Insulti e promesse di morte a Sandalo che accusa: «Quei tre sono terroristi » di Claudio Giacchino

Insulti e promesse di morte a Sandalo che accusa: «Quei tre sono terroristi » Il superpentito depone nel processo per banda armata che si celebra alla seconda Corte d'assise Insulti e promesse di morte a Sandalo che accusa: «Quei tre sono terroristi » Marco Fagiano, Bruno Russo-Palombi e Claudio Waccher inchiodati dalla testimonianza dell'amico che ha rinnegato la lotta annata - Minacce quando lascia l'aula - Un legale accusa i giornalisti per 1 massacri che avvengono nelle carceri Spietata, quanto a lucidità e precisione, testimonianza di Roberto Sandalo, superpentito di Prima linea; grottesco inveire dell'avvocato Pecora di Milano contro i giornalisti colpevoli, a detta del legale, di scrivere impunemente sui terroristi e responsabili quindi «dei massacri che poi avvengono nelle carceri»; promesse di morte urlate contro Sandalo dai tre imputati e mormorii di approvazione di buona parte del pubblico; espulsione dall'aula degli accusati; lunga e meticolosa requisitoria del p.m. Bernardi con la richiesta di condanne per oltre 30 anni di reclusione. L'udienza del processo per banda armata che si celebra davanti alla seconda Corte d'Assise contro Marco Fagiano. Bruno Russo-Palombi e Claudio Waccher, non poteva essere più frastagliata e tesa. Comincia con la lettura di un documento degli imputati, lo legge nel microfono della gabbia Waccher. L'ultimo capoverso è affidato alla voce di Bruno Russo-Palombi, che. tra l'altro, deve rispondere dell'assassinio del magistrato milanese Emilio Alessandrini (ad accusarlo sono stati i suoi compagni in quell'omicidio. Michele Vlscardi e Umberto Mazzola). Il terrorista o presunto tale dice: «Non sono, come è staio scritto, un pentito». Bruno Russo-Palombi afferma di voler querelare cronista e quotidiano sul quale è apparsa la notizia secondo cui avrebbe rinnegato la lotta armata. Il presidente della Cor- te, Bonu: «Come preferisce, ma non deve rivolgersi a me per questo». Interviene 11 patrono di Russo-Palombi, avvocato Perla. Dice al suo cliente: «Non è II caso di querelare: adesso quel giornalista fa la rettifica e tutto è sistemato». L'imputato tentenna, ci pensa il difensore di Waccher, Pecora, ad agitare le acque: «E' ora di finirla — urla battendo 11 pugno sul bancone — non si può continuare a sopportare che i giornali par¬ lino impunemente degli arrestati». Sorpresa generale, Pecora aggiunge altra assurdità: «Poi ci si chiede come mai in prigione sono compiuti certi massacri». Rumoreggiare del pubblico, agitarsi degli imputati. I carabinieri conducono nell'emiciclo Fiammetta Bertani, ragazza milanese in galera perché coinvolta in molte Inchieste su Prima linea, tra cui quelle per gli omicidi del giudice Giovanni Galli, del di¬ rigente dell'Icmesa di Seveso Paolo Paoletti e di William Waccher, cugino di Claudio, ammazzato da PI La Bertani è in veste di testimone-imputato, può quindi rifiutarsi di rispondere. Assistita dall'avv. Glanarla accetta di deporre, racconta l'ospitalità data nel suo alloggio a Fagiano e Russo-Palombi, se ne va Inseguita da un insulto del presunto assassino di Alessandrini. In un silenzio di gelo testimonta Roberto Sandalo. Ricorda la lunga militanza in Lotta continua con Fagiano, incastra l'ex amico e Russo-Palombl. Del primo dice: «Era nel gruppo di fuoco milanese di Prima linea, avrebbe dovuto partecipare alla strage del procuratore capo dì Milano Gresil e della sua scorta. Delitto rinviato all'ultimo momento perché la scorta era stata rinforzata. Marco, comunque, non è mai stato nel comando nazionale di PI, era solo un militante clandestino dell 'organizzazione». Del secondo dice: «Bruno era attivo a Napoli già nel 77. Con lui partecipai ad un'irruzione in una sede de del capoluogo campano». Su Waccher 11 pentito afferma: . Lo conobbi nel 79, nell'imminenza di una rapina vicino a Belluno. La rapina era stata studiata da Waccher e Fagiano. Claudio, allora, non era ancora bene inserito nella banda. Mi dissero che per metterlo alla prova l'avrebbero fatto prendere parte al disarmo, cioè alla rapina della pistola, di una guardia a Milano». Gli imputati ascoltano calmi: Fagiano, ogni volta che è nominato da Sandalo, rivolge vacui sorrisi al pubblico. Appena però il compagno di un tempo si alza e lascia l'aula tra un nugolo di carabinieri s'aggrappa alle sbarre, insieme a Russo-Palombi si abbandona alla scontata sceneggiata di insulti e minacce. Sandalo si sente gridare: «Infame, ti faremo fare la fine di Soldati» (strangolato nel carcere di Cuneo dal detenuti perché sospettato di essere un pentito - n.d.r.). Sorride e fa spallucce. Fagiano e Russo-Palombi sono espulsi. Waccher se ne va con loro per solidarietà. Il pubblico ministero Bernardi parla per oltre 2 ore, invoca 11 anni e 8 mesi per Russo-Palombi, 11 anni e 1 mese per Fagiano e 9 anni per Waccher. Oggi la sentenza. Claudio Giacchino Bi ii i C d'i Roberto Sandalo e Fiammetta Bertani ieri in Corte d'assise

Luoghi citati: Belluno, Cuneo, Milano, Napoli