Resti di Atlantide i blocchi di pietra trovati dai russi in fondo all'Oceano?

Resti di Atlantide i blocchi di pietra trovati dai russi in fondo all'Oceano? All'opera gli scienziati sovietici per cercare tracce di opera umana Resti di Atlantide i blocchi di pietra trovati dai russi in fondo all'Oceano? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Una spedizione sovietica ha riportato a Mosca alcuni frammenti di basalto nero recuperali sul fondo atlantico fra Madeira e la penisola iberica: gli esami di laboratorio potranno ora stabilire se quelle strutture a forma regolare, individuate già alcuni mesi fa da altri studiosi russi, sono un curioso fenomeno naturale o se rappresentano invece il primo segno tangibile di una civiltà inghiottita dall'Oceano, forse della mitica Atlantide. Il recupero è stato effettuato il mese scorso dalla «Vitjas», una nave dotata di sofisticate attrezzature scientifiche, che ha gettato l'ancora in prossimità di Amper, una montagna subacquea situata a nord-est di Madeira, sulla dorsale vulcanica delle Azzorreedi Gibilterra. E' un monte, dicono gli scienziati sovietici, di grande interesse non solo per le prospettive archeologiche che può dischiudere, ma anclie dal punto di vista geologico, collocato com'è in un punto d'incontro fra diverse placche tettoniche. La «Vitjas» ha superato Gibilterra a fine febbraio, afferma la Pravda in un articolo scritto dal comandante della spedizione, V. Jastrebov. Ha svolto le ricerche in condizioni ambientali pessime, che hanno reso necessario l'uso di una campana d'aria alimentata con una miscela di elio e ossigeno. Dei tre sommozzatori impegnati nel recupero due erano russi (Valerif Antipov e Nikolaf Reznikov), il terzo bulgaro (Jurij Dulskij). Il fondale a poco più di sessanta metri di profondità, ha subito rivelato la catena di scogli geometricamente perfetti che aveva suscitato le prime curiosità degli scienziati. Reznikov è riuscito, non senza qualche difficoltà, a staccare un pezzo di quegli «scogli», che potrebbero essere in realtà antiche mura sommerse da un cataclisma natu rale: data la zona, forse, uno spaventoso terremoto. La sommità di quel monte soìiimerso, hanno riferito i tre sommozzatori, è piatta, ricoperta di basalto. I pendii esterni sono lievi: ammettendo l'ipotesi di un'isola che migliaia di anni fa emergesse dalle onde dell'Atlantico, si può anche ammettere che quella pianura e i dolci declivi fossero l'ideale per renderla abitabile. Conclusa la prima fase della ricerca, spetta ora ai laboratori stabilire anzitutto se quelle rocce siano mai state a contatto con l'aria e con la luce del sole, quindi se si tratti in realtà di un'isola oggi sommersa; in secondo luogo si cercheranno tracce di opera umana, per scoprire se quei massi squadrati portano la firma di un'antica civiltà. Fra qualche mese — tanto richiederanno i vari esperimenti — il mito di Atlantide potrebbe avere la sua prima conferma scientifica. f. gal.

Persone citate: Amper, Jurij Dulskij, Madeira, Reznikov

Luoghi citati: Gibilterra, Mosca