Con gli «eroi» della mafia Hollywood scopriva l'Italia di Gianni Rondolino

Con gli «eroi» della mafia Hollywood scopriva l'Italia La storia dei nostri emigrati raccontata in cinquanta film da registi italiani e americani Con gli «eroi» della mafia Hollywood scopriva l'Italia Nella vasta e varia galleria di tipi, personaggi, caratteri, macchiettecheil cinema statunitense ha prodotto nel corso della sua lunga storia, un posto non secondario occupa la figura dell'immigrato italiano o dellitalo-americano. L'abbiamo spesso visto sullo schermo nelle vesti del gangster o del mafioso, del poliziotto corrotto o del disoccupato, dell'operato o del contadino, del cantante o del bellimbusto. Non si sa esattamente quando questa figura, o meglio questa caricatura, sia comparsa nel cinema statunitense, certamente prima della fondazione di Hollywood. Di sicuro si sa che in alcuni film di Grifflth del 1909 qualche italiano fa la sua apparizione tratteggiato nei modi e nelle forme che costituiranno il cliché abituale del cinema successivo. Ma è soprattutto con l'avvento del cinema sonoro, che coincide con gli anni della Grande Crisi e della Depressione, della criminalità organizzata e del proibizionismo, die t personaggi di italo-americani vengono ad assumere un rilievo notevole. Basti pensare a Piccolo Cesare (1931) di Le Roy e a Scarface (1932) di Hawks, due capolavori del ci¬ nema gangsteristico, ispirati più o meno direttamente ad Al Capone. Da allora ad oggi, attraverso cinquantanni di storia del cinema hollywoodiano, è una lunga serie di film in cui compaiono personaggi italiani o italo-americani, la cui caratterizzazione si va modificando col tempo, articolandosi o approfondendosi in questa o quella particolarità. Sino a giungere nei film della nuova Hollywood a una sorta di presa di possesso dell'intero campo d'azione, con la nutrita schiera dei registi e attori italo-americani, da Coppola a Scorsene a De Palma, da De Niro a Pacino a molti altri. Con film come U Padrino, che ricapitolano un'intera stagione del cinema gangsteristico e sulla mafia, o come Mean Street, che aprono nuove prospettive, li a L'ampia rassegna cinematografica organizzata dalla Fondazione Agnelli su questo tema, cioè su come ti cinema statunitense abbia presentato limmagine dell'italiano o dellitalo-americano, dalle origini a oggi, si propone sostanzialmente, di JmaU^are la struttura di que^a immagine, di coglierne daHinterno le modificazioni eie trasformazioni. Al termine dì questo vtagglo, punteggiato di film eccellenti o mediocri, noti o inediti, Il quadro d'Insieme sarà certamente più nitido. E costituirà un punto di riferimento di grande significato per ogni discorso di carattere sociologico opolitico, storico o culturale. Perché, in fin dei conti, il cinema, anche il più affabulato o stereotipato, è pur sempre uno specchio della società che l'ha prodotto. Gianni Rondolino

Persone citate: Al Capone, Coppola, De Niro, De Palma, Hawks, Pacino

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Scarface