Da stasera un ciclo di quattro film di Ozu semplice narratore della vita giapponese

Da stasera un ciclo di quattro film di Ozu semplice narratore della vita giapponese LA TELEVISIONE di Ugo Ruzzolati Da stasera un ciclo di quattro film di Ozu semplice narratore della vita giapponese Una calda raccomandazione agli appassionati di cinema: da non perdere stasera sulla Rete 3 il film Viaggio a Tokyo, inedito per l'Italia, che apre il ciclo II fascino irresistibile del quotidiano dedicato al regista giapponese Yasujiro Ozu. Chi è Ozu — E ' uno del casi più singolari della storia del cinema. Considerato un grande maestro — della statura di Mizoguchi e Kurosawa — è rimasto totalmente sconosciuto in Europa sino a qualche anno fa. I libri ne riportano diffusamente il nome, ma nessuno mai aveva visto un suo film. La sua morte, avvenuta nel dicembre 1963, al compimento dei sessant'anni, passa inosservata. Perché l'opera di Ozu non arrivava in Europa? Perché erano gli stessi giapponesi a dire che si trattava di un cinema «strettamente ed esclusivamente nipponico» e quindi non accessibile ad un pubblico europeo. In realtà è vero il contrario. Ozu, che nella sua intensa attività ha girato più di cinquanta pellicole, è un narratore semplice, chiaro, esplicito. Nessun timore di non capirlo. E' giapponese al mille per mille, eppure parla un linguaggio universale. Il ciclo — La Rete 3 ha importato e doppiato un primo gruppo di quattro film e ha affidato la rassegna al critico Callisto Cosulich che con acuta sintesi presenta e commenta. Le opere sono: Viaggio a Tokyo (1953), Sono nato ma.... (1932), muto, Tarda primavera' (1949), Tardo autunno (1960). Qual è lo stile di Ozu? Lasciamogli la parola: «I film con intrecci troppo elaborati non mi piacciono. Naturalmente un film deve avere una sua struttura, altrimenti non sarebbe un film, ma credo che debba rinunciare all'eccesso di dramma e di azione... I miei film possono sembrare tutti uguali, ma io cerco di creare ogni volta qualcosa di nuovo, come fa il pittore che dipinge la stessa rosa e ogni volta ar- Stasera a «Spazio 7» ricchlsce la propria visione Il regista — che secondo Cosulich ha anticipato certe cose di Rossellini e Antonioni, e ha, Influito su autori delle nuove generazioni come Peter Handke e Wim Wenders — punto alla vicenda essenziale ed emblematica immersa nella dimensione dell'esistenza quotidiana, evita qualsiasi effetto e qualsiasi colpo di scena, crea con lento e studiato ritmo l'ambiente e il clima attraverso i silenzi, gli oggetti, i brevi scorci di paesaggi indicativi e rivelatori, riduce il dialogo al minimo, e si concentra tutto, con una straordinaria forza interiore, sugli stati d'animo e sulle intime reazioni dei personaggi. La sua tecnica è sorprendentemente rigorosa e spoglia, priva di virtuosismi, con la cinepresa quasi sempre ferma e piazzata a mezzo metro da terra. L'ultimo viaggio — Il film di stasera è la «cronaca» di due anziani coniugi che dalla provincia si muovono per compiere un lungo viaggio e visitare i figli nell'immensa Tokyo. Ma i figli, presi dagli affannosi impegni di ogni giorno, finiranno col trascurarli; i due ritorneranno a casa dove lei morirà e lui resterà solo. In Viaggio a Tokyo c'è un mondo piccolo-borghese teso alla sopravvivenza in un Poe- se ancora sconvolto e oppresso dal ricordo di una guerra terrificante; c'è un Giappone che cambia negli usi e nelle tradizioni; c'è il tema del fatale contrasto e distacco di genitori e figli; e c'è un altissimo senso poetico e melanconico della vita che passa. Splendido film, profondamente drammatico nella sua apparente tranquillità di interni con cerimoniali ed inchini. Per il pubblico che si appresta stasera a vederlo — e lo veda cercando di accostarlo senza impazienze — sarà un'autentica rivelazione anche perché nulla sembra più adatto del teleschermo per le 'Storie ravvicinate» di Ozu.

Persone citate: Antonioni, Callisto Cosulich, Cosulich, Kurosawa, Mizoguchi, Peter Handke, Rossellini, Wim Wenders, Yasujiro

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Tokyo