Pesenti nell'Ambrosiano di Calvi legami più stretti tra due imperi

Pesenti nell'Ambrosiano di Calvi legami più stretti tra due imperi Ieri annuncio ufficiale, in aprile l'assemblea lo coopterà come consigliere Pesenti nell'Ambrosiano di Calvi legami più stretti tra due imperi Insieme con il finanziere di Bergamo è entrato nel Banco un altro socio, il costruttore romano Goffredo Manfredi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Roberto Calvi ha due amici in più: Carlo Pesenti e Goffredo Manfredi. Quest'ultimo è un costruttore romano, ha 70 anni, è Ingegnere e conte, amministratore unico della «O. Manfredi» società di «costruzione ed esercizi industriali». Secondo le fonti più attendibili non fa parte del clan del «palazzinari» e il suo nome non è chiacchierato. L'obiettivo del Banco Ambrosiano, il cui consiglio di amministrazione si è riunito ieri ed è durato meno di un'ora, è stato raggiunto, almeno per quanto riguarda l'allargamento della base azionarla. Dopo l'entrata di Orazio Baghasco, il finanziere svizzero che controlla l'Europrogramme (Pondi comuni di investimento) e la Clga (Compagnia italiana grandi alberghi) diventato azionista e vice presidente del Banco, è la volta di Pesenti, amico di vecchia data di Calvi, suo debitore (per circa 300 miliardi), presidente e amministratore delegato della Italmoblliare, una holding che controlla numerose società. Tra le più importanti: l'Ibi (Istituto bancario italiano), la Banca provinciale lombarda, la Ras (Assicurazioni), la Franco Tosi (elettromeccanica), l'Italcementi. Il finanziere di Bergamo, che compirà tra poco 75 anni, detiene anche il 19,22 della Bastogl (una finanziaria ora Indice Comit -0,32% in cattive acque che rischia, per l'esposizione debitoria, di dover portare 1 libri contabili In tribunale) e il 24,58 della Falci? (acciaio). L'afflancamento di Pesenti a Calvi stupisce fino ad un certo punto. Pesenti è da anni nei consiglio de «La Centrale», la finanziaria controllata dall'Ambrosiano. Da notare, inoltre, che tra i due gruppi, ora affiancati, c'è una sorta di simmetria. Abbiamo infatti sia da parte di Calvi che da parte di Pesenti grossi interessi nel settore bancario e assicurativo. L'Ambrosiano, Ibi e Provinciale lombarda hanno complessivamente una raccolta di circa 20 mila miliardi. La Toro e la Ras sono tra le più grosse compagnie di assicurazione italiane. La cooptazione di Pesenti come consigliere (la ratifica avverrà In assemblea, prevista per 11 16 aprile) è senza dubbio nell'interesse di Calvi, il quale, sia per le trascorse vicende giudiziarie che hanno offuscato non poco la sua immagine sia per l'imminente entrata del titolo Ambrosiano In Borsa (operazione che lo costringe a mettere un po' di ordine nella composizione azionarla) vuole accanto a sé uomini che gli diano determinate garanzie. E' per questo che non è da escludere l'ipotesi che la presenza di Pesenti nella banca milanese preluda a operazioni di Ingegneria finanziarla sull'estero attraverso l'Italmoblliare. In questa maniera, si dice, Calvi potrebbe domani dare risposte esaurienti su quel famoso 25% che sarebbe intestato a società straniere, risposte che finora non ha dato, limitandosi ad affermare! che la verità sull'Ambrosiano « si può leggere nel libro dei soci da parte di chi ne ha diritto, cioè i soci». Dichiarazioni cosi critiche la Consob non le accetterà certamente quando l'Ambrosiano entrerà nel listino della Borsa (ora è quotato al mercato ristretto, con una valutazione di 2500 miliardi, ritenuta da molti ecces slva). Pesenti, dal canto suo, potrebbe, ora che siede accanto a Calvi, pensare di risolvere davvero 11 problema che lo angoscia: 1 debiti. Questi sfiorano i 900 miliardi, non più coprlbili dal dividendi delle aziende che controlla e dalle rivalutazioni . E' chiaro che dovrà dare una contropartita. E' probabile che questa sia una quota dell'Italmoblliare. I giochi, insomma sono tutti da fare. Il consiglio dell'Ambrosiano ha esaminato 1 risultati dell'81, definiti in una nota «brillanti». L'utile netto è di 43,4 miliardi: ciò consente la costituzione di una «riserva acquisto azioni proprie» di 20 miliardi, e la distribuzione agli azionisti di 17,5 miliardi (nell'80 erano 10,8), pari ad un dividendo di 420 lire per azione (360 nell'80) con godimento pieno e di 245 lire per azione con godimento 1° giugno 81.1 «brillanti» risultati, è però da precisare, sono dovuti in larga parte anche all'aumento di capitale (240 miliardi) del maggio scorso, che In sei mesi hanno consentito di rlspar-, mlare 24 miliardi di oneri, agli attuali tassi di mercato. Il consiglio ha poi deciso di abolire la famosa clausola di gradimento, in previsione dell'entrata del titolo In Borsa. Questa clausola è sempre stata oggetto di curiosità Essa vincola al consenso del consi¬ glio di amministrazione l'iscrizione di nuovi soci (gli azionisti del Banco sono 38 mila, nessuno ha una quota di azioni superiore al 3%). L'eliminazione di questa clausola era già nell'aria. Calvi ebbe a dire recentemente che «si prestava solamente a interpretazioni incontrollabili» e aggiunse che fino ad oggi è stata esercitata negativamente solo 14 volte. La clausola, che 11 finanziere ama definire invenzione non sua, è nello statuto del Banco sin dalla fondazione, nei 1896. Pier Mario Fasanottl

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