I pittori dei balletti russi di Angelo Dragone

I pittori dei balletti russi IN MOSTRA A TORINO I MODERNISTI DEL «MIRISKUSSTVA» I pittori dei balletti russi TORINO — In rinnovata edizione, rispetto a quella in cui venne presentata in gennaio a Napoli, rimarrà aperta alla Mole Antonelliana, sino al 25 aprile, la mostra «Mlr Iskusstva» (Il mondo dell'Arte), organizzata, a cura di Marco Rosei, dall'assessorato comunale per la Cultura in collaborazione col rispettivo Ministero sovietico e con l'Associazione Italia-Urss. L'esposizione conta una novantina di opere provenienti dalla fornitissima Galleria Tret'jakovskaja di Mosca e dal Museo statale russo di Leningrado, ma appare arricchita, oltreché da una serie di ottime registrazioni in tape, dalla ricostruzione, in dimensioni ridotte, della scenografia ideata nel 1917 da A. Benois per il balletto Petruska di Stravinse, con i costumi prestati dal Teatro alla Scala. Il suo interesse, tuttavia, va chiaramente al di là del valore stesso delle opere presenti, documentando un momento dell'arte russa rimasto fin qui poco conosciuto, ma di notevole importanza anche per i risvolti internazionali che ha presentato. «Mir Iskusstva» è stato infatti il nome di un cenacolo di artisti che nel 1899 si costituirono in associazione (rimanendo tuttavia quasi ai limiti d'un movimento estetico), fondarono una rivista cui conservarono lo stesso nome e nei periodi in cui il gruppo svolse la propria attività — sino al 1904 e. più tardi, dal 1910 al '24 — organizzarono varie | mostre, incidendo tuttavia su altre manifestazioni culturali di grande rilievo. ; E' infatti nel primo periodo di «Mir Iskusstva» che si riscoprono lé origini prime dei Balletti Russi con i quali, fin dal 1909, Djagilev aveva conquistato Parigi e l'Europa, rivoluzionando l'arte della danza, nel momento in cui era riuscito a fondere in una cosa sola ciò ch'era pure musica, pittura scenica ed azione coreografica. Dopo il 1910, in assenza di quell'animatore ch'era stato Djagilev, la seconda fase del «Mlr Iskusstva», ricostituito come associazione espositiva, di tendenze ormai sostanzialmente conservatrici rispetto alle coeve esperienze cubofuturlste e raggiste, suprematiste e costruttiviste, può final¬ mente consentire di indivi-' duare, anche nella mostra — nell'arte contadina d'una Serebrjakova (col suo simbolismo monumentale) e più segnatamente nel Ritratto di un gruppo di pittori dell'Associazione dipinto dallo stesso Kustodlev che nel *21 illustrerà in una rosseggiante tavolozza il Secondo congresso dell'Internazionale comunista — uno dei filoni che fin da allora contribuirono a caratterizzare la «cultura» dell'Associazione degli Artisti della Russia Rivoluzionarla «a//ojsatrice, come scrive Rosei, delle avanguardie e fondamento del realismo socialista». Tra l'una e l'altra tendenza è evidente il rilievo storico del «Mir Iskusstva» di cui la mo- stra consente di seguire l'intera vicenda, fin dal momento in cui i suoi fondatori, da Aleksandr Benois a Konstantln Somov e all'ottimo Leon Bakst, da Evgenij Lansere a, Matlslav Dobuzlnskij con Igor Grabar e Anna Ostroumova Lebedeva. si staccarono dal realismo storico-populista dei cosiddetti «Ambulanti» per sviluppare ogni loro nuova ricerca sotto le ascendenze del Simbolismo e del Modernismo: l'occhio attento al precedenti francesi e tedeschi, ma senza mai trascurare un certo gusto «revivalistico» russo-antico. Non fu un caso se tutto questo era maturato, intorno al 1890. in casa di A. Benois (Pietroburgo 1870 - Parigi 1960), seguendo verso la metà del decennio un vero e proprio flusso emigratorio di quei pittori verso Parigi e le sue varie «accademie» private, per sfoggiare al ritorno il loro nuovo amore «modernista» per la tempera, l'acquerello. Al di là del raccordo che il «Mir Iskusstva» aveva sviluppato col modernismo occidentale, va tuttavia ricordato come nell'ambito della stessa cultura visiva fossero già operanti — da Kandlnsklj a Male vie e a Tatlln, da Chagall a Larlonov e alla Goncharova — i protagonisti di altre, e più coraggiose, avventure attraverso le quali, prima e subito dopo, la Rivoluzione di Ottobre l'avanguardia storica rus< sa ne avrebbe interpretato lo spirito certo più autentico. Angelo Dragone K S I ii (1915 il) K. Somov: «Inverno - Pista di pattinaggio» (1915, particolare)