Quando l'infarto c'è ma quasi non si sente

Quando l'infarto c'è ma quasi non si sente Firenze, convegno sulla cardiopatia ischemica silente Quando l'infarto c'è ma quasi non si sente Nel 25-30 per cento dei casi, la crisi non provoca sul momento dolore - In mancanza di segni premonitori, l'unica strada resta quella della prevenzione - Gli attacchi silenziosi di angina pectoris FIRENZE — È" davvero sicuro ed affidabile, a livello del miocardio e delle coronarle,1 quel sistema d'allarme che e il dolore in caso d'infarto o di angina pectoris? Fino a ieri o all'altro ieri si sarebbe risposto di si, che la natura, tutto sommato, era stata provvida a programmare dentro di noi un segnale tanto informatore e inequivocabile (speciale dolore retrosternale diffuso al collo e alle spalle e Irradiato al braccio) da non poter essere molto frainteso. E Invece no. perché l'esperienza ormai insegna che nel 25-30 per cento dei casi l'infarto miocardico non viene sul momento avvertito e nel 5 per cento dei soggetti (di età 30-70 anni) esistono lesioni coronariche tanto importanti quanto soggettivamente ignorate'. A Firenze-— al ir Convegno nazionale di cardiologia Schiapparelli su «La cardiopatia ischemica silente» — 1300 cardiologi hanno messo a fuoco e discusso (In otto sessioni presiedute da Prati, Neri Serneri, Rovelli, Masini, Puddu, Marino, Condorelli, Fernandez) la subdola ed enigmatica figura della cardiopatia coronarica «senza dolore». E' patologia «aggiornata» ai. tempi—in cui persino 11 cuore si adatta, senza più tanto protestare, ai continui insulti e alle quotidiane sopraffazioni — oppure è sempre esistita e solo il progresso nella diagnosi strumentale (elettrocardiogrammi, monitoraggio Holter, ecocardlogrammi, scintigrafia miocardica, angiografle ecc.) riesce oggi a smascherarla e a documentarla? I punti di riferimento storici, per tappe essenziali, vanno dai primi casi di «infarto senza dolore» del 1928 all'ormai più che nota «sorpresa» autoplica del 15 per cento di coronaropatle arteriosclerotiche del militari morti per cause belliche in Corea sino all'allarme lanciato da Master (ne,gll Stati Uniti, nel '69, vivevano 600 mila persone con inf ar.to cardiaco passato . inosservato)!: ai risultati dello studio fli.Frdmingh^rn'del "73 (nel'23 per cento del casi l'infarto miocardico non viene avvertito).' Si tratta, in molti casi d'infarto — ma è poi vero che 11 «silenzio» è cosi totale? —. di diagnosi a posteriori, in occasione di visite periodiche o di check-up o di controlli occasionali. Nell'angina pectoris, d'altra parte, è possibile che tre episodi su quattro (impossibile' definirli come «crisi», data la mancanza del dolore) non vengano avvertiti. Probabilmente non è Vera l'Idea che abbiamo della totale affidabilità del sistema d'allarme cardiaco — ha detto A. Malllanl — ma in noi semplicemente esiste, senza nessuna prevista finalità da parte della natura, un «codice» interno del dolore che si sco¬ moda solo per speciali sommazionl di stimolazione spazio-temporale a livello di cellule, recettori e vie del dolore. A molto parziale consolazione c'è il fatto che la cardiopatia ischemica silente è forse espressione di insufficienza coronarica meno grave di quella con dolore. Ma dove va' a finire la regola dell'«uomo mezzo avvisato mezzo salvato»? • Se l'avviso — e persino il preavviso — non è assolutamente la regola, motivo di più per scegliere d'anticipo la massima Igiene di vita, l'attenzione al calcolo Individuale del «rischio» (familiarità arteriosclerotica, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemla, abitudine tabagica, vita stressante, diabete ecc.). Ezio Minctto

Persone citate: A. Malllanl, Condorelli, Ezio Minctto, Fernandez, Masini, Prati, Puddu, Rovelli, Schiapparelli

Luoghi citati: Corea, Firenze, Stati Uniti