere anche in Italia un metodo pratico, sicuro, definitivo di controllo della fertilità, la sterilizzazione volontaria, viene contestata perché si presenta con lo slogan «Fermati Adamo, siamo in troppi» o irrisa e censurata se offre alla plaga plU popolosa e dissestata. Napoli, interventi gratuiti di vasec'omia per chi ha troppi figli. Ringraziamo Firpo e il quotidiano elle ne ospita le coraggiose dichiarazioni. Calogero Falcone. Milano presidente As.ster «A u tonami fermati a Padova» • In relazione all'articolo «Padova, fermati per terrorismo altri sette militanti di Autonomia», a firma Giuliano Marchesini, su La Slampa I del 3 marzo, non corrisponde a verità che la signora Anna Maria Motta lavorasse nell'ai genzia libraria rateale della I Feltrinelli a Padova. La Editrice milanese non ha mai avuto in Padova un'agenzia libraria rateale di propria pertinènza: la signora Molla — con cui la Feltrinelli ha risolto i rapporti sin dal 1980 — è stata solo agente rateale della Editrice senza rapporto di dipendenza, organizzando l'attività con proprie strutture, locali e quant'altro. avv. Dino Luigi Bonza no Milano Sull'elenco telefonico di Padova 1981-82 si legge: .Feltrinelli Editore (S.p.A.) Agemia Rateale, 2 via San Biagio. 657.880-. g. m. Piera Piatti e il problema droga Nel testo e nel sommario dell'articolo di Mario Fazi,o. pubblicato il 10marzo in terza pagina con il titolo .Lotta alla droga? Tutto sbagliato... i7 nome Piera Piatti è diventato Piera Patti per un errore tecnico. Ci scusiamo con l'interessata e coni lettori