II pm chiede 38 anni per I 19 soldati che furono depredati delle armi dai br di Vincenzo Tessandori

II pm chiede 38 anni per I 19 soldati che furono depredati delle armi dai br Viva attesa per la sentenza, prevista per domani, dei giudici del tribunale militare di Napoli II pm chiede 38 anni per I 19 soldati che furono depredati delle armi dai br La pena più alta (tre anni e due mesi) proposta per il caporalmaggiore Silvio Bertolino il quale aveva «il comando e la responsabilità degli uomini» - La pubblica accusa: ad essere severi, ma il loro comportamento induce ad e la responsabilità degli uomini» - La pubblica accusa: «Ciò che è scaturito dalla negligenza dei soldati indurrebbe d essere miti» - Procede l'inchiesta del procuratore generale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE > NAPOLI — L'accusatore propone le pene per 1 militari sorpresi dalle Brigate rosse e depredati delle armi nella caserma di Santa Maria Capua Vetere e 11 tono della voce non sembra voler'essere se.vero:! tutti responsabili, dice Andrea De Leone, pubblico ministero del tribunale militare di Napoli. Ma subito ammette: -Una certa rilassatezza è presente un po' dovunque». Non è giusto limitarsi alle accuse contro 1 soldati, aggiunge, e pone l'indice sull'inchiesta parallela, quella aperta dalla Procura militare e che coinvolge due generali (Pietro Zanlnonl e Vincenzo Varcaro). un colonnello e due te nentl-colonnelll (Angelo Guglielmo e Bruno Grazi). Al tri bunale, composto da due civili e un ufficiale, stavolta un tenente di vascello, suggerisce di Infliggere pene per trentotto anni e undici mesi. Silvio Bertolino, vent'anni ad aprile, sul braccio porta i galloni neròverdl da caporalmaggiore : come, dicono 1 militari, -aveva il comando e la responsabilità? degli uomini», quella notte di febbraio alla caserma «Pica». Quando gli altri proposero di andare a dormire, anziché restare all'erta, fra mezzanotte e le sei, non seppe dire di no. E ora Bertolino paga 11 suo grado: tre anni e due mesi è la proposta del pubblico ministero, e se verrà accolta il ragazzo non potrà godere neppure della condizionale. Poi le altre richieste. Il dott. De Leone sostiene: « Ciò che è scaturito dalla negligenza dei soldati indurrebbe ad essere severi, ma il loro comportamento induce ad essere miti». Due anni e mezzo per 11 caporale Sergio Di Trapani, che era 11 capoposto; due anni ciascuno per quattordici imputati e un anno e nove mesi per gli altri tre; sospensione della pena e non Iscrizione per tutti quelli che possono goderne. Dunque, le responsabilità. Quelle del sistema che non funziona, e forse da tempo, sono state messe a nudo dalla leggerezza di un gruppo di ragazzi in grigioverde. Appare cosi doveroso cercare altrove le cause di fondo di questa brutta storia Per -carenze nel sistema di sorveglianza», 11 procuratore generale Dante Di Iasi ha inviato comunicazioni giudiziarie al comandante del presidio, e a quelli di «zona» del battaglione di appartenenza dei soldati incriminati, della caserma «Pica» e del deposito dov'erano le armi. Il procuratore mi dice, con stizza: -Occorre chiarire che cosa abbia reso possibile l'azione dei terroristi». L'indagine, conclude, verrà forse chiusa fra pochi giorni: «Aron è escluso che prima emetta altre comunicazioni giudiziarie». Come organizzarono le Brigate rosse l'assalto alla caserma? La magistratura è certa dell'esistenza di un infiltrato in grigioverde: qualcuno ancora sotto le armi, o che se n'è appena andato, avrebbe fornito notizie sui!'.allegra brigata» che doveva garantire la guardia a mitra, bazooka e fucili. E un ordine di cattura per -sequestro di persona e rapine» è stato consegnato l'altra sera nella caserma dei carabinieri di Santa Maria a Vito Coppola, un insegnante di Coivano presunto terrorista che s'è costituito tempo fa alla questura di Napoli. Secondo le accuse. 11 giovane, che è stato militare anche a Santa Maria Capua Vetere, avrebbe parlato della possibilità di compiere l'azione ad altri terroristi, po' pentitisi. In lui. insomma gli inquirenti sospetterebbero {'«ideatore »: dell'irruzione. Dell'Insegnante è stato detto che avrebbe deciso di collaborare con la giustizia: «pentito», quindi, avrebbe fatto 1 nomi di compagni, fornito in¬ dirizzi. Ma Coppola, sostiene la difesa, quando decise di consegnarsi lo fece soltanto perché doveva rispondere del reato di -favoreggiamento' a favore di partecipe a banda armata». Aveva cioè dato in uso un appartamento ad «un compagno che aveva bisogno» e il compagno, se ne ebbe conferma più tardi, era un terrorista, sembra di Prima linea: una volta preso, il niellino si è subito pentito. Aggiunge ora la difesa: -Coppola non ha tentato di giocare d'anticipo, non aveva niente di cui poter parlare». Il nome di Coppola si lega cosi a quelli di altri protagoni¬ snrnd sti delle cronache del terrore napoletano, dicono gli Inquirenti. Le accuse ora lo vogliono buon conoscente o amico dell'agente Digos Fortunato Manca (in carcere perché sospettato di appartenere alle Br) e di Mauro A canfora, presunto membro della direzione strategica delle Brigate rosse e ritenuto amico di Giovanni Senzanl. Secondo gli inquirenti fu proprio Acanfora l'affittuario della casa a Tor re del Greco dove venne tena to In ostaggio l'esponente de Ciro Cirillo. Il nome di Acanfora si unisce a quelli di Bolognesi e Chiodi. Vincenzo Tessandori Napoli. Alcuni dei 19 militari compars! in catene sul banco degli imputati (Telefoto)

Luoghi citati: Napoli, Santa Maria Capua Vetere